E’ stato probabilmente l’attaccante più conteso della scorsa estate sul mercato italiano, Alvaro Morata. L’attaccante spagnolo, rimasto all’Atletico Madrid dopo un sentito confronto con il Cholo Simeone, ha avuto contatti con le principali big del nostro campionato: dalla Juventus al Milan, passando per la Roma e soprattutto l’Inter. Proprio nell’intervista concessa questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, il centravanti ha svelato tutti i contatti avuti ammettendo anche di aver parlato con Simone Inzaghi.
Queste le sue parole: “Si sono fatti vivi dal Milan, poi mi hanno chiamato gli allenatori, perché ho buoni rapporti con tutti. Allegri mi ha allenato. Lo stesso vale per Mourinho, che in più mi ha fatto debuttare nel Madrid. Mi piaceva l’idea di andare a Roma e alla Roma, per giocare con Paulo e in un club e in una città piene di passione dove si vive il calcio come in Sudamerica. Con Inzaghi ci conosciamo da anni, ci siamo trovati in vacanza: è un allenatore incredibile e una persona spettacolare con la quale fa piacere passare del tempo, stare insieme, parlare. È uno che trasmette tanta energia positiva”.
Nonostante l’ottima annata disputata in Spagna, Morata non ha escluso di poter comunque tornare a far discutere di sé in Italia: “Beh, con me non si sa mai, non c’è mai un’estate tranquilla! Io all’Atletico sto benissimo e lo stesso vale per la mia famiglia a Madrid. Però non ho più 23-24 anni e bisognerà vedere che idee ha il club sul sottoscritto. Diciamo che al momento non so nulla”.
Infine, l’attaccante ha spiegato come il suo Atletico sia riuscito ad eliminare l’Inter agli ottavi: “Erano settimane che la preparavamo. Simeone ci ha fatto vedere molti video con le tante cose buone che sa fare l’Inter, uno squadrone. Tutti la davano come candidata alla finale, e noi pure. L’anno scorso poteva vincere la Champions, quest’anno a meno che non succedano catastrofi vincerà la Serie A. All’andata ci hanno lasciati vivi, e al ritorno abbiamo fatto una grande partita. E anche così siamo passati ai rigori, che restano una lotteria. Potevano chiuderla loro, potevamo chiuderla noi…”.
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