18 Agosto 2023

Perché l’Inter valuta un investimento così pesante su Pavard (e non sull’attaccante)

Il Bayern chiede oltre 30 milioni di euro

LONDON, ENGLAND - OCTOBER 1, 2019: Benjamin Pavard of Bayern celebrates after Robert Lewandowski (not in the picture) scored his first goal scored during the 2019/20 UEFA Champions League Group B game between Tottenham Hotspur FC (England) and Bayern Munchen (Germany) at Tottenham Hotspur Stadium.

Il nome del momento per il mercato dell’Inter è senza dubbio Benjamin Pavard. La dirigenza nerazzurra ha avviato i contatti con il Bayern Monaco e vuole provare a piazzare il grande colpo. Si parla di un affare che potrebbe superare i 30 milioni di euro di valutazione del cartellino per un giocatore in scadenza di contratto nel 2024 e a cui andrebbe garantito un ingaggio rilevante. Cifre decisamente importanti che hanno scatenato molti commenti tra i tifosi nerazzurri. Il tema: è giusto spendere così tanto, in questa situazione, per un difensore in scadenza anziché aumentare l’esborso sull’attacco dove si è deciso di puntare sul “low-cost” Arnautovic? Proviamo a valutare i motivi della possibile scelta dell’Inter.

Tutto ruota intorno all’attacco già a disposizione. Tra gran parte dei sostenitori nerazzurri al momento è sottovalutato, ma il punto di partenza è che Marcus Thuram nonostante il pre-campionato in ombra è stato un investimento rilevante per l’Inter, sia in termini di ingaggio che di aspettative. È una “scommessa”? Sì, ma non così da salto nel vuoto secondo lo staff che, invece, ripone grande fiducia nel francese. Soprattutto accanto a Lautaro Martinez che si prepara ad un’altra stagione da leader alla guida dell’attacco interista. Aggiungiamo un Arnautovic da cui si conta di poter tirar fuori almeno quei 9-10 gol in campionato che l’anno scorso hanno garantito, a testa, Dzeko e Lukaku. E non solo.

Sulla carta il centrocampo allestito in questo mercato garantisce più gol potenziali che nel complesso possono ulteriormente sopperire ad alcune lacune in attacco:

  • Cuadrado (2 gol e 3 assist l’anno scorso) per Bellanova (0 e 1);
  • Carlos Augusto (6 e 5) per Gosens (4 e 0);
  • Frattesi (7 e 0) per Gagliardini (0 e 0);
  • Sensi al momento (3 e 2) per Brozovic (3 e 6).
  • più le conferme di Calhanoglu (con nuovo ruolo), Mkhitaryan, Barella, Dimarco e Dumfries che danno tutti un grande apporto offensivo con caratteristiche differenti.

Al contrario, invece, il vero tallone d’Achille di una squadra che ha segnato 71 gol nell’ultima Serie A (solo il Napoli meglio) è rappresentato dai 42 gol subiti da una difesa che quest’anno ai blocchi di partenza si regge sugli stessi Darmian, Acerbi e de Vrij ben oltre i 30 anni. Più Bastoni e il giovane Bisseck da valutare, ovviamente, ma l’idea di mettere un punto fermo molto forte in quel reparto, considerando anche l’importanza della difesa in Serie A, va valutata anche in quest’ottica.

Lasciando per ultimo, ma non per importanza, il valore assoluto del calciatore. Grande esperienza ad alti livelli, classe ’96 nel pieno della carriera. Per una squadra che deve fare i conti con sostenibilità e competitività, in un mercato che comunque giocatori da valorizzare ne ha portati, aggiungere un elemento di spessore internazionale è un fattore importante da considerare anche negli obiettivi sportivi. Poi i fattori che determinano il successo o l’insuccesso di un’operazione di mercato e in generale di un’intera campagna trasferimenti sono tanti, ma il ragionamento dell’Inter potrebbe poggiare su queste basi.