Rakitic: “Decido io per il mio futuro. Voglio giocare ad alti livelli, devo sentirmi importante”
Lunga intervista nei confronti del centrocampista del BarcellonaL’intervista rilasciata da Ivan Rakitic sulle pagine del Mundo Deportivo, segna con ogni probabilità la fine della sua esperienza al in Catalogna. Il centrocampista croato ha lasciato intendere che a fine stagione andrà via, ma che vorrà essere lui a decidere la destinazione e non essere dirottato a piacimento del club all’interno di altre operazioni. L’ex Siviglia ha voglia di sentirsi importante c continuare a vincere trofei, a costo di lasciare la Spagna per trasferirsi in un club ambizioso. A seguire le parole del calciatore del Barcellona su suo futuro:
CONTRATTO 2021 – “Se lo rispetterò? Come ho sempre detto, poter giocare al Barça è il posto perfetto. Quello che voglio è divertirmi e aiutare la squadra. Ho avuto una prima parte della stagione molto strana, molto scomoda e sorprendente, ma da lì devo imparare diverse cose e migliorare. A volte accadono cose che non capisci, ma non deve capire ma accettarle. Spero di poter concludere questo anno di contratto. Se non potrà essere essere, ci sederemo, ma ora la cosa più importante è essere in cima e finire la stagione nel miglior modo possibile. Dopo vedremo tutto, ma la mia idea è quella di concludere quel contratto”.
RISERVA – “Perché? Non so, la verità è che non lo so, e con le persone con cui ho parlato, non sono stati in grado di darmi una spiegazione o qualcosa di concreto. Tutti mi dicono che nel calcio accadono cose che non capisci, che devi andare avanti. Ciò che mi ha ferito di più non è stato giocare o non giocare, ma il modo. Non puoi essere in un posto che tu vuoi ma loro vogliono un altro giocatore. L’anno scorso è stato il migliore dei sei che ho avuto qui. Mi ha dato fastidio il modo, come se me ne fossi già andato negli anni precedenti. Mi ha sorpreso molto, non lo capisco, ma lo accetto perché quello che voglio è il meglio per la squadra, per i miei compagni di squadra e per il club. I risultati non sono stati dei migliori e hanno fatto affidamento su di me, e questo mi ha fatto molto male”.
STATO D’ANIMO – “Più entusiasmo o più voglia, non perché con Valverde avevo tanta voglia. Ho avuto un calo mentale, ma volevo lavorare sodo, dare il massimo, essere vicino ai miei compagni di squadra e allo staff tecnico. Arriva un altro allenatore con nuove idee, un altro modo di comunicare… ma nulla è cambiato dalla mia parte perché ho sempre voluto dare il massimo. La transizione non è stata facile, né per la squadra né per l’allenatore, ma penso che al momento abbiamo fatto molto bene insieme e ci stavamo portando avanti ed è stato un peccato dover smettere”.
SIVIGLIA – “Non è in questa situazione che faccio l’occhiolino, come lo chiamate voi. Ho un affetto speciale per Siviglia, direttamente con città, ho la mia famiglia lì. Ho sempre detto che sarebbe stato un grande sogno indossare di nuovo quella maglia, lo sanno tutti, ma non è una decisione solo mia, se la voglio o no, ci sono altre cose dietro. Monchi e tutti a Siviglia hanno il mio telefono, non mi hanno ancora chiamato, recentemente è stato il mio compleanno e Monchi non mi ha chiamato. È qualcosa che tutti sanno, per il mio sentimento”.
FUTURO – “Tutti quelli che mi conoscono sanno che voglio sempre vincere. Dove vado, vado per vincere tutto, sempre. Prima negli allenamenti, poi nelle partite e infine in tutte le competizioni, non cambierà nulla. Mi vedo a dare sempre il massimo. Se non giocassi per competere, farei le cose in un altro modo, ma mi trovo meglio che mai e voglio competere ad alti livelli per tre o quattro anni”.
LONTANO DALLA SPAGNA – “Capisco la situazione, ma non sono un sacco di patate con cui poter fare qualsiasi cosa. Con me si può sempre parlare, ma la cosa più importante: voglio giocare in una squadra che mi vuole, mi rispetta, ha bisogno di me e dove insieme alla mia famiglia io possa vivere bene. In questo modo va bene, devo decidere io, non che decidano gli altri. Quei comportamenti nei miei confronti sanno già che non mi sono piaciuti e ne sono stato abbastanza chiaro. Questa è la cosa più importante”.
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