Dopo gli sforzi profusi sul mercato la scorsa estate per cercare di mantenere alto il livello di competitività della squadra, nessuno in casa Inter si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi dopo 26 giornate a -18 punti dal primo posto. Una squadra che non aveva perso big, a parte l’addio a costo zero di Ivan Perisic, e che – oltre ad aver trattenuto Skriniar e acquistato un campione come Mkhitaryan – aveva riportato a Milano il figliol prodigo Lukaku ad un anno dalla cessione.
Anche per questa ragione, come riferito da Tuttosport, in dirigenza qualcuno ha ricominciato a pronunciare il nome di Antonio Conte a quasi due anni dal divorzio. L’allenatore leccese a fine stagione andrà in scadenza di contratto con il Tottenham e non sembra intenzionato ad aprire ad alcuna trattativa per il rinnovo. L’ex nerazzurro ha nostalgia d’Italia e Marotta potrebbe convincerlo a tornare al timone della squadra prospettandogli la possibilità di riabbracciare Lukaku e poter disporre di una rosa attrezzata per vincere lo scudetto numero venti, quello della seconda stella.
Marotta e tutta la società si aspettano di tornare a svolgere un ruolo da protagonista anche in campionato e non solo nelle coppe, dove Inzaghi ha dimostrato invece di essere un vero specialista. In caso di divorzio a fine anno, però, potrebbe pesare quel prolungamento siglato la scorsa estate sino al giugno 2024. L’Inter non potrà permettersi di tenere a libro paga ben due allenatori come lui e Conte, dovrà per questa ragione trovare eventualmente un accordo per una risoluzione consensuale tra le parti prima di convincere il leccese a tornare a Milano.
Fuggito via dall’Inter tra mille polemiche nel bel mezzo di una tempesta economica, Antonio Conte ha lasciato a Milano soprattutto il ricordo di uno scudetto stravinto a undici anni di distanza dall’ultima volta. Vero e proprio specialista nella vittoria dei campionati, l’allenatore leccese sarebbe ancora una volta il profilo perfetto sul quale investire per avere in cambio un successo quasi assicurato.
I rapporti con la dirigenza nerazzurra sono rimasti tutto sommato buoni. Marotta ne conosce pregi e difetti e sa di poter avere le carte in regola per spingerlo ad accettare un eventuale ritorno. Non solo gli stimoli legati alla prospettiva di poter entrare definitivamente nella storia dell’Inter come l’allenatore della seconda stella, ma anche l’aver riportato a Milano un pupillo del tecnico come Romelu Lukaku.
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