La Superlega è il tema attuale e lo sarà per i prossimi: il calcio europeo e mondiale si è scosso dopo la notizia dai 12 club fondatori di questa nuova competizione. In esclusiva ai nostri microfoni – in diretta sul canale Twitch – ha parlato Ernesto Paolillo, ex dirigente dell’Inter ed uno dei promotori del Fair Play Finanziario.
Ecco le sue parole:
MOTIVO DELLA SUPERLEGA – “Io distinguerei tra salvare il calcio e salvare i club, e credo che si parli di salvare i club. Il calcio si salva in un altro modo, dando la possibilità a tutti di competere anche con i più grandi. E’ una questiona puramente finanziaria. Hanno organizzato un torneo che non si basa sulla meritocrazia, ma sulla storia e sulla teorica possibilità di mantenere la rosa titolare di alto livello per fare spettacolo. Sono deluso da questo progetto, sono triste per l’adesione di 12 squadre: immaginate un torneo sempre tra le stesse formazioni? Le minacce di UEFA e FIFA se vanno avanti, i club avranno appeal? Per molti giocatori il sogno è giocare un Mondiale. Si impoverisce il sistema calcio. Le 15 squadre metteranno a posto i bilanci con lo show, ma il calcio e lo sport sono tutto un’altra cosa. Lo sport delle altre squadre soffrirà. Capisco le loro reazioni. In più sono preoccupato per i settori giovanili. Per fare questo show avranno bisogno di nomi qualificati e non di giovani”.
DIVARIO – “Sarà sempre più ampio il divario tra ricchi e poveri. I campionati che permettono la qualificazione alle coppe europee hanno sempre fascino. Dopo qualche anno chi non ha partecipato alla Superlega formerà un’altra élite, come Bayern Monaco, PSG, Lione”.
SCONTRO CON UEFA E FIFA – “Non è possibile escludere dalle coppe le squadre che stanno gareggiando in questa stagione. Servirebbe cambiare le regole dal prossimo anno. Queste sanzioni indeboliranno la Champions League, e bisogna vedere gli sponsor cosa faranno. L’appeal deriva dal fatto che in Champions può succedere di tutto, quell’attrattiva viene meno. E’ come se facessimo delle grandi amichevoli di lusso, alla fine dopo la novità andrà scemando: vincere contro 12 è diverso da vincere contro 40”.
SCUDETTO DELL’INTER – “Non riconosciuto? No. Da tifoso dico che non è una preoccupazione per questo campionato. La Juventus lo sognerebbe, ma mi auguro di no. Resta il sapore amaro che potevamo entrare a testa alta nella Champions costruendo una squadra forte come abbiamo fatto nel passato. Invece partecipare solo perché ci sono dei criteri non va bene. Sono deluso da tifoso. C’è solo interesse nel fare i soldi, e non a spendere per vincere pensando di fare ricavi perché si è vincenti. Essere attratti soltanto dall’ingaggio non va bene. Avrei amato di più se le 12 squadre si fossero accordate per i vari salari. Gli ingaggi triplicheranno per convincere i giocatori ad andare in Nazionale, la vedo una cosa diseconomica. Tra 10 anni diventerà un problema. Mi auguravo una revisione della Champions e che diventasse un campionato europeo. Sarebbe stato maggiormente competitivo con grande partecipazione. Pensavo al sistema premiante del campionato per accedervi, pensavo alla rinnovazione dell’UEFA con metodologia più ricca per tutti ma non devastante per gli altri”.
IDEA DEL PASSATO – “Si parlava della super Champions come torneo premiante per le partecipanti, con un sistema di ingresso e uscita alla portata di tutti. Io pensavo al settore giovanile ed è partita la Champions dei giovani, è tutto partito da me. Prima della finale di Madrid del 2010 c’era stata la finale della Primavera dell’Inter, ed anche lì avevamo vinto per 2-0. Era stata la prova generale dell’UEFA – venne anche Platini – della nuova Champions. C’era tanta voglia di rinnovare. Ora è una guerra economica e non mi piace. A questo punto rischiamo uno spettacolo che acceleri il brutto del calcio come scommesse. Tutto va fuori dalle regole di UEFA e FIFA. Chi metterà le nuove regole favorirà solo lo spettacolo”.
CORDATA PER RILEVARE L’INTER – “Abbiamo parlato con grandi tifosi e uomini d’economia come Cottarelli. Io condividevo quella idea. E’ evidente che sia impossibile per una cordata così prendere il governo di un club, ma si può fare una partecipazione. Poi il progetto è caduto, penso che Suning abbia dovuto ripensare all’Inter per le difficoltà della Cina. Mi auguro che la ripresa economica cambi le cose per tutti e anche per Suning. Ha investito bene, mi auguro lo Scudetto soprattutto per lui. Me lo auguro anche per Conte e i giocatori, ma soprattutto per Marotta ed Antonello perché hanno lavorato benissimo. Il premio se lo meritano altamente. Come il 2010? Se lo meritano, hanno costruito e hanno tenuto in piedi la società in un momento delicato. La squadra ha avuto fiducia in loro, non ne ha risentito il comportamento sul campo e hanno fatto ottime scelte anche sui giocatori. Sono molto contento per il loro operato. Si meritano la vittoria”.
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