5 Aprile 2020

ESCLUSIVA – Belgio, l’ex vice-c.t. Borkelmans: “Lukaku pazzesco, impara ogni giorno. Dopo ogni allenamento…”

L'attuale allenatore della Giordania parla ai microfoni di Passioneinter.com anche di due obiettivi nerazzurri: "Vertonghen gioca con il cuore, Mertens è un campione anche fuori dal campo"

35 partite, 23 gol e 5 assist, distribuiti fra Serie A, Champions League, Coppa Italia e pure Europa League: non male l’impatto di Romelu Lukaku al primo anno di Inter ed Italia. Arrivato fra i dubbi e le incertezze dell’opinione pubblica, l’attaccante in breve tempo ha messo tutti a tacere a suon di gol, facendosi amare dal popolo nerazzurro in coppia con Lautaro Martinez.

La redazione di Passioneinter.com ha contattato in esclusiva Vital Borkelmans, l’ex vice di Wilmots nel Belgio (a cavallo fra il 2012 ed il 2016), ed attuale commissario tecnico della Nazionale della Giordania. Abbiamo parlato di Romelu, che lui ha visto ed aiutato passo passo a crescere, ed anche di altri profili di giocatori che piacciono all’Inter, come Mertens e Vertonghen.

Partiamo dalla sua esperienza nella Nazionale del Belgio. Il calcio locale è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni.

“Ho cominciato a lavorare per il Belgio nel 2012 con un gruppo di ragazzi. Ricordo la prima partita vinta 4-2 sull’Olanda. Quel gruppo era davvero molto giovane e lo abbiamo visto crescere dal principio. Un gruppo che lottava per la squadra, per il Paese, ma anche per costruire delle carriere e dei futuri trasferimenti. L’esempio più lampante per me è Courtois, così come Mertens. Dries è partito dall’Anderlecht, per poi farsi le ossa in Olanda fino ad arrivare al Psv e poi grazie ai grandi miglioramenti fatti su sé stesso è approdato in un grande club come il Napoli dove ha fatto belle cose. Lo stesso Hazard ha creduto in sé stesso in modo incredibile. Abbiamo costruito qualcosa di grande”.

Nel 2016 il suo Belgio ha affrontato all’Europeo una sorprendente Italia, allenata da Antonio Conte, che si impose per 2-0.

“Prima dell’Europeo tutti parlavano del fatto che avessimo affrontato, durante le qualificazioni, soltanto squadre piccole. Ma giocavamo con un gruppo molto giovane, c’erano ragazzi di 18-19 anni. Giocavamo bene, ad alto livello e secondo me il 2016 è stato un grande passo avanti per la crescita del Belgio. Dissero che ci erano qualificati facilmente e sembrava dovessimo procedere facilmente alle fasi finali dell’Europeo, ma le partite vanno giocate e sono tutte difficili da vincere. Non è possibile vincere sempre come sembrava ci chiedessero di fare. Ma arriviamo a quella partita..”.

Che ricordo ha di quel match?

“Preparammo in modo dettagliato quella partita, analizzando l’Italia a fondo. Sapevamo tutto su di loro. Nei primi trenta minuti abbiamo fatto quello che avevamo preparato molto bene. Poi in un un secondo Giaccherini fece un bellissimo gol, grazie ad un meraviglioso lancio di Bonucci. Si può dire tutto, ma alla fine questo è il calcio. Giochi bene, ma in un secondo, per un episodio, perdi la partita. E così la perdemmo”.

Uno dei giocatori più rappresentativi del Belgio è Romelu Lukaku. Qual è il primo ricordo che ha di lui, quando lo conobbe come giovane promessa del Chelsea?

“Lukaku ha passato, durante la sua carriera, diversi momenti difficili, come appunto al Chelsea, momenti in cui in tanti lo attaccavano. Ma lui è uno dei più forti giocatori a livello mentale che io abbia mai visto nella mia vita. Crede sempre in sé stesso. Guarda sempre i migliori attaccanti del mondo per migliorarsi. Ti racconto un aneddoto che spiega bene questa cosa…”.

Prego.

“Dopo ogni allenamento, ogni singola sessione, mi sentivo chiamare: ‘Mister, hai 5-6 minuti? Facciamo qualche azione ed i movimenti’. Ed era così contento poi quando chiudeva la bocca ai tifosi che lo criticavano. Mi diceva che sarebbe diventato uno dei migliori e lo ha fatto. Ora in Italia, in una delle migliori squadre lui è assolutamente fantastico. Anche fuori dal campo: dedica tempo ai tifosi, dà il 200% per la sua squadra. Ogni singolo giorno Lukaku impara qualcosa che non sa. E se sta a casa accende la tv ed osserva gli attaccanti più forti”.

E ha fatto lo stesso qui in Italia, visto che inizialmente veniva criticato anche dalle nostre parti.

“Sì, è dura quando tutti ti ridono dietro. Tutti dicevano: ‘Non è un grande attaccante, non sa controllare il pallone’.  Ma lui è sempre forte, crede sempre in sé stesso. Questo potere lo trasmette anche alla squadra. E poi, tutti dicono che l’Inghilterra ha il campionato migliore, ok. Ma il campionato più difficile di tutti è quello italiano. Le squadre italiane hanno un altro livello di organizzazione, di difesa. Ed in tutto questo Lukaku è stato ancora spettacolare. Ha fatto anche errori è vero, ma chi non ne fa? Ma lui ha imparato”.

Romelu dall’esterno sembra anche una bella persona. Chiunque abbia giocato con lui ne parla benissimo…

“Assolutamente. Non mi viene in mente niente di brutto che lo riguardi, nulla. Poi lui parla soltanto con i piedi. Quanti calciatori invece parlano ogni settimana ai giornali? Lui dice sempre: ‘Mostrerò quanto valgo con i miei piedi'”.

Ci sono giovani calciatori in Belgio che secondo lei diventeranno campioni in futuro?

“Ce ne sono moltissimi. Una cosa ripeto sempre: in questo momento il movimento belga è fra i primissimi al mondo, ma qualche volta i nostri club non credono nei nostri giovani e vanno a pescare all’estero. Ma i migliori ora ce li abbiamo noi. Ti faccio l’esempio di De Bruyne: quello che ha fatto fra il 2012 ed il 2014, quando aveva poco più di 20 anni, è incredibile. Giocava sulla destra in Nazionale e ci ha trascinato ai Mondiali in Brasile. Gol ed assist a valanghe a soli 20 anni. Spero che nel futuro credano di più nei nostri giovani. Se devo fare dei nomi penso a Tielemans, Praet”.

L’Inter ora sta seguendo due giocatori del suo paese: Mertens e Vertonghen. Cosa ne pensa di questi possibili rinforzi per i nerazzurri?

“Vertonghen è il miglior difensore mancino che io abbia allenato. Gran tackle, senso della posizione. E’ fantastico, ed è un bravo ragazzo, uno di famiglia. Gioca con il cuore. Dries è altrettanto fantastico. Quello che ha fatto nella sua carriera è pazzesco. Poi si fa amare dai tifosi ed è anche molto divertente. Non devi essere soltanto un bravo giocatore in campo, ma come Mertens dimostra si può essere anche campioni fuori: lui è un gentleman, parla con tutti. Tutti i giocatori del Belgio lo sono e questo è molto bello”.

La redazione di Passioneinter.com ringrazia Vital Borkelmans per la disponibilità e gentilezza

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