ESCLUSIVA PI – Biabiany: “Tornai all’Inter per Mourinho. Ecco cosa non funzionò con Benitez e De Boer”
Ai nostri microfoni l'ex nerazzurroCome ogni giorno la redazione di Passione Inter è in diretta alle 19:00 sui nostri canali social. Oggi insieme a Lorenzo Polimanti è stato ospite l’ex giocatore dell’Inter Jonathan Biabiany. Il calciatore francese ha vinto con la maglia nerazzurra un Mondiale per Club e la Supercoppa Italiana nel 2010.
Ecco le sue parole:
ESPERIENZA IN SPAGNA – “Sto bene, vivo qui con la mia famiglia. E’ stata una scelta di vita perché con tutto quello che è successo con il Covid sono stato lontano da casa e quindi ora ho deciso di avvicinarmi. Avevo già rapporti con il San Fernando perché spesso quando ero in Spagna andavo a vedere le loro partite. E’ nata un’intesa e abbiamo deciso entrambi di sposare questa soluzione ed il progetto. E’ una squadra che vuole crescere e mi sono fermato”.
SOCIETA’ AMBIZIOSA – “Sto molto bene anche se il calcio spagnolo è diverso da quello italiano. Mi sono abituato rapidamente, la società sta crescendo e vuole salire. Ha portato un giocatore importante che giocava in Spagna”.
ESORDIO ALL’INTER – “Uscire dalla Francia dove sono cresciuto, dai quartieri, ed arrivare ad entrare in campo al posto di Figo (Inter-Empoli) è una cosa che mai mi sarei aspettato. Già quando Mancini mi chiamava in prima squadra per allenarmi con loro era un altro mondo, poi ho avuto l’opportunità di esordire. Avrei chiamato tutta la mia città in Francia per la felicità. Poi la carriera è andata solo in discesa”.
SALTO IN PRIMA SQUADRA – “Avevamo una Primavera fortissima, ci chiamavano spesso con la prima squadra. Eravamo giovani promettenti quindi il mister ci aveva visto lungo. Oltre a Bonucci e Balotelli c’erano anche Bolzoni e Siligardi”.
RITORNO NEL 2010 – “E’ chiaro che sono tornato con grandi campioni. L’Inter con cui mi allenavo a 17 anni era una squadra molto forte, con Figo, Recoba, Veron, Adriano. L’Inter del 2010 era più forte e soprattutto più convinti del potenziale. Io arrivavo da Parma dove avevo fatto una stagione importante, ho colto subito l’occasione. Quando l’Inter mi ha chiamato non ho mai rifiutato, era come tornare a casa. E’ stato stupendo tornare in una squadra che aveva vinto tutto”.
RESPONSABILITA’ CON BENITEZ – “Il mio ritorno è stato dovuto al periodo in cui c’era ancora Mourinho in panchina. Giocammo un Parma-Inter e feci una partita importante, così il procuratore mi chiamò e disse che il prossimo anno volevano che tornassi. Il mister era interessato a me. A giugno poi andò al Real Madrid, quindi pensavo di non poter più tornare. Invece il procuratore mi disse che Benitez aveva visto alcuni miei video e mi voleva. In ritiro notai che gli piacqui subito, e mi fece giocare subito tanto. Essere titolare all’inizio mi fece un po’ effetto ma poi pensavo al campo ed al rendere al meglio”.
GOL CONTRO IL MAZEMBE – “Per me è stato un momento davvero emozionante, ed anche durante l’esultanza si vede. Reagisco come per dire: non ci credo. E’ stato il momento più alto della mia carriera”.
CLIMA NELLA SQUADRA – “Non sono stato con loro quando c’era Mourinho ma solo con Benitez. Ho visto che comunque i giocatori erano rimasti molto legati a Mourinho, erano dispiaciuti del suo addio. Non so dire cosa non è scattato tra i giocatori veterani e Benitez, perché non andavano molto d’accordo. C’è stato un po’ di freddezza di rapporti. Per noi giovani appena arrivati Benitez era il massimo. Abbiamo notato che c’era un po’ di freddezza. A gennaio infatti cambiò l’allenatore”.
INTER DEL 2015 – “Sono tornato in quell’anno dopo essere stato fermo 8 mesi. Era importante rimettermi in gioco, avevo avuto delle offerte ma mi chiamò l’Inter. Volevo riprendere con una squadra importante. Eravamo partiti bene in campionato, abbiamo mollato nel mese di gennaio come l’Inter di adesso. Si perdono troppi punti. Era successo allo stesso modo, potevamo fare di più. La società aveva investito molto. Poi la mia carriera con l’Inter non è andata benissimo. Quando arrivò De Boer non fui praticamente mai usato, da lì ho dovuto cambiare squadra. Volevo più minutaggio”.
DE BOER – “Con lui non ho mai capito perché non ha funzionato a livello personale. Ho rivisto con lui il rapporto che aveva Benitez nel 2010. Ho visto cose simili. Benitez però era una persona molto educata e si faceva amare da certi giocatori. Invece De Boer non ha mai avuto un buon rapporto, neanche con chi giocava sempre. Nessuno era felice. A livello tattico è uno che ne sa, ma dal punto di vista personale credo sia un po’ arrogante”.
INTER DI OGGI – “Penso che anche se non è partita bene è attaccata al Milan. La vittoria con la Juventus moralmente dà qualcosa in più ai giocatori. Sarà importante il derby, sarà quello il match decisivo. Penso che sarà una lotta tra Inter e Milan, loro sono ben attrezzati. Adesso l’Inter non avendo le coppe può essere una delle favorite”.
PARMA – “Seguo anche il Parma, ci ho vissuto metà della mia carriera, sono un grande tifoso. Spero che si salvino e penso che abbiano i giocatori per uscire da questo momento. Ci sono squadre inferiori”.
ADRIANO – “Non sono ancora in contatto con lui, ero giovane. E’ passato tanto tempo. Non ho stretto un rapporto di amicizia così forte”.
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