ESCLUSIVA – Cauet: “Una coppia come Lukaku-Lautaro in Europa se la sognano. Conte top, Agoumé deve maturare”
L'ex calciatore nerazzurro si racconta in diretta su Instagram con Passioneinter.comAltro ex nerazzurro ospite delle consuete dirette di Passioneinter.com. Tocca oggi a Benoit Cauet raccontarsi in esclusiva ai microfoni del nostro sito, rivelando aneddoti e ricordi in merito alla sua parentesi vissuta alla Beneamata. Il francese ha indossato la maglia dell’Inter dal 1997 al 2001, collezionando oltre cento presenze e dividendo lo spogliatoio con grandissimi protagonisti, da Ronaldo a Vieri e Zanetti. Vi proponiamo qui di seguito le sue dichiarazioni raccolte dalla nostra redazione.
CORONAVIRUS – “La mia famiglia sta bene. I numeri dicono che anche noi dobbiamo fare di più perché stiamo raggiungendo l’Italia. Dobbiamo solo seguire, purtroppo non tutti capiscono la situazione”.
INTER – “Arrivando a Milano mi sono avvicinato in una dimensione mondiale. Un presidente mega galattico che voleva portare a casa tutti i trofei. Sapeva di potercela fare e dopo tanti sacrifici c’è riuscito. All’epoca, quando sono arrivato, l’obiettivo era quello di vincere trofei internazionali e campionato”.
COPPA UEFA – “Abbiamo vinto contro due squadre che conoscevo bene come PSG e Strasburgo, ci sono state difficoltà durante il percorso, ogni volta tutti ci davano per spacciati. C’era uno spirito incredibile è stato bellissimo”.
NUOVO CICLO – “C’era la sensazione di poter iniziare un nuovo ciclo. Il gruppo c’era, poi è cambiato anche molto. C’era volontà da parte di tutti di volere a tutti i costi andare a vincere tutto. Forse poi ci sono stati fin troppi calciatori e poca continuità, forse il gruppo aveva bisogno di essere cambiato poco”.
ESONERO SIMONI – “E’ stato un momento che nessuno ha capito veramente. La squadra era con lui, il suo esonero è stata una grande delusione. Sono stato triste per lui, lo consideravo un grandissimo allenatore e non mi sembrava giusto ciò che stava succedendo. Eravamo messi bene, il nostro cammino era tutto da fare, anche se la squadra era in difficoltà riusciva sempre a farcela. La squadra era forte e poteva fare meglio, ma forse dovevamo ancora aspettare. Insieme a me erano arrivati altri 10 giocatori e tutti volevano giocare, anche quello non era facile da gestire. E’ una persona per bene mister Simoni, gli voglio bene perché mi ha dato tanto”.
LUCESCU – “E’ un grande allenatore, uno che ha mentalità e fa giocare bene le sue squadre. Uno che ha vinto tanti campionati, ha una grande mentalità. E’ arrivato a stagione in corso ed è sempre molto complicato. Ambientarsi e avere risultati velocemente è complicato. Simoni era molto amato, quindi anche da questo punto di vista era complicato, anche se l’inizio di Lucescu era stato fantastico. Abbiamo stravinto le prime partite, poi fisicamente la squadra non ha retto il cambio ed abbiamo avuto difficoltà. Anche lui poi è stato esonerato”.
FREY – “E’ arrivato all’Inter che era un bambino. Ho provato ad aiutarlo, a dargli una direzione, lui era un campione in assoluto. Per il poco che mi ha ascoltato, l’ho aiutato. Gli ho fatto capire che era arrivato in un club importante, ma che avrebbe dovuto lavorare molto”.
SOTTOVALUTATO – “Io sottovalutato in Nazionale? Sono andato in U21 poi non sono più stato convocato. Tutti mi dicono che sarei potuto andare, ma c’era una generazione fantastica che ha dimostrato di essere piena di campioni. Il gruppo era già fatto e l’allenatore giustamente non ha voluto cambiare. Il percorso è stato creato nel ’96 e poi non è stato più cambiato. Quando una Nazionale vince c’è poco da dire”.
DALMAT – “Se è stato un rimpianto? Sì, credo rimanga il rammarico. Ha fatto un pezzo con noi e poi si è un po’ perso, ma in allenamento era un giocatore incredibile. L’anno dello scudetto perso a Roma ha fatto un campionato incredibile, di altissimo livello, era un giocatore capace di colpi di genio. Quel tipo di calciatori che se ce l’hai in squadra è una fortuna. Poi una carriera si valuta non su una partita ma su un’intera stagione. Son tanti i parametri per una carriera e lui purtroppo ha peccato in quello, perché era veramente forte”.
INTER DI OGGI – “Mi piace veramente tanto. Mi piace lo stile, la società lavora benissimo da quando è arrivato Zhang, è seria e super organizzata. Dal punto di vista economico ha dimostrato tanto, ha fatto piazza pulita, ha gettato le basi per il futuro. Dopo Spalletti che è un ottimo allenatore, bisogna pensare che il gruppo non è stato stravolto, ma sono stati acquistati calciatori di livello. Conte è un grandissimo allenatore, l’Inter ha un sistema di gioco piacevole, ovunque va cerca di vincere. Piace a tutti gli interisti, a me particolarmente. Una coppia d’attacco come Lautaro-Lukaku la sognano tutti in Europa, si vede la mano di Antonio. Giocano l’uno per l’altro e si vede”.
LAUTARO – “Oggi un calciatore come lui non ha prezzo e l’Inter non deve vendere. Se lo dai al Barcellona, devono dare Messi. Abbiamo un giocatore giovane e molto forte, che fa gol su gol quando entra in campo, ha un fiuto per il gol come pochi al mondo. Lo vedo come erede di Suarez, Higuain del Napoli, questi attaccanti qui. Bravo che l’ha preso all’Inter, si vede che la società è organizzata. Piero Ausilio ha una squadra di altissimo livello, l’Inter ha fatto un’operazione incredibile. Lautaro oggi non ha prezzo”.
CONTE – “Non è cambiato, era così quando giocava, non mollava mai e correva da tutte le parti. Sapeva giocare a calcio, non era solo corsa. Sapeva far assist e sapeva segnare. Ritrovo questo, il suo gioco è super organizzato, la squadra gioca così. L’Inter prendendo Conte ha fatto un super acquisto. Se c’è qualche giocatore della rosa che mi somiglia? Son tutti bravi, c’è Sensi che mi piace tanto. E’ giovane, ha fatto il suo percorso prima di arrivare, ha fame ed è determinato. E’ stato sfortunato, ma è un giocatore che ha margini di miglioramento. E’ quasi titolare della nazionale, ma a metà campo c’è tanta qualità”.
COMPAGNI – “Il più forte con cui ho giocato? E’ facile, Ronaldo. Non si tocca, ho avuto la fortuna di giocare con calciatori forti nella mia carriera. Quando giochi con i campioni impari meglio”.
FUTURO – “Io allenatore? Dopo tanti anni mi sono lanciato in questa carriera. Vado avanti e cerco di cogliere le opportunità che mi capitano. Sono l’ultimo a mollare, si impara sempre e si va avanti. Chiamate in Italia? Sono aperto a tutto, sia in Francia che in Italia, vediamo cosa ci dà il futuro”.
AGOUME – “E’ un ottimo giocatore, in Francia ha fatto molto bene. Brava l’Inter a prenderlo, era molto richiesto da diverse società. E’ un giocatore che ha iniziato a giocare ed ha bisogno di fare esperienza. Ha bisogno di maturare, deve lavorare perché la concorrenza è alta. Per lui essere lì è un’opportunità”.
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