ESCLUSIVA – Donati: “Adriano il più forte con cui ho giocato. L’Inter era una famiglia”
Il centrocampista del Lecce ai microfoni di Passioneinter.comOggi è stato nostro ospite in diretta sul profilo Instagram di Passioneinter.com Giulio Donati, centrocampista del Lecce ed ex calciatore dell’Inter dal 2008 al 2010. Ecco le sue parole da #AskPassioneinter:
GIORNI PARTICOLARI – “E’ una situazione particolare. Seguiamo le indicazioni per tornare alla normalità il prima possibile. Sto a casa, esco giusto una mezz’ora per una corsetta intorno casa. A Lecce siamo fortunati dato che ci sono pochi casi in città”.
RICORDI ALL’INTER – “Tutti positivi, ho avuto l’onore di stare in prima squadra l’anno del Triplete. Era una famiglia: il presidente Moratti trasmetteva la sua passione. Per un giovane era importante e avevo molti esempi da seguire. Salto? Era difficile, è stata una squadra unica nella storia. Per me prendere il posto di Maicon o Zanetti era difficile. In ogni ruolo c’era il meglio possibile. E’ stata una fortuna potersi allenare con loro e rubare le cose a grandi giocatori così”.
MOURINHO – “Sì ci responsabilizzava parecchio, era una sua caratteristica. Metteva sullo stesso piano i giovani e gli altri. C’erano giocatori che avevano meno spazio ma lui li teneva tutti sul pezzo, li considerava come titolare”.
BALOTELLI – “Carriera superiore? Non credo sia stata da buttare, è arrivato al City e al Milan. E’ stato molto criticato anche ingiustamente, però è un bravo ragazzo, basta conoscerlo. Ha commesso qualche marachella ma qualche errore ci sta in giovinezza. E’ sempre stato buono”.
MATERAZZI – “Per me fu un fratello maggiore all’epoca, mi prese sotto la sua ala. Era in camera con Stankovic e quando si infortunò mi portò in camera con lui. Sempre consigli e una parola positiva”.
GERMANIA – “Mi sono trovato bene, è stata una bella esperienza. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con il Leverkusen. Anche al Mainz sono stato bene con molte più responsabilità. Differenze? Ce ne sono molte soprattutto a livello tattico. Ora anche in Italia il terzino ha più libertà, in Germania ci si basa molto alla fase offensiva e ne beneficia lo spettacolo. I portieri però non sono molto contenti”.
COMPAGNO PIU’ FORTE AL LEVERKUSEN – “Ti posso dire Chicarito, oppure Son, il portiere Leno. Son nessuno se lo aspettava e mi ha stupito, ma si allenava al 200%. Un grande professionista con grandi qualità”.
TORNARE ALL’INTER – “Sinceramente non seguo tante le voci, in Germania ne arrivavano poche. Non ho avuto mai contatti diretti con la società”.
RITORNO A LECCE – “Prima esperienza vera in Serie A dopo l’Inter. E’ una famiglia che mi ha accolto dopo la Primavera. Non mi ero dimenticato nulla, avevamo raggiunto la salvezza e le cose belle si ricordano con piacere. Titolare? Sono rimasto stupito dall’accoglienza del gruppo: mentre società e città le conoscevo e me lo aspettavo, i compagni sono stati esemplari nell’accogliermi”.
PERMANENZA A LECCE – “La volontà è quella di restare. Il mio contratto scade a giugno, ora vedremo quello che sarà. Io mi trovo benissimo e non sarà di certo un problema”.
LIVERANI – “Se ci ricordiamo com’era da giocatore faceva della forza e della tecnica i suoi punti forti insieme alla personalità. Cerca di trasmettere questi valori alla sua squadra: quando i risultati non arrivano i giocatori potrebbero tirare il freno a mano ma lui insiste molto su quello. E’ una grande qualità perché dice se dobbiamo perderle dobbiamo giocarcela e non essere passivi”.
PARTITA CONTRO L’INTER – “Partita molto tosta, tirata. Ovviamente per noi era vitale perché venivamo da risultati molto negativi. L’Inter ha pagato molto secondo me la stanchezza, si vedeva che erano stanchi dopo tante partite ravvicinate. Diciamo che ci è andata bene”.
GOL IN CHAMPIONS – “Fino a quel momento era stato l’unico gol in carriera. E’ stata un’emozione bellissima perché arrivavo da un periodo particolare. Era stata la prima partita dopo tanto tempo ed è stata una liberazione”.
CALCIATORE PIU’ FORTE CON CUI HAI GIOCATO ALL’INTER – “Quello che mi ha stupito di più è Adriano, l’anno prima del Triplete. Non aveva un difetto: aveva grandissime qualità, dalla forza, alla velocità, alla tecnica”.
COMPAGNO NEL LECCE CON CUI HAI LEGATO – “Siamo un gruppo molto unito, poi ci fermiamo un po’ ci più con Lapadula e Tachtsidis con qualche gioco dopo l’allenamento. Davvero molto uniti. Non vedo l’ora di ricominciare e tornare dai miei compagni per riprendere con i giochi dopo l’allenamento”
RIPRESA DEL CAMPIONATO – “Noi siamo per dare la massima disponibilità sia ad allenarci che a giocare. Ci sono fazioni diverse ovviamente. Nessuno ha torto, soprattutto chi dice che la salute è al primo posto. Ci sono anche interessi in ballo, come quelli economici e non solo: retrocessioni e promozioni su tutte, penso al Benevento. Magari finire secondo me sarebbe la cosa principale a discapito dello spettacolo con gare a porte chiuse e partite ravvicinate. Ora portiamo la stagione a termine in sicurezza”.
IDOLO DA BAMBINO – “Ho sempre avuto Del Piero come giocava e come si comportava anche a livello mediatico. Non era nel mio ruolo, era idolo ma non riferimento. Ho avuto la fortuna di giocare all’Inter e ho visto Zanetti: è stato il massimo come esempio sia per qualità che fuori dal campo. Era il capitano con la C maiuscola”.
ESPOSITO – “Il calcio è cambiato, ora i giovani vengono lanciati con più fiducia: prima in Germania c’erano più possibilità. Gli auguro tutto il meglio e le decisioni dovrà prenderle lui. Anche Bastoni seguendolo è un altro campione”.
FANTACALCIO – “Devo ammettere che lo faccio con amici, ma sono scarsi e mi fanno sempre vincere. Mi sono preso nella squadra perché avevo paura che mi portassero sfortuna, mi metto sempre in panchina ma gli altri perdendo sempre mi avrebbero affossato”.
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