Con l’arrivo alla Sampdoria del giovane Mikkel Damsgaard, datato lo scorso settembre, la piccola colonia di calciatori danesi che militano nella nostra Serie A ha toccato quota 9 rappresentanti. Fra di essi, i volti più noti sono quelli di due giocatori che si trovano a Milano: Christian Eriksen e Simon Kjaer.
Per il difensore rossonero, capitano della sua nazionale, le cose non potrebbero andare meglio, visto che ben presto è diventato un giocatore chiave dell’undici di Pioli. Lo stesso non si può dire per il centrocampista nerazzurro che, dopo quasi un anno in Italia, fatica ancora a trovare spazio nello scacchiere di Conte e, stando alle parole di Marotta, non è da escludere una sua partenza in futuro, già nel mercato di gennaio.
La redazione di Passione Inter ha contattato in esclusiva il tecnico della nazionale danese, Kasper Hjulmand, per parlare della situazione del centrocampista nerazzurro e dei suoi connazionali che giocano nel Belpaese.
Prima di tutto come vanno le cose in Danimarca, in questo periodo drammatico per il Coronavirus?
“Siamo molto attivi da questo punto di vista, molto impegnati per mantenere aperte più attività possibile, non abbiamo forse i problemi che hanno in altre zone. Speriamo che le cose vadano presto per il meglio per poter andare avanti nel migliore dei modi. In questo momento quindi va bene ci prendiamo cura gli uni degli altri”.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita del calcio danese. Da cosa è dipesa nella sua opinione?
“Siamo un piccolo paese, 5 milioni e mezzo di persone. Dobbiamo guardare ai valori di tutto il paese, non solo del calcio. Siamo molto vicini gli uni agli altri, sappiamo sostenerci a vicenda, stringerci assieme, lo puoi vedere anche con il Coronavirus. Quando è necessario restiamo uniti, crediamo gli uni negli altri, è una società fondata sulla fiducia. Questi valori si riflettono poi sul calcio: abbiamo una struttura solida, unita, dove lavoriamo molto e bene, assieme, collaborando. Quando poi i nostri ragazzi crescono e vanno a giocare in altri campionati, come anche in italia, sanno adattarsi e prendersi cura di sé stessi perché siamo persone responsabili. Non solo nel calcio, ma in tutta la società le persone cercano di fare le cose nel modo giusto. Poi dobbiamo adattarci quando andiamo in Paesi grandi perché siamo un piccolo Paese”.
Nel calcio italiano oggi ci sono 9 giocatori danesi. Pensa che per loro la Serie A sia una buona scuola? Quali difficoltà può trovare un giocatore del vostro paese, in Italia?
“Il calcio italiano è cambiato negli ultimi 5-10 anni. E’ uno dei campionato più vecchi d’Europa, l’età media dei giocatori in Italia è nella fascia alta in Europa, ma si vedono sempre più club che danno una chance ai giovani. Ora poi molti più club cercano di giocare in modo diverso, per esempio il Sassuolo. E questa è una cosa molto buona secondo me. Guardo Simon Kjaer: in Italia si sente come a casa, potete vedere come si senta a suo agio a Milano. Poi ci sono giovani calciatori come Skov Olsen e Damsgaard ed una persona può pensare: “magari il calcio italiano non è adatto per loro perché sono giovani e non si sa se riusciranno a giocare molto”. Invece stanno giocando, stanno crescendo molto bene. Hanno bisogno di imparare in fretta, di adattarsi in fretta. E’ molto bello vedere come si stanno adattando entrambi e come si guadagnano spazio”.
A proposito di Damsgaard e Skov Olsen: pensa che possano crescere a tal punto da meritarsi un grande club, un giorno?
“Credo di sì. Li ho visti crescere entrambi da che erano molto giovani. Ho fatto esordire entrambi nella Super League danese. Entrambi imparano in fretta e bene, sono due grandi talenti. Spero e credo che entrambi un giorno possano giocare in un grande club. Hanno la personalità e l’occasione per farlo. Ma sia Sampdoria che Bologna sono club fantastici e posti meravigliosi per i due giocatori”.
Riguardo Eriksen: so che preferisce non entrare nei dettagli di una situazione delicata, ma voglio chiederle se è sorpreso dalla sua situazione.
“Ovviamente continuo a seguire la sua situazione. Come hai detto tu non voglio entrare all’interno di questo. Quello che posso dire è che per me è uno dei migliori centrocampisti offensivi d’Europa. Un giocatore fantastico. Anche se non sta giocando molto all’Inter. Per esempio anche nell’ultima partita della Danimarca contro il Belgio è stato uno dei migliori in campo. Per me e per la Danimarca Christian è un giocatore molto importante”.
Crede che forse per lui potrebbe essere meglio giocare in un altro campionato più adatto alle sue caratteristiche?
“Penso che uno come Eriksen possa giocare in qualsiasi campionato in Europa, compreso quello italiano. Un giocatore con la sua qualità può giocare ovunque. Quindi per me può giocare anche in Italia”.
Riguardo Simon Kjaer: è soddisfatto di come stanno andando lui ed il Milan?
“Certamente. Quando i miei giocatori sono felici e migliorano, io sono contento per loro. Simon è nel posto giusto dove dovrebbe essere. So che è orgoglioso di giocare al Milan. I risultati che stanno avendo da quando c’è stata la pandemia sono straordinari e lui sta giocando molto bene. Gioca da capitano. Partita dopo partita dimostra quanto vale”.
Un’ultima domanda riguardo l’attaccante del Parma, Cornelius: lo scorso anno è cresciuto molto, dove pensa che possa ancora migliorare?
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