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ESCLUSIVA – Il ritorno del Niño Maravilla. L’ex compagno Fuentes: “Ogni anno migliora: gli bastano 15 minuti per incidere”

Quando hai segnato e vinto, da protagonista in Cile, Italia, Inghilterra e Spagna, non ti serve tanto tampo, all’interno di una partita di 90 minuti, per dire la tua. Quando hai alzato due volte la Copa America con una nazionale che, nella sua storia, l’ha vinta due volte, non hai bisogno di dimostrare nulla. Solo di avere continuità a livello fisico, cosa che Alexis Sanchez sta finalmente trovando in questa seconda parte della stagione 2020/2021.

Ad un passo dall’addio per il possibile scambio a gennaio con Edin Dzeko, El Niño Maravilla è rimasto, per vincere, per portare a termine il suo percorso in maglia nerazzurra. Nelle ultime 4 partite, il cileno è stato davvero decisivo: in gol nel 3-0 al Genoa. Doppietta decisiva nell’1-2 a Parma. Poi l’assist, ancora decisivo, per Lautaro Martinez contro il Torino. Un marchio indelebile nella stagione di Conte in un momento delicato. Il tutto, in appena 112 minuti, visto che spesso entra quando mancano 10-15 minuti alla fine del match.

La redazione di Passione Inter ha contattato in esclusiva una persona che lo conosce bene: Luis Fuentes, ex bandiera del Cobreloa in Cile, squadra dove Sanchez ha mosso i primi passi. Nel 2005, quando venne chiamato in prima squadra, Fuentes era il capitano di quel gruppo. Fuentes è stato infatti ospite del nostro nuovo canale YouTube in lingua spagnola, dedicato ai tanti che ci seguono in particolare dalla penisola iberica o dal Sudamerica.

Luis, partiamo da quella stagione, nel 2005, quando Alexis venne chiamato a giocare con “i grandi”. Che ricordo hai di quel ragazzino?

“Un ragazzo destinato ad essere conosciuto a livello mondiale. Un giocatore che si nota sempre e fa la differenza. Sono tra i giocatori che hanno avuto la fortuna di vivere un gruppo che a livello umano era davvero molto bello. Mi riferisco agli altri giocatori che componevano quella squadra”.

Vedendo questa foto (qui in basso), ti chiedo: che ricordi ti tornano in mente del tuo rapporto con lui e in particolare cosa ti sorprendeva di più di Alexis?

“Alexis viene da una famiglia umile, questo si vedeva nel suo atteggiamento, e si vedeva che era un giocatore destinato ad affermarsi non solo nel calcio cileno, ma in quello mondiale. Guardando questa foto mi vengono in mente molti ricordi, mi piaceva molto parlare con i giovani, aiutarli ad essere un valore aggiunto nella squadra. Nel caso di Alexis, gli ho sempre detto che la sua abilità maggiore era quando, entrando in area, nessuno riusciva più a fermarlo. Ora invece si sta dimostrando un grande giocatore non solo come attaccante, ma giocando qualche metro più indietro, come ‘dieci’. Lanci, assist: benvenuti nella seconda tappa della vita di Alexis”. 

Credi che possa essere determinante in questa ultima parte di stagione dell’Inter, un valore aggiunto per lo Scudetto?

“Credo di sì. I giocatori maturano. Alexis è uno di quelli che è stato sempre in ascesa da questo punto di vista. Ha avuto problemi fisici che lo hanno frenato per un anno. Ma ora sta avendo continuità ed a 32 anni vede il calcio in un modo diverso. Credo che questo lo stia aiutando e sono sicuro  che continuerà a farlo”.

Conte ha sottolineato come giocatori di grande esperienza come lui e, per citare un altro cileno, Vidal sono molto importanti all’interno della squadra, anche se non giocano tutte le partite.

“Sì, credo che l’idea sia questa. Questi giocatori non sono importanti solamente in campo: Alexis e Arturo sono grandissime persone. Arturo non l’ho incrociato molte volte, però ho una grande opinione di lui dal punto di vista umano. Basta vedere cosa hanno raccolto gli altri giocatori quando li hanno incontrati. Per questo prima sottolineavo i consigli che ho cercato di dare a lui, così come ad altri passati dal Cobreloa come Charles Aránguiz ed Edu Vargas”.

Riguardo il futuro di Alexis: credì che continuerà nell’Inter e che continuerà ad essere decisivo nel campionato italiano?

“Speriamo che continui con questo alto rendimento ogni volta che sarà chiamato in causa. Fa la differenza in 15-20 minuti. Speriamo ovviamente che possa continuare con la sua grande carriera in Europa e nell’Inter. D’altronde, è stato un giocatore chiave per i nerazzurri nelle ultime partite”.

La redazione di Passione Inter ringrazia Luis Fuentes per la disponibilità.

Daniele Najjar

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