A parlare di Inter, Jocelyn Angloma quasi si emoziona: “Una squadra speciale, che porterò sempre nel cuore”. Con un Presidente, Massimo Moratti, altrettanto speciale: “Era come un padre per noi”. Ma di tornare in Italia, in futuro, non se ne parla: “Solo in vacanza” – assicura – “sto troppo bene nella mia isola, a Guadalupa”.
La redazione di Passioneinter.com ha contattato in esclusiva l’ex difensore, oggi Commissario Tecnico della sua Nazionale: ci ha risposto da più di 7mila chilometri di distanza dalla sua amata isola dell’Oceano Atlantico, per parlare con una certa gioia del passato a Milano, al fianco di giocatori del calibro di Zanetti, Zamorano e Djorkaeff, nonché del presente della squadra di Antonio Conte.
Jocelyn, come stai? Come va la tua esperienza di allenatore della Nazionale di Guadalupa?
“Sto bene a Guadalupa. E’ bello fare l’allenatore qui, nel mio Paese, tranquillamente, senza troppa pressione e difficoltà. Non siamo a livelli professionistici, possiamo fare delle belle cose, anche con i bambini, collaboro con la federazione francese in questo”.
Che cosa rappresenta per te l’Inter?
“Un periodo bellissimo della mia vita. Sono potuto crescere ancora di più dopo l’esperienza al Torino, in una grande squadra. Volevo rimanere più tempo, ma non ho potuto farlo: dopo solamente un anno sono dovuto andare al Valencia. Ma da quel momento seguo sempre i nerazzurri, li ho visti crescere. Arrivammo in finale di Coppa Uefa, l’anno dopo il mio addio hanno alzato la coppa. Ma l’Inter rimane sempre nel mio cuore, per me è stato un piacere ed un onore giocare a Milano”.
Il tuo ricordo più bello in nerazzurro?
“Non abbiamo vinto titoli, ma abbiamo fatto una bella stagione. Abbiamo giocato una finale, facendo belle cose in campionato, ed ho giocato con campioni come Pagliuca, Zamorano, Djorkaeff, Paul Ince, Winter. Avevamo una squadra per fare grandi cose, anche se non ce l’abbiamo fatta fino in fondo a farle. Poi c’era Moratti, un signore. Mi manca moltissimo”.
Che rapporto avevi con lui?
“Una relazione normale, ma lui conosceva bene il calcio ed instaurava con i giocatori un rapporto particolare. Era presente, sapeva parlargli nel modo giusto, mi piaceva molto questo lato di lui. Avevamo un normale rapporto da uomo a uomo, ma da un lato somigliava a quella di un padre con il figlio. I giocatori avevano sempre questo affetto nei suoi confronti”.
Come hai detto tu, in Coppa Uefa avete fatto un grande cammino, condito da diversi tuoi gol. Dopo uno dei quali (contro il Grazer AK) ti sei anche infortunato…
“Mi ricordo benissimo di quel gol. Avevo un piacere immenso dentro per il gol fatto, ma alla fine mi sono fatto male e sono dovuto pure uscire! Il piacere per la rete però mi ha fatto dimenticare il dolore. Mi sono sentito fortissimo quel giorno”.
Quella sera si è potuto vedere un’immagine inedita: Javier Zanetti arrabbiato (per la sostituzione)!
“Non ricordo bene questo episodio, è passato tanto tempo. Però ho un grandissimo ricordo di Zanetti, è stato un grandissimo giocatore e mi piace molto anche il lavoro che sta facendo ora. E’ importante per l’Inter avere uno come lui che ha scritto la storia e che poi rimane come dirigente. Ho potuto giocare con Javier, era incredibile: una volta lo vedevi terzino, una volta in mediana, una volta in attacco… avevamo un bellissimo rapporto”.
Che ricordo hai di Roy Hodgson?
“Sicuramente è stato trattato un po’ male, perché non avevamo i risultati che una squadra come l’Inter deve avere, soprattutto con giocatori di livello internazionale. Ci sapeva fare con i giocatori, era molto affettuoso. Per una squadra come l’Inter serviva una grande personalità, e lui l’aveva, ma credo che gli mancasse qualcosa. Non ha potuto portare a termine il lavoro come voleva. Ma è così: le grandi squadre cambiano spesso allenatore”.
Hai giocato con tanti campioni. Te ne cito due: Djorkaeff e Zamorano.
“Djorkaeff lo conoscevo già dalla Nazionale, lo sapevo bene cosa era in grado di fare. Avrò sempre negli occhi il suo incredibile gol in rovesciata alla Roma. Zamorano… l”Elicottero’, Bam Bam Zamorano! Ha fatto grandi cose, era il nostro goleador. Era una squadra vera quella, c’era amicizia, si andava a mangiare fuori, ogni tanto a fare festa… non tantissime eh (ride n.d.r.). Ho giocato con due campioni di livello assoluto. Djorkaeff ha vinto anche il Mondiale e questo è stato bellissimo”.
Segui ancora l’Inter?
“Ho giocato in sette squadre e le seguo ancora tutte e sette. In particolare l’Inter ovviamente, una grande squadra, gioca bene a calcio. Ha qualcosa di speciale questa squadra. Quest’anno pensavo che i nerazzurri potessero vincere, erano partiti alla grande, ma alla lunga hanno perso tanto. Era difficile per Conte arrivare e vincere subito. Ma so che lui fa di tutto per vincere ed anche ora farà di tutto per dare filo da torcere alla Juventus. I bianconeri però sono forti. L’anno prossimo comunque l’Inter può tornare di nuovo in Champions e questo è molto bello per i tifosi, fondamentale”.
Vorresti tornare in Italia un giorno, magari come allenatore?
“Sono tornato in Italia per i miei 50 anni, per festeggiare. Ma non come allenatore, non credo. E’ un lavoro difficilissimo, non credo faccia per me, alla mia età non ci penso. Sto bene nella mia isola di Guadalupa, dove ho potuto veder crescere i miei bambini e diventare uomini. Nemmeno in Francia mi ci vedrei. Sto veramente bene qui. Non ho mai sentito il bisogno di allenare a grandi livelli. Quindi, tornare per le vacanze sicuramente, perché l’Italia è un Paese che amo. Soprattutto Milano, una bella città. Una esperienza incredibile vivere 3 anni in Italia, ho conosciuto gente bellissima”.
La redazione di Passioneinter.com ringrazia Jocelyn Angloma per la disponibilità.
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