ESCLUSIVA – Lukaku show, Marc Wilmots: “Che feeling con Conte, lo vidi già ad Euro 2016”. Su Nainggolan: “Un cuore grande come San Siro”
L'ex c.t. del Belgio ai microfoni di Passione Inter: "Romelu ed Antonio si parlavano durante Italia-Belgio. Radja? Può dare tanto"Una vita a zittire un po’ tutti. Al giorno d’oggi non è facile trovare chi possa muovere qualche critica a Romelu Lukaku: 31 gol in 49 presenze al primo anno in un nuovo campionato sono troppi anche per il più acerrimo dei detrattori. Eppure, al suo arrivo in Italia, il centravanti belga ha trovato immediatamente la strada in salita, fra il dover dimostrare che il prezzo pagato per il suo acquisto fosse giustificato, la responsabilità di dover sostituire l’ex attaccante simbolo e capitano del club nerazzurro (Mauro Icardi) e le prime ‘puntualizzazioni’ dopo qualche match sottotono.
Dopo i racconti dell’ex vice-c.t. del Belgio Vital Borkelmans però, un altro personaggio di spicco legato alla nazionale dei Diavoli Rossi descrive ai microfoni di Passione Inter il duro lavoro che il numero 9 di Conte ha dovuto affrontare, prima di arrivare dove è oggi: Marc Wilmots, che del Belgio è stato il ct dal 2012 al 2016, dopo un periodo anch’egli da vice, dal 2009 al 2012. “E’ un peccato che la stampa belga lo abbia spesso criticato” – racconta Wilmots – “sottolineando le sue carenze tecniche. Eppure oggi la sua tecnica è eccellente”. L’attuale tecnico dell’Iran, ci spiega il perché nel corso dell’intervista che ci ha rilasciato.
Wilmots, si aspettava un primo anno in Italia così positivo per Romelu?
“Sì, ti dirò che me lo aspettavo. Questo perché quando tutte le cose sono state messe lì a sua disposizione, nel modo giusto, lui ha sempre fatto bene. Ad Euro 2016, durante Italia-Belgio, ho visto Antonio Conte parlare con Lukaku. Loro sono sempre stati vicini”.
Quanto è importante Conte per lui?
“Conte ha creduto in lui, lo ha migliorato nel modo di giocare spalle alla porta. Prima Romelu usava spesso la profondità, mentre ora lui gioca molto di più come perno d’attacco. Fa scambi veloci, sponde. E si fa trovare sempre pronto quando c’è da attaccare la profondità. È un vero bomber. Quindi tutto va per il verso giusto e questo anche grazie alla fiducia di Conte. Un attaccante ha bisogno di avere fiducia”.
Con Lautaro Martinez poi, forma una coppia molto affiatata.
“Lautaro Martinez è un buon compagno per lui: si completano a vicenda, si cercano spesso, in velocità con le loro combinazioni. Giocare con due attaccanti così è un bene per l’intera squadra. L’Inter è davvero notevole con loro due davanti”.
Che ricordo ha degli anni passati con lui? Cosa la colpiva di lui maggiormente?
“Il ricordo che ho di Romelu è sempre stato quello legato alla sua capacità di migliorarsi. Di lavorare. Sul fare gol in particolare. Dopo ogni allenamento si fermava un quarto d’ora-venti minuti per lavorare sui tiri con il piede debole. È uno di quelli che vuole continuamente migliorarsi, ogni giorno. È un vero peccato che la stampa belga lo abbia spesso criticato, parlando della sua carenza tecnica“.
Altro aspetto sul quale è migliorato molto quest’anno.
“Sì, ora vedo che tecnicamente sta diventando eccellente, gioca molto velocemente ad un tocco, si sente molto nelle partite. La chiamo esperienza. Unita al chiodo fisso di essere competitivo. Per vincere titoli e migliorare. Pensammo che avrebbe avuto successo al Manchester United, invece sta accadendo all’Inter. Ha trovato un buon posto, dove sentirsi amato, apprezzato e con un allenatore che si fida di te. E quando entri in un circolo come questo, tutto va al suo posto affinché ne esca una grande stagione. Grazie anche alla squadra che gira intorno a lui e tutti quelli che vi lavorano”.
Un altro giocatore che lei ha avuto nel Belgio è Nainggolan. Pensa che potrebbe far ancora comodo a questa squadra?
“Radja ha qualità, è competitivo. Non spetta a me dire cosa dovrebbe fare Conte. Posso solo dire che negli anni passati con lui non ho mai avuto problemi: è un ragazzo con un cuore grande come San Siro! Può dare molto alla squadra, ma queste sono scelte manageriali e della dirigenza, difficile per me commentarle. Riguardo al suo periodo nella nazionale belga, sono rimasto molto soddisfatto dalle sue prestazioni in mezzo al campo, dove con Witsel e Fellaini formava un trio veramente eccezionale. Uno dei migliori d’Europa“.
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