Pur senza giocare, l’Inter nel corso di questa settimana ha scritto una nuova pagina della propria storia, cambiando il proprio logo ed anche, seppur soltanto a livello di marketing, il nome con il quale verrà rappresentata (“Inter Milano”) da ora in poi.
Come per tutti i cambiamenti di un certo peso, la scelta è stata apprezzata da tanti e disprezzata da altrettanti: i tifosi dell’Inter si sono divisi fra chi approva le scelte dettate da logiche commerciali e chi, invece, non vuole che venga mutata la tradizione.
La redazione di Passione Inter ha parlato di queste tematiche con il propietario della seguita pagina Facebook “FM – Visual Designer”, che ci ha aiutato a capire meglio quali logiche hanno portato la società nerazzurra a prendere questa strada.
Francesco, cosa ne pensi del nuovo logo dell’Inter?
“Poteva essere fatto molto… peggio! Trovo che sia molto funzionale, pulito. Tecnicamente è fatto molto bene, d’altronde è difficile che a questi livelli si facciano le cose a caso. E’ ben fatto. Chiaro che, inevitabilmente, ricorda il logo dell’Olympique Marsiglia, per la presenza delle due lettere. Ma non penso che questo debba essere un problema. In generale quindi lo approvo”.
Come nel caso di altri club, anche l’Inter ha puntato sul semplificarlo, sul renderlo riconoscibile: che benefici porta questo tipo di scelta a livello di marchio?
“Credo che porti assoluti benefici. Premetto che quello precedente già era molto semplice ed adatto ad essere applicato a diversi supporti senza nessun problema. Questo è una sintesi ancora più estrema, visto che le lettere sono solo due. Porta benefici sia a livello commerciale che per le divise dei giocatori. C’è stato un grandissimo lavoro per quanto riguarda l’immagine coordinata, la comunicazione e tutto il resto”.
Come spesso accade in questi casi, fra i tifosi si osserva una divisione fra chi apprezza la novità e chi invece rimane più legato alla tradizione…
“Da qui ai prossimi 5 anni saranno sempre di più le società a capire che il logo non può rappresentare solo la storia, la tradizione, ma le scelte saranno sempre più dettate da regole commerciali. Il logo diventa quindi il mezzo per costruire del merchandising fatto bene”.
In questi giorni sono uscite anche le prime indiscrezioni circa la quarta maglia del prossimo anno. Che ne pensi?
“Anche qui c’è sempre più questa direzione, della scelta dettata da logiche di merchandising, verso lo streetwear. Meglio un abbigliamento alla moda che sportivo. Che possa indossare anche chi simpatizza ma non segue il calcio. Chiaro che, come per tutte le cose, soprattutto all’inizio c’è bisogno di metabolizzare la cosa e non è semplice”.
Visto che siamo in tema di scelte commerciali, una domanda non strettamente collegata alla grafica: della scelta del nome “Inter Milano” per i prodotti del merchandising, cosa ne pensi?
“Bisognerebbe capire bene cosa c’è dietro. Mettere la città nel nome, nonostante sia una squadra di Serie A e conosciuta nel mondo, può essere una scelta strategica, studiata a tavolino”.
La redazione di Passione Inter ringrazia F. M. per la disponibilità.
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