21 Aprile 2020

ESCLUSIVA – Mascara: “Il mio Catania fondamentale per il Triplete dell’Inter. Gol da centrocampo? Istinto e fortuna. Julio Cesar mi disse…”

L'ex attaccante azzurro si racconta in diretta su Instagram con Passioneinter.com

E’ Beppe Mascara, ex attaccante tra le altre di Napoli e Catania, l’ospite della diretta pomeridiana di Passioneinter.com. Dopo aver girato l’Italia e dopo una breve parentesi anche a Dubai, ora l’azzurro siede sulla panchina del Biancavilla. Dalle sfide indimenticabili contro l’Inter di Mourinho ai temi più caldi che tengono banco nel mondo del calcio, vi proponiamo qui di seguito le sue dichiarazioni raccolte dalla nostra redazione.

Il fantacalcio:Negli anni in cui giocavo lo seguivo ma non ero un grande appassionato. Ora i miei figli lo fanno ogni anno, è sempre una tragedia! Costavo poco e la domenica riuscivo a segnare, sono stati anni stupendi. Vivevo il calcio con grande passione, ho raggiunto palcoscenici importanti partendo dal basso”.

L’emergenza coronavirus: “Stiamo bene, è molto delicata come cosa. Non tuffiamoci appena ci daranno il via, questa pandemia si può ripresentare. Attendiamo con speranza. Ricordo a tutti di restare a casa fin quando non ci verrà detto di poter tornare fuori”.

Il saluto di Ledesma: “Pelle d’oca, era da parecchio che non lo sentivo. Lui è andato via dal Catania, era un grande giocatore. Ha avuto un brutto infortunio, si è un po’ perso. Un ragazzo leale e sincero, come pochi che ho incontrato in carriera. Vi dico grazie per questo messaggio, mi ha fatto enorme piacere”.

La gavetta e l’arrivo in Nazionale:Parliamo di 20-25 anni fa, partendo da un paesino del Sud non era facile. Non c’erano procuratori, scuole calcio o altro. Piano piano mi sono messo lì, a 18 lavoravo con mio padre come ambulante. Ho voluto provarci, è andato tutto bene. La Serie C era un lusso 20 anni fa, c’era gente che ora potrebbe giocare tranquillamente in Serie A”.

L’esperienza in A con il Catania: “Le mie sette salvezze in A raggiunte con il Catania per me equivalgono a sette scudetti di fila. In quegli anni c’erano grandi squadre e grandi campioni. Era una grande squadra, i tifosi ci seguivano in ogni trasferta”.

La prima volta a San Siro e il gol all’Inter: “Era la terza giornata di campionato, era la prima volta a San Siro. Mi girava la testa nel riscaldamento, pensavo di sentirmi male. E’ uno dei più belli dell’Europa, poi mi sono sciolto nel riscaldamento ed è arrivato quel gol”.

I gol da centrocampo:Non li provi mai in riscaldamento o in allenamento, è tutto roba di istinto e fortuna. Se ti va bene fai la storia, ci provavo e non mi ponevo mai limiti”.

La vittoria contro l’Inter del Triplete: “E’ stata la partita chiave per far vincere il Triplete all’Inter. Era un grande gruppo e una grande squadra, loro sono venuti a Catania sapendo di non venire a fare una passeggiata. L’abbiamo preparata bene, avevamo grande rispetto. La sconfitta è servita all’Inter per non sottovalutare le squadre sulla carta minori”.

I tre gol a Julio Cesar: “Ci incontrammo e mi disse: ‘Mi hai rotto…”. E’ un bravissimo ragazzo, umile. E sono quelli che fanno la differenza e ti fanno vincere”.

L’avventura al Napoli: “Per me è stata una seconda casa, ho vissuto benissimo lì. Catania e Napoli sono città simili, molto passionali. Non ho avuto problemi e mi sono ambientato benissimo. Porto dentro emozioni indelebili”.

Il retroscena su Simeone:Il mister l’ho avuto solo per un mese, poi sono andato via. Ma si vedeva subito che aveva un carisma da vendere, non stacca mai. E’ stato impressionante lavorare con lui. Una grande e bella persona”.

E su Zenga:Per essere stato portiere, è un grande allenatore. E’ molto molto preparato. Quando ci siamo conosciuti e mi ha portato negli Emirati, mi è rimasto impresso il suo modo di lavorare. Deve migliorare tante cose, può fare davvero bene”. 

La coppia Lautaro-Lukaku: “All’inizio hanno fatto un po’ di fatica ma era normale. Ora stanno facendo un grande lavoro, Conte anche. Hanno perso troppi punti per disattenzioni ed è un peccato per il percorso fatto. Lautaro ha il futuro assicurato da qui a 10 anni, non me lo farei scappare”.

La nuova vita da allenatore:Sta andando male (ride, ndr). E’ uno stress continuo, pensi, te la canti e te la suoni da solo. Sei un comandante in mezzo alla tempesta. Però mi piace, voglio migliorare e mi appassiona. Ho avuto grandi allenatori, ho preso da loro pregi e difetti e spero di fare carriera”.

Il Papu Gomez:Quando è venuto a Catania era molto giovane, si vedeva che aveva la stoffa. Non è stato costante, poi è cresciuto e si è lasciato andare. Sta facendo cose straordinarie”.

Il giocatore più forte affrontato: “Kakà. Per la semplicità con cui giocava, faceva tutte le cose con una semplicità enorme. Poi ti posso dire Figo, Solari ma già si conosceva. Kakà ti faceva emozionare e divertire”.

[fnc_embed]<iframe src=”https://gopod.me/embed.php?t=0&p=HaAmW” width=”100%” height=”280px” frameborder=”0″ scrolling=”no”> </iframe>[/fnc_embed]

Commenta tutte le news con i tifosi su Telegram: ci sono già più di 2.000 interisti!

https://redazione.passioneinter.com/notizie-nerazzurre/inter-news-live/