ESCLUSIVA – Tancredi Palmeri: “Milinkovic-Savic ideale per l’Inter. Lautaro mi ricorda Falcao. Su Ibra…”
Il noto giornalista è intervenuto nel nostro podcast Passioneinter TalkNel 28esimo episodio di Passioneinter Talk – il podcast di Passioneinter.com – oltre ad aver ampiamente trattato l’analisi della partita di ieri vinta dall’Inter per 3-4 in casa del Sassuolo ed anticipato i temi del match di mercoledì in Champions League contro il Borussia Dortmund, abbiamo anche scambiato quattro chiacchiere con Tancredi Palmeri. Il noto giornalista, dopo aver discusso del black out degli ultimi 20 minuti nerazzurri a Reggio Emilia, ha parlato di possibili innesti per le prossime finestre di mercato, sottolineando poi quelli che stanno diventando dei punti fermi di questa Inter come Lautaro Martinez.
Ecco le parole di Palmeri in esclusiva:
FURIA CONTE – “Quanto si è arrabbiato Conte? Parecchio. Tutte l’evoluzione della partita è stata spettacolare, facile immaginare quanto si sia arrabbiato. Ma bisogna andare oltre lo stereotipo di Conte, si è arrabbiato con costrutto e non li ha distrutto. Era giusto far entrare Lazaro sul 4-1, però il Sassuolo è arrivato al gol da qualche situazione dove Lazaro ha avuto responsabilità. Oltre che questo, se un investimento da 20 milioni non riesce a reggere nemmeno mezz’ora ad ottobre, c’è qualcosa che non quadra. Non è ovviamente solo colpa sua, credo che tutti hanno staccato un po’ la spina. Ci sono certe cose su cui lavorare, Brozovic ad un certo punto non è riuscito più a fare filtro, i laterali sono venuti meno. Aveva fatto dei cambi e gli sono tornati indietro perché Conte ha perso fisicità. Sembra quasi restringere ulteriormente la rosa a livello mentale”.
DISTANZA TRA I REPARTI – “Come distanza in sé non direi, più che altro non è la prima volta che succede. Vedi che ad un certo punto è come se la benzina finisse in quel paio di uomini fondamentali a centrocampo e non riescono ad aiutare come prima. Come se avessero un’autonomia di 65 minuti e poi vanno in riserva. Non c’è una legge immutabile che ci dice che è così, ma ci basiamo sulle dieci partite viste fino ad ora. Negli ultimi 20 minuti, non è tanta la distanza ma il centrocampo perde di tono quasi. Ed è ovvio che qualsiasi squadra non riesca a tenere gli stessi ritmi per tutta la partita, non ci riesce neanche la Juventus. Ieri Conte da Gagliardini ha avuto qualche risposta in più rispetto alle partite precedenti”.
INNESTI A CENTROCAMPO – “Matic o Rakitic a gennaio? Può avere un senso, è mancata quella esperienza per addormentarla. Poi ripeto, sul 4-1 al 65′ è difficile pensare che non sei riuscito ad addormentarla. In queste occasioni un giocatore da solo non è mai sufficiente, come capita al Milan con Biglia. Brozovic, che ormai è al terzo anno di alto livello, ancora ha bisogno di un tot di minuti. Rakitic è più di tocco, Matic è più un mediano di conservazione, che va al contrasto. Per addormentarla forse avresti più bisogno di Rakitic. Se uno guarda il centrocampo dell’Inter e si chiede di cosa ha bisogno, io vedo che il palleggio ce l’hanno, la fisicità con minore qualità ce l’hanno con Gagliardini e Vecino. Teoricamente servirebbe una qualità abbinata a fisicità, Vidal o ancor meglio Milinkovic-Savic. Se guardi bene in fondo Rakitic non è differente come caratteristiche dai tre di centrocampo che hai. Su Matic non son sicuro sullo spazio che troverebbe. Guardando la partita di ieri, vediamola come una tappa di crescita della squadra. Ci son 60′ in cui l’Inter sin dall’inizio ha martellato il Sassuolo, una partita che era molto più difficile di quanto potesse sembrare. L’Inter ha fatto la partita che voleva, ha rischiato come risultato, ma come gioco è stata totalmente differente. Questa è una squadra che non ha mai lottato per nulla, a parte il posto Champions. Ti fa più strano che sia la Juventus a rischiare contro il Bologna, piuttosto che l’Inter che deve apprendere queste tappe. Conte qualche tappa di apprendimento comunque la concede”.
LAUTARO-LUKAKU – “L’infortunio di Sanchez pesa, perché non è arrivato soltanto come un aiuto. Ha giocato due partite: in una è stato il migliore in campo, nell’altra è stato funzionale per mettere in difficoltà il Barcellona. Serve eccome, anche ieri al posto di Politano avrebbe fatto comodo. Per quanto riguarda Lautaro-Lukaku, è una coppia ben assordita. Solo che si devono confrontare con Icardi, uno che metteva 25 gol all’anno. Appena uno dei due attaccanti fa due partite senza segnare, scatta immediatamente il confronto. L’altra cosa che mette pressione, riguarda l’attacco della Juventus. Così come dal lato Juve temono l’effetto Conte, dal lato Inter temono di perdere contatto. Al netto di questo, un buono numero di critiche sono state ingenerose. Con il Milan ha segnato un gol decisivo, in altre partite è stato o discreto o buono. Lautaro idem, con Barcellona è Juve ha fatto bene. Se si recrimina il fatto che ha volte sbaglia gol… ha solo 22 anni. Batistuta fino a quando si è definito, segnava tanto e sbagliava tanto. Icardi possibilmente era uno dei pochi con delle statistiche simili a quelle di Ronaldo e Vieri, roba da un gol ogni due occasioni. Lautaro ha 22 anni, sulle spalle una stagione da panchinaro, in Europa gioca senza paura. In Copa America era quello che in Argentina dettava i tempi dal punto di vista della grinta atletica. E lo vedevi che come tecnica è meno rispetto ad altri, ma supplisce con altre cose. Secondo me, più che Batistuta, un giocatore che ricorda molto è Falcao. Poi Falcao è cresciuto in potenza ed acrobazia, ma mano mano che è andato avanti con la carriera. Gli interisti dovrebbero fare un secondo monumento a Milito che ha tenuto il canale preferenziale con l’Inter”.
IBRAHIMOVIC – “Ibra ci spera nell’Inter, lui vuole tornare in Italia, ma non vuol farlo a tutti i costi. Solo per qualcosa che sia alla sua altezza. Il misto di possibilità economica, ambizioni e progetto, lo danno Inter e Napoli. Al Bologna manca la parte delle ambizioni. Al Milan si incastrava perfettamente, ma Gazidis pose il veto. 4 milioni l’anno ad Ibra si possono dare. Esposito? L’Inter è un progetto di lunghe vedute, ma si deve sviluppare adesso. Ibrahimovic però non ha mai fatto panchina nella sua carriera, quindi sarebbe una situazione nuova che lui dovrebbe accettare. Bisognerebbe vedere quanto questa situazione vada bene a Conte. Sarebbe l’unico che non sarebbe facilmente gestibile da Conte, sarebbe un’incognita da mettere nella gestione di Conte. Non sono sicuro che ad Ibra, fare solo parte delle opzioni offensive, potrebbe bastare”.
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