Come ogni giorno alle 19:00 siamo in diretta sui nostri canali social per parlare delle notizie più calde di casa Inter, di mercato e non solo. Quest’oggi insieme a Lorenzo Polimanti e Daniele Najjar abbiamo avuto ai nostri microfoni un grande ospite: Fulvio Collovati.
L’ex giocatore dell’Inter dal 1982 al 1986 e campione del Mondo con l’Italia nel 1982, ora opinionista sportivo, ha fatto il punto in casa nerazzurra:
IL DERBY D’ITALIA – “E’ stata una partita dominata dall’Inter. Vincere contro la Juventus – e lo dico per esperienza – fa un grande effetto. C’è grande rivalità anche con il Milan, ma quando ero all’Inter c’era un qualcosa di più quando incontravi la Juventus, è sempre stata l’acerrima nemica per tanti motivi. Soprattutto per come ha vinto ha riempito di orgoglio e di gioia i tifosi. Ha dominato non tanto dal punto di vista numerico, ma proprio dal punto di vista del gioco e della tattica. La Juventus non ha fatto un tiro in porta, l’Inter poteva vincere con un divario più ampio: è questo quello che resta agli occhi dei tifosi. Che l’Inter fosse una delle favorite allo Scudetto lo dissi 5 mesi fa. Conta come ha chiuso il campionato scorso senza dimentica la finale di Europa League. Vedendo anche le difficoltà della Juventus era inevitabile dire che l’Inter – per solidità e gruppo – era una delle favorite. Però vincere come hai fatto l’altro giorno aumenta l’autostima personale, perciò mi immedesimo nei giocatori che non devono però abbassare la guardia. Stiamo sempre parlando della Pazza Inter, capace di prestazioni negative con squadre inferiori. La gara di domenica ti deve lo slancio per quello che è il traguardo che è lo Scudetto”.
RICORDI – “Il tifoso interista non ha mezze misure: o ti ama profondamente o ti odia. Ci sono tanti tifosi di tante altre squadre e magari sono una via di mezzo. Se riesci ad entrare nei cuori dei tifosi dell’Inter ti amano. Io in fondo per l’Inter non ho fatto niente, ho giocato quattro anni, anni bellissimi con grandi giocatori, ma in realtà abbiamo fatto solo tante semifinali europee. Non abbiamo vinto niente, però evidentemente sono entrato nei loro cuori. Mi ricordano con grande affetto che contraccambio”.
INTER ITALIANA – “Su questo non sono un esterofilo. Il calcio è cambiato rispetto ai miei tempi. Io devo dire che se andiamo a vedere i trascorsi delle grandi squadre – come il Milan di Sacchi che aveva anche Gullit e Van Basten – hanno avuto un’anima italiana. L’Inter degli anni ’80 aveva stranieri come Matthaus, ma c’erano Bergomi, Baresi, Berti. C’è un’anima particolare per la maglia, c’è attaccamento particolare che lo straniero non ha. Non è cattiveria, assolutamente, ma ci sono tanti motivi. Il fatto che l’Inter abbia Bastoni, Barella – miglior centrocampista d’Italia e lo diventerà anche nel panorama internazionale – è importante. Le squadre italiane dovrebbero avere più italiani in squadra per avere un’anima diversa”.
CRESCITA DI BASTONI – “Bastoni è un giocatore cresciuto tanto, è il difensore moderno con i piedi buoni. Il lancio che ha fatto domenica di solito lo fa un numero 10. Lui lo ha fatto perché ha l’intelligenza e i piedi di un centrocampista. Come tutti i ragazzi deve migliorare nella fase difensiva. La prima cosa che deve fare il difensore è difendere, non impostare. Mi rendo conto che nel calcio moderno ci sono altre priorità. Ha un presente ed ha un grande avvenire, si parla di Nazionale. Bisognerà capire nella difesa a 4 di Mancini se riuscirà a fare uno dei due centrali. Deve migliorare un po’ in marcatura, nella difesa a 3 spesso va avanti. Non si può discutere Bastoni che ha una grande carriera davanti”.
DIFESA PIU’ FORTE DEL CAMPIONATO – “Non dobbiamo dimenticare i gol subiti all’inizio dell’Inter per una mentalità diversa. Se giochi contro squadre forti non puoi schierare Hakimi e Perisic che sono offensivi perché la difesa a 3 soffre. E’ una squadra che quando gioca con Skriniar, De Vrij e Bastoni riesce ad avere garanzie e sicurezze. Poi anche con Brozovic e Barella davanti – che è un tuttofare e si è visto con l’inserimento di domenica – io difensore sono più tranquillo. Molto dipende anche da chi hai davanti”.
BARELLA COME TARDELLI – “Mi auguro che faccia la carriera di Tardelli. Li vedo però un po’ diversi come caratteristiche, Marco partì terzino poi mediano marcatore. Infine nell’1982 ha fatto l’incursore. Ci sono delle similitudini soprattutto negli inserimenti, Barella è bravo come lo era Tardelli. E’ anche un lottatore. In fase difensiva è più bravo Tardelli. Magari deve limitare qualche nervosismo, ma fa parte del suo carattere focoso, è bello avere in squadra un trascinatore”.
SENSAZIONE INTER E MILAN IN TESTA – “Scudetto? Considerando un po’ l’annata negativa della Juventus dopo 9 anni di dominio, le squadre milanesi devono sfruttare questo momento. Soprattutto l’Inter. Il Milan è sorprendente, piena di ragazzini. Hanno fame ma penso che l’organico e la qualità dell’Inter sia superiore. Lo Scudetto penso che tornerà a Milano, ne sono certo. Dico 55% Inter e 45% Milan”.
IL COLLOVATI DI OGGI – “In questo momento c’è carenza di difensori e portieri, tranne Donnarumma, italiani. C’è una generazione di portiere che sta crescendo come Gollini e Cragno. Il problema è che di difensori ce ne sono pochi: io guardo gli italiani. Al momento guardo i due che giocano in Nazionale e sono Bastoni e Romagnoli, entrambi mancini. Uno più espero come Romagnoli, ma con i piedi buoni tutti e due. Bastoni sotto certi aspetti mi somiglia”.
NAZIONALE – “Ha tanti giovani e il centrocampo con Barella, Castrovilli, Verratti, Tonali, Zaniolo. Ha impostato una Nazionale di giovani che non so se riuscirà ad ottenere qualcosa subito nel 2021. Però vedo un grande futuro. Mancano gli attaccanti, dietro Belotti e Immobile c’è il vuoto. Nel 2022 se il valore continuerà a cresce l’Italia potrà dire la sua”.
PROMESSA – “Se l’Inter vince lo Scudetto faremo una diretta dove avremo più tempo”.
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