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ESCLUSIVA PI – Pistocchi: “Conte aveva chiuso per Kanté, a gennaio voleva Kessié. Campionato? Dipenderà da arbitri ed episodi”

Come ogni giorno alle 19:00 siamo andati in diretta sui canali social di Passione Inter, e nella diretta odierna insieme ai nostr Lorenzo Polimanti e Daniele Najjar abbiamo commentato i temi caldi di casa Inter con il giornalista Maurizio Pistocchi.

Inter, Getty Images

Ecco le sue parole: “Le ultime prestazioni sono state buone, la squadra è in crescita. Abbandonata idea del trequartista, dettata dalla posizione di Eriksen, la squadra ha dimostrato più equilibrio. Conte proseguirà con il percorso che conosce meglio ed ha i giocatori adatti. Le assenze sono pesanti, perché Vidal, seppur contestato da una parte della tifoseria, ha fatto bene nelle ultime 2-3 partite, soprattutto da interno destro a coprire Hakimi. Serve un giocatore bravo tatticamente che sa quando coprire il suo compagno. Barella lo conosciamo tutti, sono orgoglioso di dire che fin da subito ho che si trattava di un grande acquisto. Sarà pentito Galliani che non mi diede retta anni fa Saranno assenze pesanti per l’Inter, sono curioso di vedere cosa farà Conte. Penso che giocherà Eriksen, me lo auguro. Un centrocampo con lui, Brozovic e Gagliardini è un centrocampo competitivo. Eriksen immaginao che farà la mezz’ala sinistra. Una partita che l’Inter può vincere, ma non dipende solo dall’Inter. Basta un pareggio a Madrid. Il biscottone che noi abbiamo insegnato a tutto il mondo è dietro l’angolo. Noi siamo sempre i più bravi a fare queste cose, però quando lo fanno gli altri… In questa Champions League mancano 3 punti ai nerazzurri, 2 punti contro il Borussia in casa per stupidaggini difensive, non so ancora spiegarmi come Vidal possa aver fatto degli errori simili. E poi contro lo Shakhtar all’andata ha dominato la partita, tantissime palle gol. In un certo senso le partite di Conte si ripetono ciclicamente. Con la Juventus giocò a Copenaghen e finì in pareggio, con 25 palle gol. A volte è anche sfortunato, ha un curriculum europeo disastroso, però tante volte è stato sfortunato”.

ERIKSEN – “In campo nella partita decisiva, è una bella sliding doors. E’ affascinante, perché se Eriksen fa una bella partite e l’Inter passa il turno, il ragazzo prende un altro spirito. Fino ad adesso quello che mi preoccupa è l’espressione smarrita quando entra in campo. Non mi dà mai l’impressione di uno che ha gli attributi. E’ sempre con questa aria da professore di disegno. Non lo vedo mai con la rabbia e furore agonistico degli altri. Magari è caratterialmente così, è nordico. Questa situazione gli pesa, è venuto via dal Tottenham per rilanciarsi in una grande squadra ma non gioca mai. Una cosa sulla quale sono critico con Conte è il fatto di far entrare Eriksen a 2 minuti dalla fine. A mio modo di vedere è sbagliato dal punto di vista formale: non puoi trattare un campione come un ragazzino. Ed è sbagliato anche sotto il punto sostanziale perché non ti può cambiare nulla. Può essere che dietro ci sia un tentativo di tirare fuori le qualità che ha indubbiamente. Non è solo trequartista, nel Tottenham ha giocato anche esterno. Futuro segnato? Secondo me stanno pensando di usarlo in una trattativa, ci sono svariate opzioni di cui si è già parlato come Paredes con il Paris Saint Germain. Vedendo calcio anche nel tempo libero dico che giocatori che corrispondono alle esigenze di Conte ce ne sono anche a prezzi non esagerati e deve essere bravo lo staff di mercato comandato da Ausilio. Se uscirà lui l’Inter dovrà fare un’operazione imporante. Il vero problema di questa squadra in questi due anni è stata la mancanza di alternative. L’anno scorso a gennaio Conte disse: “Prendetemi Kessié e Vidal e vinciamo lo scudetto”. E’ arrivato Eriksen. Per questo si è stizzito. Da quello che so io è il più motivato di tutti, e vuole dimostrare ad Agnelli che il vero merito della ricostruzione della Juventus è merito suo. Per farlo giustamente pretende giocatori che siano adatti al suo sistema di calcio. Gli devi dare i giocatori giusti”.

INCONTRO VILLA BELLINI – “Percorso? Secondo me è eccezionalmente determinato e l’atteggiamento è molto determinato dal fatto che in quel famoso incontro a Conte è stato spiegato che causa pandemia e restrizioni in Cina, quello che lui si aspettava ed è stato garantito non si poteva fare. Conte aveva chiuso una certa trattativa personale con Kanté, ed era disposto a venire all’Inter. Lui lo aveva identificato come giocatore perfetto per vincere. Non sono riusciti a liberarsi degli esuberi che sono rimasti a Milano come Nainggolan o Vecino. Era seccato per questa cosa. Ora ha capito che non può pretendere che la società faccia sacrifici economici ma ha dato indicazioni per il mercato di gennaio. Tiene sul chi vive le società con gli ultimi discorsi perché ha paura che le cose che pensa si possano fare non si realizzino. E’ molto vicino alle ambizioni della tifoseria, che però è troppo ondivaga. Un giorno è un grande, un giorno è un brocco. E’ un problema determinato dal comportamento della stampa che avvalora la tesi che se non vinci non capisci e se vinci sei un genio. Ci sono situazioni in cui una squadra non vince ma ha giocato un buon calcio”.

TREQUARTISTA – “L’idea era il 3-4-1-2, stesso modulo del Lipsia e che ho visto fare a Guardiola con il City. Secondo me con questo tipo di calcio dovevano prendere un giocatore come Amrabat. E’ un discorso pratico. Vado a cercare sul mercato un giocatore che gioca in quella posizione e che conosce già la Serie A come Freuler, De Roon, Amrabat o Pessina. Vado a fare quel tipo di discorso, è più facile inserirlo. Non lo fanno mai, eppure non è difficile come pensiero. Se voglio giocare col 3-5-2, il centrale del centrocampo deve essere un giocatore tattico che sa rubare la palla e gestirla in spazi sia brevi che lunghi. Serve un giocatore che abbia qualità tecniche notevoli. Da quando è tornato Brozovic infatti l’Inter gioca meglio. Ha quelle caratteristiche lì. Non può fare tutte le partite di seguito per struttura fisica e serviva un suo sostituto e non lo hanno preso. Devono essere queste le cose che fanno arrabbiare i tifosi. Quando Brozovic ha avuto il Covid ha fatto giocare Barella e Vidal centrali. Sono le cose che andrebbero rimproverate alla società. In una squadra competitiva devi dare all’allenatore le alternative, non pensando solo ai titolari”.

CAMMINO IN CHAMPIONS – “Il girone era difficile. I tedeschi sono la miglior scuola calcistica d’Europa. Gli ucraini prendono tutti i migliori brasiliani e poi il Real Madrid. Oggettivamente i pari con Shakhtar e Borussia non erano meritati e l’Inter doveva avere più punti. Voglio fare però un discorso ideologico: con la difesa a 3 non si vince in Europa dal 97 e mi vengono dei dubbi. In realtà l’atteggiamento dell’Inter è sempre quello di avere tre difensori che portano palla. E’ un’dea molto ambiziosa, Conte gioca con un 3-3-4 in fase di possesso. E’ un calcio ambizioso, a me dal punto di vista tecnico non entusiasma la difesa a 3 perché ti costringe ad usare sugli esterni giocatori non di qualità. Se Conte avesse Messi e Ronaldo giocherebbero? Farebbero fatica nel suo calcio. Nell’Inter si vede la forza, la struttura e difficilmente la qualità. Con questa idea di calcio puoi vincere? La qualità degli allenatori vincenti è quella di non essere fissati con una sola idea. Quando Mourinho arrivò all’Inter voleva Quaresma perché aveva sempre giocato con il 4-3-3. L’anno dopo si è accorto che la squadra non funzionava ed ha cambiato verso il 4-2-3-1”.

SCUDETTO – “Il Milan è diventato una squadra solida, si difendono bene e sfruttano al 100% le occasioni che si procurano. Se andrà avanti in Europa League si troverà però a giocare il giovedì, la domenica, il giovedì e la domenica. E’ una competizione terribile. Strutturalmente Juventus ed Inter sono più forti. Chi a mio modo di vedere viene sottovalutato è il Napoli, che ha il secondo attacco del campionato. Se la giocheranno fino alla fine, molto dipenderà dagli arbitri e dagli episodi. Tante volte una squadra che non gioca bene, c’è un episodio arbitrale e vinci la partita. Senza episodi avresti perso 2 punti”.

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Davide Ricci

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