ESCLUSIVA – Luca Ravenna e Inter-Juve: “Quante parolacce. Al Var gli sceneggiatori di Boris”
"Questo calcio non è più sostenibile"Oggi PassioneInter ha avuto il piacere di intervistare il noto comico Luca Ravenna, grande tifoso interista. Di seguito l’intervista testuale che potete trovare, in formato video, sul nostro canale Youtube:
Partiamo diretti: Milan o Juve, quale rivalità senti di più?
“Da milanese e interista la sento molto di più col Milan. Con la Juve è diverso, siamo nemici e spesso e volentieri tende a mancare anche il rispetto. Col Milan invece sono anche tuoi amici e parenti magari. Con i bianconeri viene a mancare anche il senso di giustizia quando ci giochi contro, e ovviamente si è visto anche ieri sera. Quindi sento di più quella col Milan, gli altri sono nemici”.
So che tuo padre ti aveva detto che quando si guarda l’Inter si possono dire parolacce. Le hai dette in questo Inter-Juve?
“Eravamo io e mio padre e gli ho regalato i biglietti. Ieri di parolacce ne sono volate non poche per l’andamento della gara. Anche e soprattutto per gli amici arbitri e quelli al VAR: “gli sceneggiatori di Boris”. Io sono contrario al VAR e in un certo senso a favore delle ingiustizie sportive. Il calcio rispetto ad altri sport molto più nobili è più uno spettacolo diciamo. Mi piace, mi affascina che l’arbitro possa sentire la pressione quando arbitra in una grande città, rispecchia un po’ la società in cui viviamo. Ieri però sembrava di essere in un film di Nolan: dovevi preoccuparti di quello che succedeva 5 minuti prima. Non puoi mai stare tranquillo, perché col VAR è come se il tempo non andasse avanti in modo lineare. Ogni anno poi quando giochiamo questa partita c’è un piccolo cambio del regolamento in base a come va la partita col VAR. Così non è calcio, diventi scemo, tra un po’ andremo a rivedere Pro Vercelli-Novara del 2002″.
Rimane la fiducia per l’Inter?
“Il campionato è molto lungo. Noi non abbiamo più Lukaku, ma non penso che sia finita. Ieri bisognava vincere. Forse a Inzaghi è rimasta addosso un po’ di ruggine da “provinciale”. Ma non è una pietra tombale sul campionato, assolutamente. E a me Inzaghi piace, ma non ha certo il materiale umano che aveva Conte. Se ce l’ho con Conte? Alla fine lui ha fatto come tutti i “turbo professionisti” di questa epoca. Ce l’ho di più con Lukaku. Anzi, ce l’ho di più con Lukaku che con Icardi addirittura. Se dovessi scegliere mi tengo Mauro, mi fa più tenerezza. A Romelu ero affezionato, sono dispiaciuto per come se ne è andato: qui si era ritrovato, sembrava fossimo la sua famiglia”.
So che anche a te piacciono le maglie strane. Hai qualche maglia a cui sei affezionato in modo particolare?
“Dell’Inter ne ho una ventina, ne ho una autografata di Branca che regalò Moratti a mio padre e ci tengo molto. Poi ho un prototipo del 2002-2003, una maglia mai uscita che ci regalò sempre Moratti a febbraio. Era quella base col colletto dorato, è un pezzo unico. Quella del centenario l’ho chiesta col nome di Nicola Berti e al negozio mi hanno guardato pensando fossi pazzo”.
Quest’estate sei stato annunciato tra i “vip” soci del progetto Interspac. Con quale spirito ti senti coinvolto e a che punto siete col progetto?
“Io ho partecipato in modo minoritario rispetto ad altri soci. Mi piace molto l’idea: noi tifosi ci sentiamo sempre presidenti, allenatori e giocatori. Così abbiamo la possibilità di fare veramente qualcosa di concreto per la nostra squadra. Da quello che so si sta cercando di ampliare sempre di più il progetto, appoggiandosi verso soci molto più ricchi e potenti. Personalmente penso che tra prezzi di biglietti, maglie ecc si sta andando verso una spirale che non si può più sostenere. Non puoi inaridire per sempre la fonte del calcio, che è il tifo. Un padre che porta i figli a vedere Inter-Juve e spende 180 euro non è una cosa sostenibile. Il calcio è uno sport popolare, non è elitario. Stiamo raggiungendo livelli senza senso”.
DOMANDA DAL CLUB DI PASSIONE INTER: Qual è stato il calciatore interista che ha segnato la tua infanzia?
“Su tutti Nicola Berti, un giocatore così legato a doppio filo all’essenza nerazzurra non l’ho mai visto. Lui da solo, insieme a Bergomi, si opponeva al Milan stellare. Ed era la stessa cosa che alla fine facevo io a scuola con i miei compagni: ero da solo contro 8mila milanisti. Berti con le sue sparate “meglio perdente che milanista” ecc affrontava la sfida sempre in modo giocoso. E poi l’altro che ricordo con affetto è Marco Branca. Non so perché, ma mi sono affezionato molto a lui, mi ha fatto innamorare nella stagione in cui segnò una ventina di goal”.
DOMANDA DAL CLUB DI PASSIONE INTER: Una domanda un po’ “cattiva”: questo fine settimana preferiresti assistere a uno spettacolo con Handanovic come stand up comedian oppure ad una partita con Handanovic in porta?
“(ride, ndr) Diciamo che l’effetto sorpresa te lo dà in entrambi i casi. Anche ieri ogni tiro era una preghiera. A volte fa belle parate, ma il tempo passa anche per i portieri. Io ho amato molto Handanovic, ma adesso non so quanta sicurezza possa dare anche ai compagni. Sicuramente anche coi piedi può sempre garantire grandi sorprese”.