ESCLUSIVA – Thomas Schirò si racconta: “Studio Brozovic, mi ispiro a Cambiasso. Esposito è fortissimo, ecco cosa ci dice Conte”
Passioneinter.com intervista il capitano della Primavera dell'Inter di Madonna: "Difendere questi colori è un'emozione enorme"Se per le squadre di Serie A si fa sempre più remota l’ipotesi di poter portare a termine la stagione 2019/2020, per il campionato di Primavera 1 le chances a riguardo sono ancora più basse. L‘Inter di Armando Madonna al momento della sospensione si trovava al terzo posto dopo 21 partite disputate, a 9 lunghezze dalla capolista Atalanta.
Come sempre l’under 19 nerazzurra ha saputo mettere in mostra diversi talenti da non perdere di vista per il futuro: la crescente importanza avuta da Sebastiano Esposito nello scacchiere di Conte per certi tratti della stagione della prima squadra, dimostra che quello di giocare in prima squadra possa essere un obiettivo e non soltanto un sogno.
Fra i tanti prospetti che hanno fatto bene c’è sicuramente Thomas Schirò, 27 presenze fra campionato e coppe, condite da 7 gol. Schirò non è più una sorpresa per chi segue da vicino la Primavera nerazzurra: classe 2000, è ormai un ‘veterano’ nonché il capitano del gruppo. La redazione di Passioneinter.com ha avuto il piacere di intervistarlo, per conoscerlo un po’ meglio e per farsi raccontare da vicino sogni ed aspirazioni del giovane numero 10.
Innanzitutto come stai Thomas, come stai vivendo questo momento particolare?
“Per fortuna sto bene, così come la mia famiglia grazie. In questi giorni ne sto approfittando anche per riguardare i video di alcune partite del passato e di quelle della prima squadra”.
Sei giunto ormai alla tua settima stagione in nerazzurro. Che cosa rappresenta per te l’Inter?
“Sono arrivato presto. Indossare questa maglia fin dai primissimi allenamenti mi ha fatto rendere conto della fortuna incredibile che avevo avuto. Difendere questi colori è sempre stata un’emozione enorme. Aver fatto tutta la trafila in una squadra così importante, un motivo di grandissimo orgoglio che mi dà la spinta per dare sempre il massimo per l’Inter e la sua storia”.
Qual è il tuo modello a cui ti ispiri e quale è stato invece il tuo idolo d’infanzia?
“Negli ultimi due anni ho giocato prevalentemente come interno di centrocampo, ma ho avuto l’opportunità di provare diversi ruoli. Fin da bambino comunque ho sempre avuto una grande ammirazione per Zinedine Zidane. Crescendo non ho avuto un giocatore in particolare da seguire, ma guardo i video di tanti giocatori importanti, come lo sono stati Cambiasso e Xavi”.
Della squadra attuale dell’Inter invece c’è qualche giocatore in particolare che osservi da vicino per crescere?
“Cerco di rubare più segreti possibile da Brozovic, ma osservo spesso anche Barella e Vecino per imparare”.
Stefano Vecchi di te disse, qualche anno fa, che secondo lui avevi tutto per fare una carriera da professionista. Che rapporto avevi con lui e quanto è stato importante per la tua crescita?
“Mister Vecchi per me e per il mio percorso di crescita è stato fondamentale. Grazie a lui penso di essere migliorato sotto l’aspetto dell’aggressività e della cattiveria agonistica. Inoltre mi ha aiutato a capire l’importanza di saper interpretare più ruoli e di migliorare in qualsiasi aspetto di gioco, perché poi in partita tutto torna utile”.
Con l’arrivo di Madonna invece che cosa è cambiato per te?
“Anche lui è stato fondamentale per il mio percorso, perché mi ha insegnato ad avere più fiducia in me stesso, una cosa determinante. In particolare poi mi ha fatto capire che dovevo prendermi delle responsabilità, sia in campo che fuori”.
A proposito di allenatori, hai avuto modo di conoscere Antonio Conte? Come ti è sembrato?
“Ho avuto la fortuna di allenarmi diverse volte con la prima squadra. In questi allenamenti ho notato la sua grande attenzione ai dettagli. Vede cose che non so quanti altri noterebbero. Ha una grandissima voglia di vincere. Mi è piaciuto molto poi quello che ha detto e dice spesso a noi giovani: di avere fiducia e di vivere totalmente il calcio, con passione”.
Con Luciano Spalletti invece hai vissuto l’esperienza della convocazione nella sfida con l’Eintracht, in Europa League. Che ricordo hai di quella esperienza?
“Risultato a parte, aver avuto la fortuna di avvicinarmi così tanto e di vivere in prima persona l’ambiente della prima squadra e l’aria di una competizione così importante, è stata veramente una cosa incredibile. Un mix di emozioni difficili da spiegare”.
Cosa ne pensi di Sebastiano Esposito? Come avete vissuto voi della Primavera la sua crescita e le sue prestazioni in prima squadra?
“Seba è fortissimo. Ha un tiro devastante ed una grinta da ammirare. Noi abbiamo avuto la fortuna di averlo come compagno, per poi vederlo dopo qualche settimana esordire in prima squadra. E’ stato molto bello anche per noi che eravamo lì a tifare per lui”.
Qual è il tuo sogno per la tua carriera da calciatore?
“Non ho un sogno in particolare, ma è da quando sono piccolo che ho sempre sognato di diventare un calciatore professionista, di giocare ad alti livelli”.
Esposito a parte, se dovessi indicare tre tuoi compagni che secondo te potrebbero in futuro ambire a giocare in prima squadra con l’Inter, chi indicheresti?
“Ce ne sono tanti di talento quest’anno nella Primavera, come da diversi anni a questa parte. Tre molto forti secondo me sono Oristanio, Agoumé e Pirola”.
A cura di Daniele Najjar, in collaborazione con Giuseppe Coppola.
La redazione di Passioneinter.com ringrazia Thomas Schirò per la disponibilità.
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