Malù Mpasinkatu a PI.com: “Conte mi ricorda Mourinho. Vi svelo un retroscena su Lukaku. Razzismo? Tolleranza zero”
Intervistato in ESCLUSIVA ai microfoni di PassioneInter.com, Malù Mpasinkatu ha detto la sua sulla nuova Inter di Antonio ConteIn esclusiva ai microfoni di PassioneInter.com, Malù Mpasinkatu, primo direttore sportivo africano in Italia, ha parlato del momento dell’Inter, dell’impatto di Antonio Conte e dei nuovi acquisti sulla Beneamata e del vergognoso problema del razzismo negli stadi italiani.
Buonasera, partiamo da lei, dopo l’esperienza positiva a Rieti, quali sono i suoi progetti per il futuro e come si sta muovendo ora nel mondo del calcio?
Sto andando a vedere un sacco di partite in cerca di squadra, perché il direttore sportivo che è il lavoro che amo di più. Sto facendo anche un lavoro di scouting personale osservando i maggiori mercati puntando l’attenzione su Francia, Belgio, alcune cose anche in Inghilterra, però ripeto sono i primi due sui quali sto lavorando maggiormente. Nell’ultima stagione a Rieti ho fatto bene e spero che la prossima volta sia un club di Serie B.
Passando all’Inter, come vede la squadra allenata da Antonio Conte in queste prime battute di stagione?
Il campionato è partito come meglio non potevano, cinque vittorie già griffate col marchio di Conte. Una squadra che lotta, giocatori che danno il 110%, perché sennò con lui non si gioca e i singoli stanno facendo delle prestazioni di altissimo livello. Se dovessi estrapolarne alcuni, tirerei sicuramente fuori Handanovic, che si sta rivelando un super portiere e l’elemento più longevo in nerazzurro della rosa. La sorpresa invece è Sensi, si sta imponendo con abnegazione e molta intelligenza e senza la paura di San Siro e del grande salto, e poi il vero colpo della campagna Suning da quando sono all’Inter, che è Romelu Lukaku. Ha portato entusiasmo intorno all’ambiente, ai tifosi, ai compagni, in campo che segni o non segni dà sempre l’anima. Un giocatore con una mentalità multietnica, nasce in Belgio con genitori congolesi, che è anche il mio paese d’origine, parla correttamente fiammingo, francese, inglese e dialetto congolese. Mi ricordo una bellissima scena, rimasta negli annali della Premier League, di quando Lukaku e Benteke, entrambi all’Everton, per eludere le marcature dei difensori parlavano in lingala, il dialetto del Congo, per crearsi gli spazi e non dare punti di riferimento ai difensori avversari.
Una squadra quindi a immagine e somiglianza finora del suo allenatore. Come vede Conte e dove pensa che possa arrivare questa Inter?
Antonio Conte è un allenatore particolare, un tecnico che per certi versi mi ricorda Mourinho. Molto pragmatico, a onor del vero le sue squadre non sono sempre belle da vedere, ma sono ciniche e pratiche, perché conta vincere ed è maestro in quest’arte. Lo si capisce anche dalle sue analisi a fine partita, i suoi concetti sono legati alla tensione, l’aggressività, la concentrazione, sempre concetti di gruppo legati a tenere alta al massimo la tensione. Questo è il suo credo ed è ciò che trasmette ai suoi giocatori. L’Inter può arrivare lontano. Ricordiamoci però che anche con Spalletti era partita benissimo, con Mancini era prima fino a dicembre poi praticamente crollò. Il problema è la costanza, la frase che ha detto oggi, che i cavalli buoni si vedono all’arrivo è esemplare. Aspettiamo per capire quello che succederà, tutti sono al varco quando arrivano i momenti difficili, come in Champions, dove affronti squadre sfrontate, che giocano a viso aperto, come con lo Slavia. In Europa infatti bisogna assolutamente rettificare il tiro, cercare di non perdere più punti per strada, ma la fortuna ha voluto che ci sia stato anche un altro pareggio e questo vuol dire che l’Inter è ancora in piena corsa per un posto agli ottavi di finale.
Oltre al grande inizio di Conte, un’altra nota lieta in casa nerazzurra è di certo legata alle prestazioni di altissimo livello di Stefano Sensi, come valuta l’ex Sassuolo?
Quando ci sono dei giocatori italiani che fanno questo salto e riescono a confermare le loro qualità è un bene per il club e per la Nazionale. E’ partito forte perché quando inizi bene sai che sei già a metà dell’opera e scali delle gerarchie, anche se il campionato è lunghissimo. Quello che ha fatto ad oggi dimostra che il giocatore si è calato bene nella realtà, tanti calciatori quando passano dalla piccola alla big hanno dei problemi, lui invece sta facendo bene con Conte che è bravo anche a gestirlo, sotto quest’aspetto il leccese è infatti un maestro e si accorgerà quando il giocare avrà poca benzina e lo lascerà a riposo per averlo al meglio in altre occasioni.
In ottica mercato invece, visto il suo intenso lavoro di scouting e nonostante sia molto presto, dove pensa che l’Inter possa intervenire nella finestra invernale?
Il mercato è appena terminato. Quando comincia il campionato è giusto che l’allenatore valorizzi quelli che ha, e che anche i tifosi stiano tranquilli. La rosa a disposizione che c’è fino a gennaio è questa e bisogna estrapolarne il massimo. Ad oggi non saprei dirti il reparto sul quale portare il ritocco, che però deve portare davvero qualcosa in più alla squadra, deve essere in grado di fare la differenza, come ha anche detto Conte.
E’ doveroso fare anche un cenno sul settore giovanile della Beneamata, da sempre uno dei più attrezzati e qualificati d’Italia.
L’Inter è una delle Primavere più forti in questo paese da tempo, il lavoro di Samaden e dei suoi collaboratori è sotto gli occhi di tutti. Quando arriveranno partite, come ad esempio in Coppa Italia, con situazioni dove inserire i giovani ci saranno delle opportunità in prima squadra anche per loro. Quest’estate abbiamo scoperto Esposito, Agoumé, ci sono tanti che possono in qualche modo venire fuori, bisognerà capire quando arriverà la chance giusta. Inoltre, va fatta una considerazione importante, Conte è stato bravo a rivalutare il gruppo, ci sono giocatori che sono l’emblema del Conte Pensiero. Ad esempio Ranocchia, che ha avuto in diverse fasi della sua carriera, Arezzo e Bari, e per il quale stravede sia per il giocatore che per l’uomo. Anche Candreva è totalmente un altro giocatore, era un fedelissimo in Nazionale di Conte e si sta vedendo. Nel calcio ci sono dei giocatori duttili che magari sono poco appariscenti, ma molto utili, e D’Ambrosio è un altro di questi. E’ uno dei più longevi, è sempre positivo in campo e dà sempre tutto per la squadra.
Infine, volevo chiederle il suo pensiero sul tema del razzismo in Italia, che è tornato, purtroppo, agli occhi dell’opinione pubblica proprio con gli episodi della Sardegna Arena con vittima, l’interista Romelu Lukaku
Un problema vergognoso che fa sì che l’Italia passi sempre come quel paese arretrato su queste tematiche. Io ho il mio pensiero in merito, c’è chi dice che bisogna parlarne e chi dice di ignorarli. In Inghilterra si è avuto modo di vedere gli hooligans e delle loro gesta spregevoli, ma con una politica severa e positiva, il fenomeno è stato debellato e gli stadi ora sono un teatro. Siamo in un mondo tecnologico, le forze di Polizia hanno a disposizione i mezzi per interpellare i colpevoli, come in piazza, anche nei campi da calcio, si possono individuare quei pochi che fanno gli ululati. Ci sono delle misure importanti da adottare nei confronti di questa gente. Vanno puniti con il daspo quinquennale, e se dovesse venire aggiunta anche la reclusione, andare allo stadio per fare i buu non passerebbe più al cervello a nessuno. Secondo me ci vuole tolleranza zero. Inoltre, non sempre facciamo notare che la stragrande maggioranza dello stadio cerca di coprire questi ululati. Questo perché alcuni elementi si sentono forti perché hanno spazio e possono mettere a repentaglio i club stessi con i loro comportamenti. Tra l’altro per me è sempre un fenomeno stranissimo perché quei tifosi che insultano il giocatore di colore avversario, lo fanno quando hanno dei calciatori di colore anche nella loro di squadra. O ad esempio, il tifoso originario di una parte d’Italia che si accoda agli altri e insulta quelle che sono le regioni, le zone dove può essere nata la sua famiglia. E’ come se giocasse il Congo e lo insulterei, non mi passerebbe mai per la testa. E’ questo il grande paradosso che si vede negli stadi e nelle curve italiane.
Pienamente d’accordo con la sua disamina. Vorrei ringraziarla e farle i migliori auguri per le prossime esperienze professionali
Grazie a voi, buona serata.
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