Punto Mercato- Dopo un 2012 da panico, la RifondInter parte da qui
di Alice Maestri
Il campionato, e con esso l’ingloriosa stagione dei nerazzurri, volge finalmente al termine. E’ tempo di tirare il fiato, fare un bel reset e portare ordine tra le tante idee che circolano negli uffici di Corso Vittorio Emanuele. Assolutamente innegabile, infatti, che l’Inter abbia bisogno di rinforzarsi, a partire dalla difesa fino all’attacco, settori che, in questo finale di stagione, hanno fatto a gara per aggiudicarsi il premio come reparto più decimato dell’armata (o ex armata) nerazzurra.
HANDA: L’UOMO CON LA VALIGIA?- Gli estimatori del buon Samir si mettano l’anima in pace: se davvero arrivasse l’offerta shock di 30 milioni (o anche solo una cifra che ci si avvicini) da parte del Barcellona, l’Inter ed il suo portiere tentennerebbero, e non poco. Il sostituto ideale dello sloveno sarebbe Federico Marchetti, attuale estremo difensore della Lazio. Claudio Lotito ha tutto meno che voglia di privarsene, data l’ottima stagione dell’ex Cagliari, ma davanti ad un’offerta cospicua, anche il presidente biancoceleste ci farebbe un pensierino. Attenzione tuttavia alla concorrenza dei cugini del Milan, alla ricerca, così pare, del sostituto di Abbiati. Ciò non toglie comunque che l’Inter, intenzionata a ricostruire piuttosto che a demolire quanto di buono visto questa stagione, non vorrebbe dover salutare Handanovic, in nerazzurro da un anno e pilastro da cui partire per tornare a esser grandi. Destino più definito invece per Carrizo: l’argentino dovrebbe restare ad Appiano, anche a fronte del possibile addio di Luca Castellazzi.
AND THE WINNER IS…– Il reparto arretrato ha bisogno come l’aria di innesti: lo testimonia il fatto che domenica contro il Genoa saranno out ben 8 difensori, chi per sanzione disciplinare, chi per infortunio. Ranocchia, con un ginocchio infiltrato da mesi, è considerato Capitan futuro: anche da lui partirà la rifondInter. Probabile l’addio di altri due pilastri del Triplete, quali Walter Samuel e Christian Chivu. Stessa sorte incerta per Alvaro Pereira, investimento tristemente fallito dell’Inter versione 2012/13. Juan Jesus invece, pur fuori fase nelle ultime gare viste, si è ormai guadagnato un posto tra i titolari. Resta anche Yuto Nagatomo,con Capitan Zanetti che, non appena si sarà rimesso dal brutto infortunio subito, correrà a reclamare la sua numero 4 per un altro anno ancora. Paiono pronti a salutare invece Matias Silvestre e Ibrahima Mbaye, che verrà forse mandato altrove a farsi le ossa. Fermo restando che l’Inter si è già accaparrata Andreolli e Campagnaro da tempo, e sta monitorando Basta dell’Udinese, la rosa dell’anno prossimo dovrà comunque contare almeno un paio di esterni validi ed un centrale di qualità in più. Va bene che Jonathan molto probabilmente resterà, ma nemmeno lui può tenere in piedi un reparto da solo…
IL PREDICATORE NEL DESERTO– La mediana ha una certezza e si chiama Mateo Kovacic. Questo ragazzo è la base per ripartire, questo ’94 arrivato dall’Est. Fa girare la palla, dribbla e lascia intravedere tanto potenziale. Peccato solo che predichi nel deserto. Merita qualcuno che sappia valorizzare ciò che di positivo l’ex Dinamo Zagabria fa, e l’Inter, in tal senso, sta pensando in primis a Fernando, roccioso centrocampista del Porto. Le basi su cui trattare ci sono, anche in virtù dei buoni rapporti che legano la squadra lusitana e i nerazzurri, A proposito di Porto, l’ex Fredy Guarin è indicato da molti come primo nome, insieme ad Handa, tra i sacrificabili all’altare del bilancio, e se arrivasse una buona offerta non è detto che l’Inter deciderebbe di tenerlo. L’anno prossimo vedrà ancora Gargano e Mudingayi, entrambi riscattati, oltre a Cambiasso ed al ritrovato Obi. Stankovic, forte di un contratto, potrà decidere autonomamente se continuare a giocare o risolvere il tutto, tendini e malanni permettendo. Altri due dei grandi interrogativi di quest’anno restano Schelotto e Kuzmanovic: ma se per il primo sembra essere già pronto il foglio di via, al secondo verrà probabilmente data un’altra chance. Altri nomi dati in generale come interessanti sono quelli di Gomez (Catania), Kone (Bologna), la novità Pjanic (Roma), Bonaventura (Atalanta) e Nainggolan (Cagliari).
GUARDARE AVANTI-Ricky Maravilla Alvarez resta l’incognita: le sue giocate stanno tenendo a pelo d’acqua (dire a galla sarebbe troppo) la barca Inter, quindi non è detto che non arrivi l’offerta giusta. Il punto di domanda è proprio qui però: giusto cederlo ora, dopo che l’Inter lo ha aspettato per due anni? I centravanti del prossimo anno saranno Icardi, Longo, Milito quando tornerà, e Palacio all’occorrenza. Cassano vorrebbe restare ma dall’ambiente trapela aria di addio. Se ne andrà, dopo soli sei mesi, anche Tommaso Rocchi: se l’Inter avesse centrato l’Europa League probabilmente l’ex Lazio sarebbe stato ritenuto più che utile, ma con i nerazzurri fuori da tutte le coppe la parola d’ordine è tagliare, dove si può. Ultimamente, per l’attacco, si fa sentire da Parigi il nome dell’ex Roma Menez: l’asse Milano Paris resta calda, ma si attendono sviluppi. L’Inter, inoltre, non abbassa la guardia per Alexis Sanchez, ma per lui come per Modric e Markovic, tutti e tre giocatori dai costi notevoli, si aspetta di capire come e se entreranno nuovi soci nella dirigenza.
NEL FRATTEMPO, NEGLI UFFICI…– Aria di cambiamento anche ai piani alti di Corso Vittorio Emanuele. Attenzione però: cambiamento, non rivoluzione. Marco Branca resterà, così come Piero Ausilio. La novità risiederebbe in quel sogno Leonardo mai sopito che Moratti non accenna a smettere di cullare. Leo sarebbe quel trait d’union, per restare in tema francese, tra la squadra e la società, ma anche tra la dirigenza e Moratti stesso, l’uomo forte che la Nord ha invocato a gran voce.
IL TORMENTONE- Tema scottante, per non dire bollente, è chi siederà sulla panchina dell’Inter la prossima stagione. Moratti pare convinto di confermare Stramaccioni, ad avviso del numero uno nerazzurro, impossibile da giudicare quest’anno, in quanto martoriato dalla sfortuna. In più le alternative non convincono pienamente, anzi: secondo indiscrezioni la telefonata di Aurelio De Laurentiis atta a sondare l’interesse dei nerazzurri per Walter Mazzarri sarebbe stata accolta con un secco ‘no’ dal capoluogo meneghino, ed altre fantasiose alternative, come Massimiliano Allegri, sono prive di fondamento.
Meno due, solo due partite, e poi si potrà prendere un bel respiro, dimenticare il negativo della stagione corrente, e gettare la basi per quella che sarà l’Inter del futuro. E si spera, gettarle davvero stavolta.