3 Maggio 2020

A tutto Borja Valero: “Lautaro, resta qui e vinciamo! Eriksen ha tutto per prendersi l’Inter”

Lo spagnolo: "Conte mi disse di non volermi, io ho lavorato a testa bassa fino a trovare il mio spazio"

Intervistato dai microfoni di Sportweek, il centrocampista dell’Inter Borja Valero ha parlato a tutto tondo della sua esperienza nerazzurra, spiegando i problemi di Eriksen, i pregi di Conte e dando dei consigli sia a Lautaro Martinez che a Sebastiano Esposito. Ecco le parole di Borja Valero dell’Inter.

Campionato – “La situazione è delicata, siamo davanti a una crisi sanitaria di portata mondiale. Noi giocatori
siamo soggetti come tutti al rischio di contagio: ci si poteva e doveva fermare prima”.

Ricominciare – “Avrebbe senso solo nel momento in cui la situazione fosse totalmente sotto controllo. La consapevolezza che il calcio sia così importante a livello sportivo, economico e sociale non giustifica il fatto che debba ripartire senza garanzie adeguate. Dobbiamo adeguarci alle indicazioni delle autorità mediche. Non farlo sarebbe follia”.

Inter – “Abbiamo la nostra chat di gruppo, ma per il momento ci sembra tutto ancora lontano e fumoso. Perlomeno, il momento in cui si potrà di nuovo scendere in campo per una partita ufficiale. Chiaro però che, se e quando ci verrà detto di giocare, come categoria faremo sentire la nostra voce”.

Gestione dell’emergenza – “Difficile capire se e cosa si poteva fare di più e prima. Finché non vedi le cose da vicino, e non ci sbatti contro, tendi a pensare che non siano così gravi come ti viene detto. È possibile che i governi abbiano sottovalutato il problema, perché del Coronavirus si sapeva poco o nulla. La Cina è un Paese lontano, le notizie che arrivavano da lì erano poche e confuse. Ma ora si sta facendo tutto il possibile”.

Inter, Borja Valero su Conte e Lautaro

Conte – “La sua forza è chiedere tantissimo non solo ai giocatori ma a tutti, fino ai magazzinieri e ai ragazzi dell’ufficio stampa. In cambio offre tutto se stesso in eguale misura”.

Spazio in campo – “Conte mi aveva parlato a inizio stagione, e mi aveva detto chiaro di non fare affidamento su di
me. Ho risposto a modo mio: allenandomi a testa bassa e senza fiatare. Lui se ne è accorto, mi ha chiamato di nuovo e mi ha spiegato che avrei avuto il mio spazio. Così è stato. Alla mia età e per quello che ho fatto vedere in carriera, non devo dimostrare più niente a nessuno. Né penso al fatto che a fine stagione mi scade il contratto. Lavoro e mi metto a disposizione”.

Juve-Inter – “È stata una partita strana perché giocata in condizioni strane, a porte chiuse. In più, non eravamo nel nostro momento migliore. Non la prenderei troppo in considerazione”.

Cosa manca a Eriksen – “È arrivato a stagione in corso, una settimana prima giocava ancora nel Tottenham, quella dopo aveva cambiato campionato, paese, lingua, sistema di allenamento: non è facile abituarsi in fretta. Quando stava ingranando, è arrivato lo stop alle competizioni. Perciò, ha tutto per prendersi l’Inter, gli serve solo tempo”.

Brozovic miglior centrocampista in A – “Nei miei tre anni all’Inter è cresciuto tantissimo. Pian piano si è reso conto di quanto sia forte e ha preso possesso di un ruolo nuovo per lui, quello del regista. Può migliorare ancora”.

Giovani – “Chi mi ha colpito di più? Il nostro Lautaro, da un anno all’altro è quello che è progredito di più. Oltre a segnare, per essere una punta fa un lavoro straordinario per la squadra”.

Corte del Barcellona – “Gli direi che qui abbiamo un progetto molto importante, visibile a tutti. E che, per realizzarlo, ci serve che lui sia con noi”.

Esposito – “Non penso che all’estero sarebbe già titolare. Per crescere, i giovani devono giocare il più possibile. La scuola Inter per lui è fondamentale; detto questo, è giusto che, insieme alla famiglia, decida il suo futuro”.

Dopo il calcio – “Sì, resto convinto di non voler stare in questo mondo. Voglio viaggiare da cittadino normale per scoprire culture diverse. Uno dei primi posti in cui andrò è il Giappone: non ci sono mai stato”.

Giornata tipo – “Provo a mantenere una routine. Mi alzo presto, mi alleno come posso: esercizi di forza e cyclette. Poi seguo nei compiti i miei due bambini che continuano a fare scuola, sia pure online. Gioco con loro: Alvaro ha 10 anni, ama il calcio, qui a Milano è già in una squadretta di quartiere e lo esercito nel tocco di palla. Con lui e Lucia, 6 anni, mi invento giochi che li distolgano almeno per un po’ da iPad, televisione e PlayStation”.

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