Una storia d’amore incancellabile durata vent’anni. 756 presenze con la maglia dell’Inter tatuata addosso, capitano, leggenda. L’avventura di Beppe Bergomi in maglia nerazzurra parte da lontano, quando più che uomo era ancora un ragazzo: il debutto a soli 16 anni e 39 giorni in Juventus-Inter di Coppa Italia, mentre un anno dopo l’esordio in Serie A in un Inter-Como 2-1, subentrando al posto di un’altra icona, Lele Oriali.
Da quel giorno, con la maglia dell’Inter sempre sulle spalle fino alla sua ultima in nerazzurro, il 23 maggio 1999 contro il Bologna. Icona non solo dell’undici milanese, ma anche del calcio italiano e della Nazionale – con la quale ha disputato 4 Mondiali vincendo l’edizione 1982 – proprio con una grande reunion con i campioni dell’Italia e dell’Inter del passato e di quel presente, l’11 ottobre 1999 va in scena la partita di addio al calcio di Bergomi.
Nel suo stadio, S. Siro, si sarebbero disputate due partite, entrambe con Bergomi protagonista: la prima tra una formazione che ricalcava quella dell’Inter dello Scudetto ’89 e l’Italia Mondiale ’82; la seconda tra un’Inter più recente, con Simoni in panchina, contro la Nazionale ’98. Un saluto al calcio in grande stile, condito di passione, amicizia e legami forti. Beppe Bergomi, una vita spesa per l’Inter, che oltre a collezionare molti record, può vantare un palmares di tutto rispetto: uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, tre Coppe Uefa e un Campionato del Mondo.
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