Desiderato, ambizioso e vincente. Ma anche divisivo, scomodo, diretto. Moltissime le dicotomie che hanno accompagnato qualsiasi tipo di discorso che mettesse insieme le parole Conte e Inter nella stessa frase prima del 31 maggio di esattamente un anno fa. Nessun dubbio che ci trovassimo di fronte a un cambiamento dirompente, men che meno che sarebbe stato l’inizio di un nuovo ciclo, guidato dall’ambizione di tornare a primeggiare. D’altronde Conte “non è per tutti”, “Not For Everyone“, un anno fa, come oggi.
Ed è proprio con questo slogan, #NotForEveryone, che il 31 maggio 2019, attraverso i propri canali ufficiali, l’Inter annunciava Antonio Conte come proprio allenatore fino al 2022. “Ho scelto l’Inter per la Società, per la serietà e l’ambizione del progetto“, queste le prime parole del tecnico, coinvolto immediatamente negli ideali che, sin dalla propria fondazione, caratterizzano il mondo nerazzurro. E dalle 6 di mattina di quel 31 maggio – orario “inusuale” dell’annuncio – anche i tifosi più integralisti e scettici, che gli rinfacciavano l’importante passato alla Juventus, hanno cominciato a far cadere, giorno dopo giorno, i propri dubbi sul tecnico, finendo per esserne i più accaniti sostenitori. Finendo per volergli bene.
Non è facile tracciare un bilancio della prima stagione di Conte all’Inter. Non tanto per gli evidenti progressi mostrati dalla squadra e per la posizione in classifica, quanto piuttosto, perché di prima stagione ancora non è possibile parlare, dato che tutti i verdetti – a causa della pausa forzata legata all’emergenza coronavirus – devono ancora essere scritti. Si può parlare però dell’attitudine, del sacrificio e della cultura del lavoro – condivisi sul campo con il proprio staff e fuori dal campo con la dirigenza – mantra che il tecnico pugliese porta avanti da ancora prima dell’inizio della stagione, finalizzati a un unico obiettivo: riportare l’Inter nell’elite del calcio italiano ed europeo.
Non sappiamo come terminerà questa stagione che vede l’Inter ancora in corsa in campionato, seppur con 9 punti di distanza dalla Juve capolista, in Europa League e in Coppa Italia. Ma una cosa è certa, con l’arrivo di Conte la dirigenza ha alzato l’asticella, edificando solide fondamenta per il futuro con un unico, chiaro, punto di arrivo: tornare a vincere.
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