Accadde Oggi – 26 maggio 2019, l’Inter agguanta la Champions all’ultima giornata (di nuovo). Icardi sbaglia il rigore e saluta
Quella partita fu anche l'ultima del biennio di SpallettiIl 26 maggio 2019 nessuno giocò la sua ultima partita con l’Inter: era Mauro Icardi, un attaccante argentino che da diversi mesi – e non era la prima volta – occupava le prime pagine, più che per motivi tecnici, fondamentalmente per altro: per la guerra interna con squadra e società, oltreché per le foto pubblicate sui social con la bionda moglie a sprezzo dell’annata, della squadra, degli obiettivi, e insomma di tutto ciò a cui ci si aspetterebbe che un ex capitano – perché tutto cominciò quando gli tolsero la fascia – presti attenzione il giusto. Non occorre star qui a ricordare tutto: Mauro Icardi, Wanda Nara (professione moglie di Icardi, poi moglie-agente senza qualifiche), Maxi Lopez, l’autobiografia pubblicata a 23 anni, le scenate a Reggio Emilia, le scenate per il rinnovo, le scenate, sempre. Poi, certo, ci sono anche i 124 gol rinfacciati, appunto, dalla signora a ogni puntata di Tiki Taka, perché di base lei ci andava per parlare del marito: ma capirete che a un attaccante – anzi, un ex capitano – non possa bastare dire di aver segnato tanti gol, se poi è mancato tutto il resto.
In quell’Inter-Empoli di un anno fa – pare incredibile, ma è passato appena un anno – si giungeva, piuttosto, alla fine di un mini-ciclo: si era, cioè, alla fine di un percorso – quello di Luciano Spalletti – che aveva riportato l’Inter in Champions League due volte su due, e che, se non ci fosse stato lui, oggi non vedremmo nemmeno le facce di Conte (Antonio) o Romelu Lukaku a presenziare fisse sulle pagine nerazzurre. Quella sera, esattamente come un anno prima, l’Inter doveva ancora conquistarla, la Champions. L’anno precedente, la qualificazione era arrivata all’ultima giornata, al termine di una partita da infarto contro la Lazio. La ripromessa per l’anno successivo era quella di riqualificarsi in Champions ma stavolta senza patemi: una-due giornate d’anticipo, così, per essere tranquilli. E invece riecco l’Inter a giocarsela all’ultima chiamata, stavolta in casa, contro un Empoli che pure era a Milano a giocarsi una partita da dentro o fuori, nel suo caso per la salvezza.
Quell’Inter-Empoli fu anche lo scontro tra Luciano Spalletti e l’amico Andreazzoli (i due collaborarono per sette anni tra Roma e Udinese), con Spalletti costretto a vestire i panni del carnefice di Andreazzoli e dell’Empoli. Il gesto in conferenza stampa (quella del “Mi dispiace, te la meritavi”, inteso la salvezza) ce lo ricordiamo tutti, e forse, ecco, forse l’unica “ultima a San Siro” degna di essere ricordata, qui, è proprio quella di Spalletti, il tecnico di Certaldo: originaloide, filosofico e sofisticato sinché volete, ma avercene avuti prima di allenatori come lui.
E’ passato appena un anno e nel frattempo è arrivato Antonio Conte, sono arrivati giocatori nuovi, Lautaro Martinez è esploso costringendo il connazionale compagno di reparto – compagno sino a un certo punto, perché in realtà si alternavano – a fare le valigie e andare a svernare a Parigi, dove pure là, insomma. Ne sono successe di cose, nell’arco di un anno. E’ arrivato persino un virus. Nel frattempo Inter-Empoli – l’ultimo traguardo sportivo raggiunto dai nerazzurri sino a questo momento – è quasi tutta qui: Inter-Empoli è anche capitan Samir Handanovic baciato da Skriniar, perché la qualificazione in Champions League ha un nome e un cognome, e l’intervento su Ucan all’88esimo lo ricordò a tutti. Ma alla fine, escluso Handanovic, l’ironia della sorte volle che la partita fosse decisa proprio da chi a fine stagione avrebbe lasciato l’Inter: gol di Keita e Nainggolan, rigore sbagliato di Mauro Icardi. Il riassunto, così, pare perfetto.
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