Accadde Oggi – 3 novembre 2012, l’indelebile 1-3 allo Stadium alla Juventus di Marotta e Conte
Dal fuorigioco di Asamoah al battibecco Marotta-Stramaccioni: polemiche, polemiche, polemicheOggi Andrea Agnelli punzecchia Antonio Conte sulla squalifica per calcioscommesse ai tempi della Juventus (10 mesi di stop, poi ridotti a 4), ma ai tempi – quando c’era da fare quadrato intorno a squadra e staff tecnico privi del loro comandante – eccome se faceva quadrato. Ieri, poi, Giuseppe Marotta non si faceva problemi a punzecchiare Stramaccioni sulla “spensieratezza tecnica” dell’allenatore romano, quando questo si accingeva a schierare l’Inter col 3-4-3 in casa della Juventus: dopo la partita, a sconfitta incassata, l’allora dg della Juventus, ritrattò, o lo fece almeno in parte (“il mio era addirittura un complimento”), e qualche anno dopo arrivò persino a firmare un contratto per l’Inter, per dire la vita.
Comunque, quel 3 novembre 2012 la situazione che si presentava era proprio questa: uno Juventus Stadium esaurito, una Juventus che non perdeva da 49 partite e che sognava il cinquantesimo sigillo con l’inconveniente di un Conte in tribuna da inizio anno – sempre per la suddetta squalifica – e alle prese con un’Inter che non andava certo lì a fare la vittima sacrificale. L’atmosfera, per capirci, era già abbastanza frizzante sino a un nanosecondo prima del calcio d’inizio. E la frizzantezza aumentò diciotto secondi il fischio dell’arbitro. La storia, alla fine, è la solita solfa con cui gli interisti amano menarsela all’infinito: Asamoah (anche lui futuro interista) riceve palla in netto fuorigioco – non ravvisato da nessuno – e serve Vidal per l’1-0 bianconero. Sembra quasi il preludio ad una disfatta interista nella tana dei peggiori nemici di sempre.
E invece taci che forse il 3-4-3, l’aggressività, la “spensieratezza tecnica” di uno Stramaccioni all’apice della considerazione nel suo periodo interista qualche risultato lo ottengono: al netto del gol (che non sarebbe stato gol, in condizioni normali), la Juventus non riesce a combinare molto. Combina qualcosa invece l’Inter, che si rende pericolosa due volte con Cambiasso prima di segnare – al 12esimo minuto – con Palacio: pescato, tuttavia, in posizione di millimetrico fuorigioco (questo sì ravvisato dagli assistenti di Tagliavento), e dunque condannato con l’annullamento del gol. E’ un’Inter che attacca, ma tocca aspettare il secondo tempo – e qualche parata di Handanovic nella prima frazione – prima che la rimonta cominci (gol di Milito al 59esimo, su rigore), si realizzi (doppietta di Milito dopo una sventola di Guarin respinta da Buffon, 75esimo minuto) e diventi una sentenza, grazie al gol di Palacio al 90esimo, su assist di Nagatomo. Diventeranno sentenze anche i titoli di giornale l’indomani: tutti a riassumere un’Inter che per prima espugna il nuovo stadio bianconero, che per prima batte la squadra bianconera del nuovo ciclo, e tutti a narrare magie tattiche e una possibile svolta nella corsa Scudetto: l’annata finì male, resta il ricordo dell’impresa. Una delle ultime di una squadra di reduci del Triplete.
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