ACCADDE OGGI – 12 agosto 1981, 40 anni fa la scomparsa di Angelo Moratti
Leggenda e primo vero presidente modernoNella storia del mondo esistono uomini che passano senza lasciare tracce tangibili, uomini che diventano qualcuno e uomini che diventano miti. E come per il mondo, così vale anche per le squadre di calcio. Nel secolo abbondante di storia dell’Inter, fortunatamente per i tifosi, di figure leggendarie tra le fila nerazzurre ne sono passate parecchie: calciatori, allenatori e, ovviamente presidenti. Ma su tutti i patron, uno splende più degli altri: una stella fulgida che ha segnato il cammino per tutti i successori, su tutti il figlio Massimo. Di chi stiamo parlando? Ma di Angelo Moratti naturalmente.
Angelo Moratti non è stato un uomo qualunque, ma il primo vero presidente dell’era moderna per il calcio italiano. Un rivoluzionario, sia nel proprio ambito che in quello del pallone. Un mecenate, un sognatore e, soprattutto, un vincente. Un esempio non solo per quanto sia riuscito a rimpolpare la bacheca dell’Inter, ma anche per l’atteggiamento, lo stile, la bontà d’animo e le intuizioni. Un vero e proprio faro che ancora oggi segna e illumina il cammino dei colori nerazzurri, indicando la via da seguire. Il primo esempio, nonché forse il migliore, di come non conti solo vincere: la differenza la fa il come. In mezzo a venti forti e contrari, mai si è piegato, riuscendo comunque nonostante gli ostacoli a portare l’Inter sul tetto del mondo.
Angelo Moratti nacque nel 1909 a Viareggio. Figlio di Albino, un farmacista, se ne andò giovanissimo da casa in cerca di fortuna, anche per il rapporto difficile con la matrigna. Fu il primo in Italia ad avere un’idea illuminante: far arrivare in paese il petrolio ancora greggio, anziché raffinato, pagandolo di conseguenza meno e lavorandolo poi qui, creando appositi stabilimenti. Nel 1962 fonda nei pressi di Cagliari SARAS, ancora oggi la più grande raffineria di petrolio dell’intero Mar Mediterraneo.
Forte di un potere economico difficilmente eguagliabile all’epoca in Italia, acquistò l’Inter nel 1955 con il chiaro intento di portarla ai vertici in Italia e nel mondo. L’inizio non fu dei più semplici, nonostante acquisti di una certa rilevanza. La svolta avvenne nel 1960 quando mise sotto contratto l’istrionico allenatore Helenio Herrera, il Mago necessario per dare una svolta. L’anno successivo, su chiara indicazione del tecnico, pagò letteralmente a peso d’oro Luis Suarez, fresco pallone d’oro al Barcellona. 300 milioni di lire, cifra astronomica per l’epoca e con cui i blaugrana poterono permettersi di ultimare il terzo anello del Camp Nou. La macchina perfetta era ormai costruita, bastava solo oliare gli ingranaggi.
L’anno successivo il 1962-1963, arrivò lo scudetto, il primo trofeo dell’era Moratti Senior. Seguirono poi altri due campionati, ’64-’65 e ’65-’66, 2 Coppe dei Campioni, ’63-’64-’64-’65 e 2 Coppe Intercontinentali nel 1964 e nel 1965. Era nata la leggenda della Grande Inter, la squadra capace di fare tremare tutto il mondo. Moratti, ormai diventato già un’icona e un pezzo di storia del calcio, lasciò poi la presidenza nel 1968 quando il ciclo epico era ormai al termine.
Morì il 12 agosto del 1981 per le complicazioni dovute ad un edema polmonare acuto. Di lui non resta solo una bacheca ricca di trofei, ma il ricordo di un uomo straordinario, capace di fare la storia in qualunque iniziativa scegliesse di lanciarsi.