Acción Romantica – Enrico Cucchi, uno di noi
La rubrica di Stefano Mazzi: "Perché gli interisti sono gli ultimi dei romantici"Dice che era un bell’uomo e veniva, veniva dal mare. Enrico era uno di noi, innamorato del mare e del calcio come si innamora un bambino la prima volta che li vede in vita sua. Un maledetto male se l’è portato via a 30 anni, per non riportarcelo più. Enrico era uno di noi. Un ragazzo normale che ha vissuto un sogno straordinario. Gli inizi nel Savona allenato da papà Piero che gli insegna il sacrificio, il lavorare sodo, a soffrire per qualcosa che non lo fa giocare quasi mai “Non volevo che dicessero in giro che giocava solo perché era mio figlio”. Poi l’Inter. L’esordio contro l’Ascoli. Quella notte magica contro il Real nella semifinale di Coppa Campioni in cui è semplicemente devastante. Trascina i compagni alle porte di una rimonta che sfiora l’immortalità.
Il gol contro la Samp nella finale della Supercoppa 1989 rimane per lui l’unico gol segnato con la maglia nerazzurra, centrocampista pensante e ordinato, a cui qualche dio ha donato dinamite e classe. Tanta classe. Tantissima dinamite. E un ricordo che non ci lascerà mai. Ciao Enrico, ovunque tu sia.
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