Francesco Acerbi è diventato un punto fermo dell’Inter, in difesa ma non solo. Mentre Marotta e Ausilio portano avanti la trattativa con Lotito per abbassare il prezzo del suo riscatto, il difensore di proprietà della Lazio si racconta in un’intervista a DAZN, parlando del futuro (sia prossimo che non) ma anche del passato.
Ecco una parte della sua chiacchierata.
FINALE DI STAGIONE – “Non vediamo l’ora di giocare queste partite: c’è un po’ di paura che ti mette però allo stesso tempo ti dà una scarica di adrenalina. In Champions possiamo arrivare in finale, queste sono partite da dentro o fuori. Anche nello spogliatoio una chiacchierata ce la siamo fatta: te la devi giocare. Il Benfica è fortissimo, ma è alla nostra portata e per noi passare il turno sarebbe importantissimo. E non dobbiamo dimenticarci il campionato, che non ci può lasciare tranquilli. Abbiamo avuto troppi alti e bassi: sono onesto, potevamo avere 10, 11 o 12 punti in più in classifica”.
LA MALATTIA – “Se avessi avuto una testa normale come quella che ho ora, avrei giocato già a 18 anni in Serie A in una grande squadra. E non lo dico per vantarmi. Se non avessi avuto la malattia, a 29 anni avrei giocato, con tutto il rispetto, in Serie B e ora nemmeno più a calcio. Ne sono sicuro. Grazie a Dio questo mi ha dato la forza di ripartire e quindi posso solo dire grazie”.
IL FUTURO – “La speranza è quella di rimanere all’Inter. Al momento non so niente, ma non mi interessa neanche. Mi aspettano due mesi importanti, cerco solo di fare il mio meglio. Quello che succederà, succederà. Mi trovo benissimo qui all’Inter: se dipendesse da me, rimarrei senza problemi. Ma non voglio mettere fretta, e la dirigenza lo sa”.
IL GOL DI KOSTIC – “Viziato dalla mano. Ma niente scuse: hanno interpretato meglio la partita. Hanno vinto meritatamente, poi magari non avrebbero più segnato, però sono stati più convinti ed equilibrati in campo. Questo episodio può essere uno stimolo per la semifinale di Coppa Italia”.
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