Nelle pagine dell’autobiografia dal titolo ‘Adriano, Meu Medo Maior’, l’ex imperatore dell’Inter ha rivelato alcuni retroscena clamorosi della sua esperienza a Milano. L’ex attaccante brasiliano ha raccontato le sue fragilità, parlando apertamente della dipendenza da alcol che lo ha devastato sino a portarlo via dall’Inter.
Questo il ricordo di Adriano sugli ultimi tempi trascorsi a Milano: “Non avevo le energie per alzarmi dal letto e andare ad allenarmi, tanto meno per le cose che devi fare al di fuori del club: mangiare e dormire bene, riposare. La mia unica preoccupazione era bere e andare in discoteca”.
Come ammesso nel suo libro, l’ex fortissimo centravanti aveva ritrovato nell’alcol un rifugio ai problemi della vita reale: “Vivevo una routine che non mi rendeva felice come molti immaginano, la gente pensava fossi un mascalzone, uno spudorato. E invece bere era il mio unico modo per non pensare a un ca**o. Sono sprofondato in una depressione terribile, è stato davvero brutto. Per fortuna se ne è accorta la mia famiglia che mi è rimasta vicina. Non mi piace nemmeno ricordarlo”.
Anche per questa ragione, l’Inter mandò Adriano in una clinica in svizzera dove venne ricoverato per disintossicarsi dall’alcol: “Pensavo che da un momento all’altro sarebbero entrati degli infermieri per mettermi una camicia di forza, volevo andarmene subito. Continuavano a passarmi per la testa delle idee sbagliate e ho dovuto lasciare l’Italia: San Paolo è stata la mia fuga. E lì sono stato aiutato da uno psichiatra migliore rispetto a quello che mi aveva assegnato l’Inter. Poi sono arrivati risultati in fretta e dopo essermi preso una pausa dall’alcol mi è tornata la voglia di correre in campo, anche di fare le cose noiose”.
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