FOCUS- Aggiungi un posto…al tavolo
A Natale siamo tutti più buoni, recita un detto che viene puntualmente rispolverato ogniqualvolta ci si avvicini alla fatidica data del 25 dicembre. E così, in mezzo ai buoni propositi di tutti, capita che anche il mondo del calcio si lasci trascinare dall’aria di festa, dalla voglia di ricominciare azzerando veleni e polemiche, dal desiderio di lasciarsi alle spalle pagine poco memorabili ma sempre attuali. Lo spirito rinnovato del nostro impareggiabile emisfero pallonaro ha ben pensato, nella figura rassicurante del Presidente del CONI Gianni Petrucci, di organizzare l’ormai famigerato “tavolo della pace” , con tanto di inviti e ordine del giorno già stabiliti, senza ingerenze o influenze dall’esterno. Un evento del genere non può non suscitare almeno un pizzico di curiosità e di sano voyeurismo e così ho voluto immaginare Lorsignori alle prese con temi tanto scottanti, trattati per anni nelle aule di tribunale, analizzati in salsa sportiva e ordinaria, sui quali fiumi e fiumi d’inchiostro sono stati spesi. Insomma è stato detto ed è stato fatto tutto. E allora perchè? L’OSPITE D’ONORE– La presenza di un solo uomo è imprescindibile perchè il tavolo della pace abbia motivo di esistere: quell’uomo risponde al nome di Massimo Moratti. Il Presidente nerazzurro è stato invocato in lungo e in largo da Della Valle prima e Agnelli poi, col rampollo juventino particolarmente insistente, ringalluzzito probabilmente dai risultati che la Juventus è riuscita ad inanellare nell’ultimo periodo. Si deve invece a Mister Tod’s la primogenitura dell’idea del “tavolo” raccolta poi dai vertici del Coni, il presidente della Fiorentina ci ha oramai abituato a prese di posizione forti in ambiti diversi, che svariano dal calcio alla politica. GLI INVITATI– Detto dei “primi” della lista, non ci siamo di certo dimenticati degli altri rappresentanti di club ammessi, per certo, all’evento: oltre ai vertici del Coni, rappresentati da Pagnozzi e Petrucci e il presidente della Figc Giancarlo Abete, dovrebbero esserci sia Adriano Galliani a.d. del Milan che il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Se la presenza del primo appare giustificata dalla penalizzazione del Milan nella stagione post-Calciopoli, il vulcanico presidente napoletano, cionvolto non direttamente nei fatti tristemente noti del 2006, avrebbe meno motivazioni a partecipare. Che sia mosso dall’intenzione di utilizzare proprio la sede del Coni per il suo prossimo cinepanettone? Scherzi a parte, sfugge il criterio che muove Petrucci & C. nella scelta di chi debba o meno prendere parte all’incontro. ASSENTI INGIUSTIFICATI– Se il tema della serata avesse come titolo “Calciopoli”, non si potrebbe prescindere almeno da altri tre protagonisti di quell’estate rovente di cinque anni fa. Non si spiega l’assenza dal novero dei papabili invitati di Claudio Lotito, Lillo Foti e Gazzoni Frascara. I primi due direttamente coinvolti dalle pesanti penalizzazioni inflitte rispettivamente a Lazio e Reggina, il terzo ex presidente del Bologna, uno dei principali fautori della teoria della cupola bianconera. CHE PUO’ SUCCEDERE?- Di certo “il tavolo della pace” non nasce sotto i migliori auspici di Petrucci, per cui nessun “volemose bene”, nessuna ascia di guerra sotterrata per mettere la parola fine ai veleni e ai vecchi rancori del passato. Non si capisce perchè una serata qualunque di dicembre, una combriccola di presidenti e di interessi dovrebbe d’improvviso trovare la quadratura di un cerchio mai perfetto, voltare pagina e destinare ai posteri quella data come svolta epocale. Detto che già i tribunali, qualunque fosse la sigla, hanno detto la loro senza margini di azione per recriminare o rivendicare altro, non si capisce perchè sia necessario rimuginare o chiedere conto del passato, magari rifare i calcoli un’altra volta nella speranza che sia quella buona per rovesciare verdetti definitivi. E SE FOSSE UNA ZINGARATA?- Nel 1975 Mario Monicelli ha realizzato uno dei suoi migliori film, “Amici miei”, i cui protagonisti erano un gruppo di fiorentini cinquantenni o giù di lì, impegnati a realizzare burle “crudeli” di ogni genere, definite appunto “zingarate”. Il tavolo della pace vorrei fosse proprio questo, nient’altro che l’ennesima zingarata tutta italiana. Potrebbe mai Moratti, intenerito dal clima natalizio, rinunciare allo Scudetto revocato alla Juve? Sarebbe molto più probabile che il patron nerazzurro rifilasse la famosa “supercazzola” ad Andrea Agnelli come risposta ad una richiesta di questo genere…di certo sarebbe preferibile al buonismo di facciata dei vertici del calcio italiano che precede quest’incontro. Se poi davvero i presidenti fossero convinti dell’utilità del “tavolo”, tanto vale invitare anche il presidente del Chievo, Campedelli: almeno, di certo, non mancherebbe il dolce…