16 Novembre 2011

Agnelli non si rassegna: “Non si può ignorare il passato”

Calciopoli senza fine. Andrea Agnelli in conferenza stampa nel pomeriggio di oggi, ha risposto a Gianni Petrucci, presidente del CONI, che aveva parlato di doping “legale ” facendo esplicito riferimento all’insistenza della società bianconera nell’ottenere la revoca dello Scudetto 2005-2006 all’Inter. Neanche la decisione del Tnas sembra aver messo la parola fine alla questione. LA CONFERENZA–  Questi i passaggi salienti del discorso del presidente juventino: “Devo tutelare il club il più possibile. Oggi Petrucci ha invitato tutti a tutelare il mondo dello sport e a rispettare le regole. La Juventus lo ha sempre fatto, ma una serie di avvenimenti accaduti dal maggio 2010 non possono essere ignorati“. Poi ritorna sull’esposto del 2010: Per quattordici mesi non abbiamo avuto risposta, dopo altri otto mesi arriva la relazione di Palazzi, casualmente poco tempo dopo la scadenza dei termini per la prescrizione“. Per quanto riguarda le prospettiva future:”Facciamo tuti insieme un passo avanti, anche con il nuovo ministro: costituiamo un tavolo politico che riveda tutti i fatti dal 2006 e che faccia confluire tutti gli sforzi per dare un futuro allo sport e al calcio di alto livello: leggi sugli impianti sportivi, riforma del codice di Giustizia Sportiva, revisione della Legge Melandri. Ad alto livello il calcio è un business da centinaia di milioni di euro che ha bisogno di leggi adeguate“. POSSIBILI SCENARI–   Il Tnas, Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport, ha dichiarato la sua incompetenza e adesso la via della giustizia sportiva sembra definitivamente battuta.  L’ultima possibilità era rappresentata dall’Alta Corte di Giustizia presso il Coni,una via mai presa in considerazione dalla società bianconera  e che adesso, scaduti i termini del ricorso, è sfumata. A livello ordinario Andrea Agnelli ha richiesto un risarcimento dalla Figc di 444 milioni di euro per “disparità di trattamento e le illecite condotte che l’hanno generata” e corrispondenti a minori introiti,” possibilità inferiori, costi, spese e svalutazione del marchio”. Il presidente ha, in definitiva chiesto una revisione degli atti di Calciopoli. La risposta di Abete a questo proposito è stata piccata: “I danneggiati siamo noi“.