21 Settembre 2019

Altobelli: ”Oggi conta solo vincere. Icardi? Basta, ora ci sono Lautaro e Lukaku. Conte il vero top player!”

L'ex attaccante nerazzurro ricorda i derby del passato e poi si sofferma sul presente e sulle ambizioni della nuova Inter di Conte

Alessandro Altobelli, ex attaccante dell’Inter e secondo miglior marcatore di sempre nella storia nerazzurra, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sportweek per presentare il derby in programma questa sera a San Siro tra Milan e Inter.

Ecco le sue parole: ‘‘Oggi non mi interessa chi segna, l’importante per l’Inter è vincere. Chi ha più possibilità di essere decisivo? Di sicuro Lukaku e Lautaro. Ma occhio agli inserimenti di Brozovic e Sensi e ai calci d’angolo, con i tre difensori che saltano molto bene. Se finisce con un gol di Lukaku o del Toro, però, è meglio”.

I ricordi del derby:‘Un tempo era sentito tantissimo perché molti giocatori di Inter e Milan arrivavano dai settori giovanili, c’era una voglia di vincere che andava indietro nel tempo. Erano partite sempre emozionanti, non c’era mai un’azione a metà campo: noi e loro per 90 minuti giocavamo così, quando una squadra finiva di attaccare l’altra ribaltava sempre il gioco. Quando perdevi dovevi aspettare 4-5 mesi per rifarti e non era bello. Figuriamoci se poi perdevi pure il ritorno…”.

Da Icardi a Lautaro e Lukaku: Parlare ancora di Icardi è inutile, oramai la sua storia è accantonata. Oggi penso a Lukaku, un giocatore che mi piace e che si è presentato bene, segnando e facendo vedere qualità tecniche, agonistiche e fisiche che potranno servire tanto all’Inter. Il belga è l’uomo che voleva Conte: anche quando soffre sottoporta fa comunque un lavoro importante, visto quanto è in grado di aiutare la squadra. Qualcuno poteva anche pensare che Lukaku avrebbe faticato all’inizio, invece è stato il contrario: San Siro l’ha accolto alla grande, si è innamorato di lui. L’affetto della gente in una piazza come Milano è la spinta per riuscire a dare sempre il massimo”.

L’arrivo di Conte: ‘‘Lui top player? E’ verissimo. Contemi ricorda Eugenio Bersellini: era chiamato il sergente di ferro perché comandava lui, era un uomo solo al comando,quello che diceva era legge, quindi tutti i giocatori lo seguivano, gli obbedivano. Lo stesso succede oggi con Conte: i giocatori sono i suoi soldati. Abbiamo una squadra a cui magari sulla carta manca qualcosa, però con la voglia di arrivare trasmessa da Conte abbiamo fatto un bell’inizio e siamo primi a punteggio pieno: si è visto l’attaccamento alla maglia, il rispetto verso tifosi e società. Anche se non va dimenticato che negli ultimi due anni con Spalletti forse non si andava a vedere l’Inter per il gioco, però abbiamo conquistato la Championse questo non è poco: era il massimo per quella squadra, con Juve e Napoli molto più forti”.

L’Inter di oggi: ”È un’altra squadra, perché ha cambiato i giocatori che un anno fa dovevano essere fondamentali, come Icardi, Nainggolan, lo stesso Perisic. L’Inter di Conte ha una difesa fortissima, i tre dietro sono tra i migliori in circolazione enel modulo di Antonio avere Godin-De Vrij-Skriniar insieme è una garanzia. È stato importante rafforzare il centrocampo accanto a Brozovic: il croato del passato recente sembrava svogliato, invece Marcelo serve davvero, è l’anima di questa Inter. Sensi ha fatto vedere cose stra- ordinarie e sta prendendo per mano la squadra in maniera inaspettata, mentre Barella ha la stoffa per fare il titolare come dimostra la scelta di Mancini in Nazionale. Anche il ritorno di Candreva ad alto livello sarà fondamentale”.

Un’Inter da scudetto? C’è entusiasmo, ma vanno fatti i conti con Juve e Napoli. Conte deve cercare di accorciare il gap dalle prime due, quindi arrivare ancora in Champions e dar fastidio al Napoli per il secondo posto, senza far scappare la Juve. Un anno fa dopo 4 partite Spalletti aveva 4 punti e Allegri 12, il campionato era già finito. Stavolta sembra diverso. La Juve deve essere presa come punto di riferimento, perché mette dentro due-tre pezzi nuovi ogni anno e resta fresca, non invecchia mai. L’Inter deve arrivare più vicino possibile ai bianconeri: la campagna acquisti o le parole qui non contano, se il gap si è ridotto ce lo diranno solo i punti”.

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