Angolo tattico: Genoa-Inter
Finalmente sprazzi di gioco, tante occasioni, un piglio da “big”: l’Inter esce dallo stadio “Marassi” con tre punti d’oro che le permettono di collocarsi già in un’ipotetica zona “Europa” ma soprattutto sono frutto di una prestazione convincente come forse mai era accaduto quest’anno. PRESSING ALTO E ZERO RISCHI– A fronte di un Genoa molto compatto dietro la linea della palla, Ranieri opta per una squadra quadrata che però, almeno inizialmente, rinuncia alla fantasia (Coutinho è addirittura in tribuna), inserendo dal primo minuto Andrea Poli largo a sinistra. Il giovane promettente ex doriano all’esordio assoluto in maglia nerazzurra, è un regista con buone doti di corsa così come il suo opposto Faraoni,ma di certo non un’ala pura. Il tecnico testaccino, sorprendendo un pò tutti, ha avuto il merito di aumentare notevolmente il pressing alto sui portatori di palla rossoblu, lasciando Cambiasso e Motta più liberi di verticalizzare per le punte e contando molto sulle sgroppate degli esterni arretrati per mettere palloni invitanti in mezzo per la coppia pesante formata da Milito e Pazzini. Quello che di sicuro ha impressionato positivamente è la padronanza del gioco condotto per larghe parti del match senza rischiare nulla, grazie anche all’impostazione data al Grifone da Malesani ,che è apparso troppo spesso rinunciatario e poco brillante. DIFESA SICURA E ALVAREZ SPACCAPARTITA– I primi 45′ di gioco hanno offerto forse la migliore Inter della stagione: corta, volitiva e soprattutto atleticamente brillante, aiutata in questo senso dalla grande devozione al sacrificio proprio dei giovani Poli e Faraoni e ovviamente dell’intramontabile Zanetti. L’ex doriano come detto in precedenza, ha interpretato i compiti di Ranieri con sicurezza, portandosi spesso al centro e liberando così spazi preziosi per l’ottimo Nagatomo, abile in entrambe le fasi. La difesa con il recupero di Lucio sembra essere rinata sia per quanto riguarda la tenuta del reparto che per la maggiore propensione ad avviare l’azione dalle retrovie senza ricorrere ai lanci lunghi, leit-motiv di molte gare nelle quali l’Inter non ha potuto far ricorso al centrale brasiliano. L’ingresso di Ricky Alvarez era una mossa scontata ad inizio ripresa: il trequartista argentino è risultato decisivo grazie al cross morbido per Nagatomo e per una conclusione da fuori area finita sul palo. Di certo il giovane ex Velez sta pian piano entrando nei meccanismi complessi del gioco nerazzurro, la sua classe è indiscutibile, si ha però l’impressione che il passo sia ancora troppo cadenzato specie se Ranieri avrà ancora intenzione di proporlo largo a destra, zona nella quale occorre rapidità e dribbling secco per risultare efficaci.
LA CLASSE DI FORLAN E I MALI DI MILITO- Il ritorno di Forlan in gara ufficiale con l’Inter è di sicuro una delle note liete della serata genovese: pochi minuti ma tanta voglia di fare: la sua esperienza potrebbe essere determinante per l’Inter, soprattutto se l’altro Diego nerazzurro, Milito, continuerà a non trovare il gol. Quello tra il Principe e la marcatura sta diventando una sfida ossessiva che lo condiziona, e non poco, sottomisura. Il recupero de “el Cacha”, avrà di certo un effetto positivo sia per le alternative che il duttile attaccante uruguagio può garantire a Ranieri in quanto abile ugualmente da prima o da seconda punta, sia per sopperire alle mancanze dell’asfittico attacco nerazzurro, vera nota stonata di questa stagione.