ANGOLO TATTICO- Inter-Bologna
Difficile, anzi quasi impossibile essere in grado di parlare di tattica, posizionamento in campo, distanze tra i reparti di fronte alla debàcle di ieri sera contro il Bologna. E’ ancor più complicato tracciare una linea di demarcazione netta tra le colpe di tecnico ed interpreti in campo e tra meriti degli avversari e demeriti dei nerazzurri. 4-2-3-1…PER MODO DI DIRE– La disposizione degli uomini di Ranieri, complice l’assenza di Milito, prevede, per la prima volta in questa stagione, Pazzini solo davanti appoggiato da tre mezze punte, Forlan, Faraoni larghi e Sneijder al centro, delle quali solo l’olandese non risulta un “adattato”. A far da frangiflutti davanti alla difesa Cambiasso e Zanetti, mentre dietro la linea a quattro è composta da destra a sinistra, da Maicon, Lucio, Ranocchia e Nagatomo. A volte i moduli mentono… come nel caso della gara di ieri. Confusione tanta, idee poche, giocatori disorientati e poco a loro agio nell’interpretazione di ruoli sconosciuti (Faraoni trequartista esterno?). Morale della favola: solo e sempre manovre sterili e occasioni gol frutto di palle inattive (con Maicon per ben due volte da corner). 1-2…K.O– Fragile anche la condizione mentale, alla prima disattenzione difensiva di Lucio che si lascia scappare Ramirez, il Bologna passa con Di Vaio. Sarebbe già difficile ma un Ranocchia in bambola regala all’ex Lazio l’assist del 2-0. Fine dei giochi per tutti. La resa è nell’aria, S.Siro gelato, Ranieri inerme. RIPRESA…ANZI NO– Dimenticarsi della pazzia, forse questo fa più male. Il tecnico nerazzurro lascia tutto com’è, si affida agli undici dei primi 45 minuti. Forlan ombra di sè stesso sbaglia dribbling, passaggi perfino una semplice conclusione davanti a Gillet e lascia il posto a…Poli. Fischi per il “Cacha” e per l’ennesima inspiegabile sostituzione con un altro centrocampista dentro poco avvezzo alla profondità. Wes inizia la sua personale battaglia contro tutti, senza successo. Entra pure Castaignos, giusto per dire che si sta tentando il tutto per tutto ma è Acquafresca a mettere fine alle speranze di rimonta con una percussione da slalomista con la difesa nerazzurra versione spettatrice non pagante. Che aggiungere, di chiavi tattiche in una gara così non se ne sono viste, se la testa non gira figuriamoci il resto…