ANGOLO TATTICO- Juventus-Inter
Un’ora, più o meno e poi improvvisamente il buio. L’Inter esce dallo Juventus Stadium per l’ennesima volta a digiuno di punti e ricomincia ad interrogarsi sulle responsabilità e le colpe di un ennesima battuta d’arresto, dimostrando ancora una volta tutti i limiti di natura caratteriale dell’undici di Claudio Ranieri. 4-4-2 PER RIPARTIRE- Sor Claudio può optare per il più lineare dei moduli, complice la penuria di trequartisti, dando fiducia alla linea verde con Poli al centro e Obi a sinistra e preferendo Stankovic a Cambiasso nel ruolo di centrale a fianco dell’ex doriano, l’attacco è formato dal doble Diego, difesa a quattro con Samuel e Lucio centrali, Maicon e Nagatomo larghi. La Vecchia Signora si presenta con un modulo speculare a quello nerazzurro, con Vucinic e Matri terminali offensivi, geometrie affidate a Pirlo affiancato da Vidal, Pepe a destra ha il compito di mettere palloni invitanti in mezzo, Marchisio dalla parte opposta ha meno libertà dovendo contenere le avanzate di Maicon, in difesa, da destra a sinistra, Caceres, Barzagli, Chiellini e De Ceglie. IL GIOCO DELLE COPPIE- Naturale conseguenza dello schieramento tattico pressocchè identico scelto dai due tecnici è la creazi0ne un vero e proprio scacchiere nel quale gli spazi del campo sono occupati in modo da formare “coppie” di opposti. Il duello più interessante è indubbiamente quello tra Pirlo e Poli. L’ex doriano ha il principale compito di marcare a uomo l’ex milanista costringendo così i bianconeri a trovare soluzioni alternative in fase di impostazione. La vera falla nei primi 45′ è data dall’assenza sul versante sinistro difensivo dell’Inter, spesso orfano di Obi chiamato a raddoppiare su Vidal, di un’opposizione solida alle folate offensive di Pepe e Caceres. Bene le ripartenze: Milito e Forlàn affinano l’intesa appoggiati da un centrocampo aggressivo già nella metà campo degli uomini di Conte, questa è sicuramente la nota più positiva della prima frazione di gioco. Le occasioni nascono, non a caso, proprio grazie ad un atteggiamento più propositivo rispetto al solito e alla difficoltà della Juve di prescindere dalle geometrie di Pirlo nello sviluppo del gioco.
DISTRAZIONI E FRAGILITA’– La ripresa inizia sulla falsa riga della prima frazione ma dopo appena sette minuti Conte opta per un cambio di modulo inserendo Del Piero e Bonucci per Matri e Pepe: 3-5-2 con spostamento di Chiellini sul centro-sinistra e avanzamento di De Ceglie e Caceres in mediana. Ad essere onesti non si può trovare un nesso logico tra i cambi e la svolta del match, frutto di una clamorosa disattenzione difensiva dei nerazzurri in pieno stile Marsiglia. Errori che si pagano. L’Inter si squaglia come neve al sole e l’ingresso di Pazzini per Obi e di Faraoni per Poli ha come unico effetto lo sbilanciamento in avanti della squadra che presta il fianco in più di un’occasione ai rapidi contropiedi di Del Piero & C. Troppo fragile l’equilibrio mentale della squadra di Ranieri, incapace di ribattere in modo convincente e, questo è il dato su cui bisogna riflettere maggiormente, davvero poco brillante sotto il profilo della tenuta fisica. Occorrerà inserire forze fresche per chiudere l’anno in modo quantomeno dignitoso, attingendo magari dalla Primavera dei miracoli di Stramaccioni.