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Antonello: “Quando arrivai all’Inter era diverso, ora il calcio è cambiato”

Il CEO nerazzurro, Alessandro Antonello ha parlato in occasione della presentazione del libro di Marco Bellinazzo “Le nuove guerre del calcio”. Queste le sue parole riguardo i fenomeni economico-finanziari entrati ormai nel quotidiano del mondo calcistico: “Trattare questi argomenti oggi è più facile rispetto a sette anni fa, quando arrivai all’Inter perché in questi anni certi temi sono entrati nella linguaggio comune di tutti i tifosi. Sette anni fa parlavamo di FFP, di regole da dover rispettare ed eravamo visti quasi come extraterrestri che discutevano di temi economici all’interno di un fenomeno che all’epoca rappresentava una crescita esponenziale. Registrava già importanti perdite strutturali che avrebbero avuto un effetto molto pesante poi con la pandemia. Nel 2010 si è visto l’inizio di questo cambiamento. Il cosiddetto soft power, veniva sostituito dagli stranieri, le grandi famiglie vendevano. Un fenomeno già avvenuto in Inghilterra con grande anticipo, nei primi anni 2000. In tutti questi anni tutti questi investitori stranieri, accompagnati da investitori finanziari quindi private equity, hanno accelerato questo processo che nel post-pandemia è esploso ulteriormente”.

Antonello ha poi continuato parlando delle conseguenze della pandemia: “Dopo l’immediata pandemia c’è stato un vero e proprio break sociale che ha cambiato anche il sistema calcio. Da lì sono nate le idee come la Superlega, momento massimo di rottura che io definisco come un grido di allarme che i club hanno lanciato, in maniera assolutamente sbagliata. Sono dunque nate le idee su come rinnovare il calcio ovvero chiedersi come cambiare i format, le regole del gioco, investire sulle infrastrutture, sono arrivate le tecnologie. Dalla pandemia in poi si sono accelerati una serie di fenomeni perché il mondo del calcio non poteva più vivere in quei paradigmi pre-pandemici. Ne è esempio è il fenomeno degli agenti che si muovono in maniera più strutturale o quello delle multiproprietà”.

Il CEO nerazzurro ha poi chiuso il suo intervento parlando del fenomeno che riguarda i club Sauditi, molto attivi in questa sessione di calciomercato: “Questo fenomeno dell’Arabia Saudita, arriva in un momento in cui noi siamo troppo Europa centrici. Si pensa che il calcio sia solo qui. La FIFA ha una visione legata alla globalizzazione della dimensione del calcio. Dobbiamo pensare che gli USA da qui ai prossimi 4 anni avranno il mondiale e altri eventi che la metteranno al centro dell’attenzione. Gli emirati guardano al lungo periodo. Oggi stanno eseguendo quella che è la loro visione. Sono partiti dalle infrastrutture e e da li nascerà una delle potenze del calcio dei prossimi anni. Possono farlo grazie alle disponibilità economiche importanti. Non dimentichiamoci che già nel 2010 furono assegnati i mondiali in Qatar nel 2022. Oggi si parla del mercato vedendo diversi giocatori trasferirsi in questi Campionati, visti ancora come di seconda fascia. Bisogna affrontare il mondo del calcio non più pensando all’Europa ma ad un fenomeno globale. Dobbiamo guardare al futuro con un occhio diverso e con modelli di gestione differenti”.

Matteo Rizzi