Antonello: “San Siro? Con la ristrutturazione perderebbe identità. I nostri progetti di pubblico interesse”
L'amministratore delegato dell'Inter nel corso dell'incontro presso la sede del Municipio 7 di MilanoSi è da poco concluso l’incontro andato in scena con il Presidente del Consiglio del Municipio 7 di Milano, che ha visto protagonisti Alessandro Antonello per la dirigenza dell’Inter, e Paolo Scaroni per quella del Milan. Si è discusso ancora una volta della questione stadio e soprattutto della fattibilità o meno di una ristrutturazione dell’attuale San Siro. Nell’intervento dell’amministratore delegato del club nerazzurro, è stato perfettamente chiarito il motivo che ha indotto le sue società a rinunciare ai lavori di ammodernamento del Meazza e puntare alla costruzione di un nuovo impianto al centro di un distretto rinnovato. Queste le parole di Antonello riportate da calciomercato.com:
PROGETTI – “Siamo qui perché i due club hanno presentato uno studio di fattibilità al comune di Milano come prevede la normativa a cui ci atteniamo, ma siamo qui perché vogliamo dialogare. Ci teniamo perché la presentazione del progetto è solol’inizio di un percorso di dialogo con cittadini e tifosi. Vogliamo chiarire un concetto: non abbiamo presentato solo progetti ma fatto domande di pubblico interesse per capire se questi progetti potessero avere interesse pubblico. Per noi oggi è importante iniziare questo percorso perché i due progetti non sono definitivi, vogliamo ascoltare la cittadinanza le istituzioni per capire se ci sono altre idee. È giusto chiarire la nostra posizione perché si è parlato di monologo dei club mentre non è stato così, abbiamo solo seguito i passaggi formali previsti dalla normativa e oggi ci fa piacere essere con voi. I progetti prevedono interventi importanti sui quartieri con relativi miglioramenti, ma ci sono anche altri progetti meno specifici perché vogliamo prima ascoltare voi. Questo per noi è un punto di partenza, vogliamo ascoltarvi e anche farvi maggiore chiarezza”.
RISTRUTTURAZIONE – “I tre anelli di San Siro non hanno legami ma sono appoggiati l’uno all’altro e questo nel tempo ha creato limitazioni e disagio. Cinque anni fa siamo partiti con un’idea di ristrutturazione poi ci siamo confrontati col Milan e siamo giunti a una conclusione diversa perché il Meazza non ha spazi sufficienti per dare a tutti i tifosi servizi idonei per chi vuole godersi uno spettacolo allo stadio. Ci sono tutta una serie di servizi, oggi, che nel 1926 non erano concepiti. Muoversi a San Siro è difficoltoso, non è adeguato alle normative. Non ultimo il livello di servizio dei tifosi del secondo e terzo anello: oggi ci sono più di 50 mila tifosi che vengono allo stadio a vedere le partite e hanno servizi scadenti, sia per quanto riguarda il bar che i servizi igienici. Inter e Milan hanno studiato un progetto di ristrutturazione, ma è un progetto molto invasivo che prevede la rimozione del primo anello, delle torri, del terzo anello e l’abbassamento del tetto. Poi bisognerebbe ricostruire tutto. Abbiamo voluto rispondere a una domanda: Ma al termine di questi lavori l’identità di San Siro sarebbe ancora la medesima? La risposta è no”.
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