Intervenuto sulle pagine odierne del Corriere della Sera, il CEO Corporate dell’Inter Alessandro Antonello, insieme al presidente del Milan Scaroni, hanno risposto a delle domande sul nuovo stadio. Questo le parole dirigente nerazzurro: “Abbiamo accettato la riduzione delle volumetrie per manifestare la volontà di perseguire quello che è un obbiettivo importante non solo per i club ma anche perla città. Meno volumetrie significano 50 mila metri quadrati di verde in più e uno stadio ecosostenibile”.
Perché non la ristrutturazione del Meazza?
“San Siro, seppur iconico, ha fatto il suo tempo. C’è bisogno di uno stadio moderno, attrattivo e soprattutto sicuro. Gli impianti italiani hanno un’età media di 74 anni. In Europa negli ultimi 10
anni sono stati realizzati 150 impianti per 20 miliardi di investimenti e soltanto il9per cento degli impianti è di proprietà privata”.
Ma cosa impedisce la ristrutturazione di San Siro?
“L’intervento sarebbe stato così invasivo che avrebbe reso irriconoscibile San Siro. L’elemento identitario che oggi si vuole mantenere andrebbe comunque perso”.
Sulle tempistiche e sul prezzo dei biglietti, Antonello ha aggiunto: “Per noi è fondamentale avere una certezza sui tempi. Più passano gli anni e più i nostri club diventano meno competitivi. Dobbiamo avere la certezza di poter fare i lavori entro una determinata data. Voglio chiarire subito. I ricavi addizionali non arrivano dall’aumento dei prezzi dei biglietti, ma dai ricavi indotti dai servizi aggiuntivi che uno stadio moderno può garantire. Non intendiamo modificare la struttura tariffaria, le curve ci saranno sempre, come i prezzi popolari”.
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