Fra i numerosi temi di discussione all’indomani di Monza-Inter 1-1 c’è anche l’operato dell’arbitro Luca Pairetto. Sul finire dei minuti di recupero, infatti, il direttore di gara ha fischiato una punizione dal limite a favore dei brianzoli, proprio nel momento in cui la palla stava per raggiungere Pessina. Una circostanza su cui La Gazzetta dello Sport rafforza la sua tesi, secondo la quale gli uomini di Nesta avrebbero addirittura meritato di vincere:
“L’Inter perde l’occasione del primo allungo in testa, ma il punto è guadagnato, perché il Monza meritava di più il successo e se lo sarebbe forse preso, se all’ultimo secondo Pairetto avesse concesso il vantaggio, anziché fischiare un fallo ai danni di Dany Mota. Se Pairetto non avesse interrotto il gioco, Pessina sarebbe filato verso la porta, a tu per tu per Sommer, e forse racconteremmo una sconfitta interista, non un pareggio raffazzonato“.
Stabilire una correlazione diretta fra risultato, prestazioni delle squadre e decisione dell’arbitro nel finale ci sembra quanto meno semplicistico. Detto che secondo noi il pareggio è un risultato giusto e il Monza non avrebbe meritato quindi di vincere, ci teniamo a chiarire una cosa.
Quello dell’arbitro Pairetto è sicuramente un fischio precipitoso e un errore, ma basta riguardare la dinamica dell’azione per comprenderne le ragioni. Dany Mota viene inizialmente steso da Pavard, Pairetto sta per fischiare fallo ma applica la norma del vantaggio visto che la palla finisce a Bondo, il quale prova il passaggio verso Pessina ma la sfera viene intercettata in scivolata da Zielinski. È in quel momento, pensando che il vantaggio non si fosse concretizzato, che Pairetto fischia il fallo su Mota. Tuttavia, sul rimpallo provocato dal centrocampista nerazzurro il pallone finisce dalle parti di Pessina, ma l’arbitro ha fischiato. E Dimarco, per inciso, si è già fermato e quindi non prova neanche a intervenire sull’ex Atalanta.
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