Atalanta: una Dea in stato di grazia
In comune hanno i colori sociali e la regione d’appartenenza, all’opposto stanno le ambizioni e il blasone. Atalanta-Inter è partita vera, per i bergamaschi un esame di maturità, per i meneghini la prova del nove per dimostrare che la crisi nera è alle spalle. Finora il nerazzurro orobico è apparso più vivo nonostante la pesante penalizzazione inflitta ai lombardi ad inizio campionato dopo il tourbillon di scommessopoli, quello della società di Moratti sbiadito dalle continue vicissitudini interne che hanno turbato l’ambiente in questo primo scorcio di stagione. PIERPAOLO MARINO UNA CERTEZZA. A guidare le strategie di mercato dell’Atalanta è stato chiamato Pierpaolo Marino, esperto conoscitore del calcio a tutte le latitudini, reduce dalle brillanti esperienze di Udine e Napoli, capace di individuare talenti del calibro di Lavezzi e Maggio, solo per citarne due. L’incipit dato dal dg campano sul mercato è stato chiaro: rinnovare, ma con qualità, l’organico della cavalcata trionfale in serie A dello scorso anno, promuovendo un mix tra esperienza e talenti in erba. OCCHIO A MAXI MORALEZ E DENIS. L’opera di costruzione della nuova Dea è partita con l’handicap di non avere la certezza di poter prendere parte al massimo campionato italiano, tutto questo ha avuto ripercussioni sulle strategie della società fino a che non si è arrivati alla sentenza sportiva sul caso scommesse e alla sola penalizzazione da scontare in serie A. Il semisconosciuto Maxi Moralez e German Denis sono i nomi sui quali Marino & C. hanno puntato per dare nuova linfa al reparto offensivo. Il primo, centrocampista avanzato tascabile (160 cm) viene prelevato dal Velez Sarsfield nell’indifferenza generale e sta dimostrando a Bergamo di essere molto funzionale al gioco di Colantuono, riuscendo a rovesciare rapidamente l’azione e a saltare facilmente l’uomo, aiutato dal baricentro basso e dalle leve corte che rendono ogni suo movimento imprevedibile. L’altro, German, ha già maturato un’importante esperienza nel Belpaese con le maglie di Napoli prima e Udinese poi e in particolare in Friuli ha dimostrato doti di uomo d’area e ha saputo coniugare le sue qualità con quelle di Totò Di Natale o Sanchez, giocatori con caratteristiche fisiche e tecniche simili al nuovo compagno d’attacco del “Tanque”, un aspetto che, di certo non sarà sfuggito al nuovo Dg bergamasco. CIGARINI, SCHELOTTO, BRIGHI, MASIELLO E LUCCHINI PER COMPLETARE I REPARTI. L’esperienza di giocatori come Masiello, reduce dalla sfortunata retrocessione di Bari e Lucchini, accomunato al nuovo compagno di reparto dallo stesso destino in quel di Genova sponda Doria, può tornare utile al reparto arretrato della Dea. Tante presenze accumulate in Serie A e tanta voglia di riscatto sono le basi da cui ripartire. Matteo Brighi è il centrocampista di rottura scelto dagli orobici per elevare il dinamismo e la corsa nella zona nevralgica del campo, un giocatore che a Roma si è espresso su ottimi livelli tanto da entrare per un certo periodo nel giro della Nazionale. Schelotto interpreta il ruolo di esterno, basso o alto che sia, in maniera convincente e con una sempre crescente costanza di rendimento. L’italo-argentino già nel giro dell’Under21 azzurra ha le qualità per far parlare di sè anche in futuro. Cigarini è l’uomo d’ordine a centrocampo, chiamato al riscatto in nerazzurro dopo gli exploit mancati di Napoli e Siviglia. L’aria di provincia in quest’inizio di stagione, sembra aver ridato all’ex centrocampista del Parma motivazioni giuste e la mancanza di pressione in una piazza come Bergamo gli sta permettendo di ritagliarsi un ruolo importante in squadra. CHE DEA SARA’ CON L’INTER? Probabile che Colantuono punti ancora sulla coppia Denis-Moralez per infastidire la difesa della Beneamata, con Bonaventura, Padoin, Cigarini e Schelotto a comporre un centrocampo rapido ma poco votato all’interdizione. L’utilizzo di Brighi è in dubbio e la sua assenza potrebbe costituire uno scompenso per gli equilibri tattici degli orobici. La difesa a quattro, con Masiello e Peluso sulle fasce e Capelli e Lucchini al centro, ha di certo una buona esperienza ma difetta in velocità e potrebbe essere messa in crisi dalle accelerazioni improvvise di Maicon da una parte e Zarate dall’altra. Attenzione all’aspetto atletico: la Dea per guadagnare il terreno sottrattogli dalla penalizzazione ha impostato una preparazione che gli potesse consentire da subito di dimostrare una condizione relativamente brillante. Occhio quindi alla gestione delle energie nell’arco dei novanta minuti.