Giù le mani da Nicolò Barella. Questo è sicuramente il pensiero fisso di tutti i tifosi nerazzurri da quando la notizia di un forte interessamento del Liverpool è rimbalzata sui principali siti di calciomercato. Ed è il minimo: nessun progetto, nessuna squadra, può andare avanti senza il proprio cuore pulsante, il proprio motore.
A prescindere dall’entità dell’offerta infatti, la presenza di Barella deve essere imprescindibile: Nicolò è il pilastro su cui costruire un futuro lungo e prospero. Il capitano di domani, la nuova bandiera che unisce il nuovo corso a quello vecchio. Certo, era prevedibile che, dopo una stagione tanto straordinaria, condita da un europeo di grandissimo livello e addirittura vinto con l’Italia, tutte le big avrebbero guardato al gioiellino sardo con eccessivo ardore. Ma da qui al ventilare la possibilità di una cessione ce ne passa di acqua sotto i ponti.
Ecco perché è assolutamente prioritario, fortunatamente anche nella testa di Marotta e Zhang, blindare il centrocampista con un rinnovo adeguato alla sue esplosione di rendimento. Questa Inter infatti è forse più Barella-dipendente che Lukaku-dipendente. L’ex Cagliari infatti è l’anima dello Scudetto, capace di salvare la difesa e poi ripartire in avanti con uno strappo, una folata di rara violenza. Bravo sia a stare nell’ombra, a fare il lavoro sporco, che a primeggiare con lampi di classe assoluta e gesti atletici impressionanti. Il ragazzo non è un calciatore comune, è il prototipo del centrocampista del domani, il futuro del calcio italiano. E non va assolutamente gettato via. Meglio perdere un rinforzo trascurabile e secondario per mancanza di potere di investimento, che un asset unico come Barella. Molto più utile e necessario dirottare denaro sul suo ritocco dell’ingaggio (possibilmente senza clausole rescissorie accessibili) che su nomi di secondo piano per puntellare una rosa già accettabile.
Giocatori simili capitano una volta in una generazione, specie considerata la giovanissima età e la crescita esponenziale che ancora lo aspetta, soprattutto negli ultimi 16 metri. L’Inter ha già commesso errori simili, ma non sarà questo il caso. A prescindere dalle difficoltà economiche e dalla crisi, Marotta è grande uomo di calcio e sa benissimo il patrimonio che ha per le mani. E sa anche che non lo si può sciupare neanche a fronte di offerte stellari. Il cuore della squadra, il suo uomo simbolo, il ragazzo immagine, resterà a Milano.
Barella è tatuato nel destino dell’Inter, così come l’Inter è tatuata nel suo. Perciò dormite sonni tranquilli tifosi nerazzurri: il vostro gioiello non si tocca. E non andrà da nessuna parte.
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