Correndo il rischio di poter risultare impopolare rispetto alla corrette maggioritaria che circola sui social negli ultimi giorni, questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport il direttore Stefano Barigelli ha dedicato qualche riga per analizzare quanto successo tra Antonio Conte e Christian Eriksen. Con grande lucidità, il giornalista ha scelto di schierarsi dalla parte del tecnico leccese, motivando questa sua decisione a seguito della mancata professionalità mostrata negli ultimi mesi dal trequartista danese. Dagli attacchi rivolti all’allenatore dalla nazionale, alle tante occasioni fallite nelle chance che Conte gli aveva riservato anche ad inizio di questa stagione.
L’analisi di Barigelli: “Il danese ogni volta che è andato in nazionale ha criticato l’allenatore, in momenti tra l’altro difficili per la squadra. Non è un suo diritto: l’ha perso quando ha firmato un contratto da sette milioni e mezzo a stagione. Eriksen ha avuto diverse volte l’opportunità di dimostrare all’Inter il proprio valore. Non c’è mai riuscito. Guadagna quanto Lukaku, ma incide per un ventesimo. L’Inter è stato per anni un club anarchico, presupposto dei fallimenti sportivi poi puntualmente avvenuti. Conte è un allenatore esigente, su orari e comportamenti prima che sulle prestazioni in allenamento e in campo. Se l’Inter vuole tornare a vincere, e può già quest’anno tornare a vincere, deve premiare la serietà e punire la scarsa professionalità. Come? Anche mandando un giocatore in campo a partita praticamente chiusa. Detto questo, mi pare che la separazione tra Eriksen e l’Inter sia non solo la soluzione migliore, ma quella obbligata”.
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