Beppe Bergomi, che ha speso tutta la carriera all’Inter come roccioso difensore, di attaccanti se ne intende. Nella propria carriera infatti ha vissuto gli anni di massimo splendore della Serie A, anni in cui anche le piccole vantavano bomber di razza e veri e propri campioni tra le proprie fila. E proprio di attaccanti “lo Zio” ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.
In particolare Bergomi ha analizzato il grande avvio di stagione di Edin Dzeko, dato per molti come bollito e invece uomo fondamentale per l’Inter nonché, al momento, capocannoniere della squadra. Bergomi ha dichiarato: “Sapevo che Dzeko avrebbe fatto grandi cose sin da subito all’Inter. Non pensavo magari avrebbe segnato così tanto, ma ero certo avrebbe avuto un impatto importante nella nuova realtà. Non lo conosco di persona, ma si vede che è un ragazzo intelligente, oltre che un professionista serio. Sa calarsi alla perfezione nei meccanismi della squadra in cui gioca e, con il nuovo gioco di Inzaghi, le sue qualità possono esaltarsi al massimo. Alla Roma ormai era spento, aveva bisogno di nuovi stimoli. Il risultato è evidente”.
“Il miglior Dzeko di sempre? Beh non dimentichiamo cosa fece nel 2016-17 con Spalletti: 29 goal in campionato e 10 in Europa. Sicuramente stiamo vedendo una bellissima versione di Dzeko, non la migliore ma comunque determinante. Ad aiutarlo è anche l’aver accanto un altro attaccante che lo aiuti a creare tante occasioni. L’intesa con Lautaro è già ottima, i due si completano a vicenda. Hanno caratteristiche differenti che però si incastrano alla perfezione. Si dividono bene gli spazi in campo, sia dentro che fuori dall’area di rigore. Possono ancora migliorare e sincronizzarsi meglio: spesso vanno entrambi incontro al pallone. L’ideale sarebbe che uno vada incontro e l’altro vada ad attaccare la profondità”.
Bergomi ha poi concluso: “Dzeko farà ancora tanti goal e penso potrebbe addirittura lottare per il titolo di capocannoniere della Serie A. All’Inter può sfruttare tanto anche i suoi centimetri sulle palle inattive: l’Inter ha tanti giocatori pericolosi di testa e spesso quindi i difensori avversari non riescono a marcarli tutti. Lui sarà quindi molto più libero di fare male“.
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