Bergomi non ha dubbi: “Inter, Lautaro è da tenere! Se parte all-in su Werner, no a Griezmann”
Lo Zio nerazzurro fa il punto sulle strategie di mercato in attacco dell'Inter: tutto ruota intorno al futuro del numero 10 argentinoBeppe Bergomi, ex capitano e leggenda dell’Inter, si è concesso ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per parlare del futuro di Lautaro Martinez, nel mirino del Barcellona, e del suo possibile sostituito che potrebbe sbarcare a Milano per giocare al fianco di Romelu Lukaku.
Ecco le sue parole: “Lautaro oggi è un ottimo giocatore. Io nelle mie classifiche, nelle valutazioni, sto sempre basso. I fuoriclasse al momento sono due: Messi e Ronaldo. Cristiano lo stimo per la fatica che fa a stare a quei livelli, anche con gli anni che passano, mentre l’altro è un genio. E poi io ho giocato negli anni 80 e 90 in una Serie A che ospitava tutti i top. Se noi diciamo che questi sono campioni, Van Basten cos’era? E Gullit? E Careca? E Matthäus? Io parto da questa base, non riesco a parlare con facilità di campioni. Ronaldo il Fenomeno era un fuoriclasse, Zidane era straordinario, Lautaro è un ottimo giocatore in crescita. Poi vedremo”.
Il futuro di Lautaro: “Domanda difficile, in questi casi va valutata la fase dei giocatori. E lui è in crescita: lo vedi che sta esplodendo, sta venendo fuori. Al contrario di uno di cui si è parlato come possibile sostituto, Griezmann: non dico che non sia forte, ma Lautaro ha una parabola che sta crescendo, e prenderai i suoi anni migliori, l’altro è ancora bravo, ma sta scendendo. Per questo dico che bisogna fare tutto il possibile per tenerlo”.
Fattori Conte e Lukaku: “C’è tanto di loro nella crescita di Lautaro, sia di Conte che di Lukaku. Perché Romelu è un generoso, gioca per la squadra. Ha il giusto egoismo da attaccante, ma ti sa dare anche la palla giusta, ti fa fare gol. E lui ne ha beneficiato. Con Icardi, ad esempio, la coppia non poteva funzionare. Funziona così, con quei due: in questo ha molti meriti anche Conte che li ha voluti insieme, li tiene insieme e li fa combinare bene. Lautaro ci mette del suo, ma lo hanno aiutato”.
Lautaro al Barcellona: “Andrebbe in un calcio diverso dal nostro e lui ha qualità. Guardate quando viene incontro alla palla e gioca di sponda: come la difende, ha la furbizia e la malizia giusta. In una squadra che palleggia tanto nella metà campo avversaria sarebbe sempre nel vivo. E poi lui dà anche una mano dietro”.
Il sostituito: “Premessa: io terrei sempre il Toro. Poi, se dovessi essere costretto a sostituirlo, punterei su Werner, del Lipsia, perché ha una velocità impressionante. L’Inter ha bisogno di qualcuno che dia profondità, perché la forza fisica ce l’ha con Lukaku. Se ti danno 110 milioni vai a prendere uno che ha gamba. Il calcio moderno si basa molto su questo, sulla fisicità e sulla gamba. E Werner è veloce, cattivo, “rabbioso”, ha lo strappo. All’Inter non serve un altro tipo di punta. Nel calcio di oggi uno molto piccolo deve avere doti straordinarie, se no avrà vita dura”.
La suggestione Griezmann: “Con lui saresti quasi costretto a spostare Lukaku più da centravanti vero e usare il francese come pendolo dietro di lui. Sarebbe quasi un 1-1, non due punte. Perché il francese non può giocare spalle alla porta come Lautaro, è un altro giocatore. E se viene indietro occupa una zona da trequartista dove si pensa possa agire un’evoluzione di Eriksen. E quello era anche il posto di Sensi. A quel punto le alternative aumentano troppo, forse”.
Giroud come vice Lukaku: “All’età che ha può adattarsi bene al ruolo. Deve capire, se non lo ha già fatto, che è un compito importante, perché l’Inter con due punte titolari ne deve avere altre due di livello dietro. Poter contare su uno come Giroud peserebbe, perché le partite si risolvono spesso nel finale, quando devi alzare la palla, non puoi andar dentro con la giocata pulita. Lui in questo ti può aiutare molto. E nel calcio attuale parlare di ‘riserve’ è relativo”.
Esposito in prestito: “In passato, su altri come lui, ne ho sentite tante. Si dice: ‘così sta a contatto con i grandi campioni’. Per me bisogna giocare, fare esperienza per tornare pronto. Restare ha senso se sei il primo cambio dopo le due punte, ma è un ragazzo del 2002, mi sembra un po’ presto. Può giocare in B in una squadra che punti a vincere, o in A come ha fatto Salcedo quest’anno. Poi certo, nessuno ti garantisce il posto anche nelle piccole, però per lui è importante confrontarsi con le linee offensive avversarie, mettere minuti”.
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