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Bergomi ricorda Simoni: “Un grande uomo: l’Inter di Ronaldo era fatta apposta per lui”

In una bella intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, l’ex calciatore e bandiera dell’Inter Beppe Bergomi ha scelto di ricordare Gigi Simoni, scomparso ieri all’età di 81 anni. Un racconto romantico e ricco di aneddoti, tra il rapporto con Ronaldo e Moratti ed il trionfo interista.

INTER DI SIMONI“Quell’Inter era fatta apposta per lui, per il suo gioco pratico, essenziale. Avevamo un attaccante, Ronaldo, che quando andava in progressione non lo fermavi più e Gigi si preoccupava di creargli spazi adatti a queste qualità. Quindi squadra raccolta, compatta, e lanci rapidi”.

L’EPISODIO CON LA JUVENTUS“Era la partita scudetto… si può comprendere la veemenza di quelle proteste: per noi interisti l’arbitro aveva ignorato un rigore solare su Ronaldo…. E’ vero, quella scena fece il giro delle tv: Gigi non aveva mai urlato prima di quel giorno e dopo quel giorno non urlerà mai più. Era un signore, una persona di indole buona. Un grande uomo. E quel campionato avrebbe meritato di portarlo a casa”.

COPPA UEFA ’98“E credo che Parigi abbia rappresentato per lui la parte culminante di una carriera che pure gli ha visto vincere diversi campionati. Ma una Coppa Uefa in un derby d’Italia è stata certamente la soddisfazione-top. Non eravamo uno squadrone ma c’erano giocatori assai bravi come Djorkaeff e Zamorano, Moriero e Zanetti, Simeone e Winter, Cauet e Ze Elias piazzato davanti alla difesa”.

PRIMO GIORNO DI SIMONI“Ricordo il discorsetto iniziale nel quale disse che ci considerava tutti sullo stesso piano, giovani e vecchi. Tutti tranne Ronaldo: lui abitava al piano di sopra e del resto era davvero un giocatore straordinario”.

ROTAZIONI E CARATTERE“Simoni, però, aveva coinvolto l’intera squadra, ci sentivamo tutti importanti. E sulle rotazioni spesso ci azzeccava. Facendo a volte scelte dolorose ma sempre con onestà e trasparenza. Quando arrivò all’Inter Colonnese mi disse che era un sergente di ferro e che non bisognava farsi ingannare dai suoi modi gentili. Però questo aspetto caratteriale non l’abbiamo mai visto”.

ESONERO“Il presidente Moratti invitò quattro o cinque di noi a casa sua. C’era Ronaldo, c’era Pagliuca… E insomma, Moratti ci spiegò il suo punto di vista: “Guardate che lo faccio per voi, per farvi giocare meglio”.  Era convinto che con Lucescu l’Inter sarebbe stata più manovriera e spettacolare. Noi eravamo reduci dal 3-1 sul Real Madrid in Coppa e avevamo battuto la Salernitana solo in extremis, è vero, ma a causa della stanchezza. Provammo a difendere Gigi, niente da fare…”.

RAPPORTI CON MORATTI“Moratti riconobbe di aver commesso uno sbaglio e i due personaggi riallacciarono i rapporti. Del resto, quando venne esonerato, Gigi era a cinque punti da Trapattoni, in testa con la Fiorentina. Con Lucescu stavamo rischiando la retrocessione. Ci salvò Hodgson, vincendo a Roma”.

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Giuseppe Coppola

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