La prestazione di Nicolò Barella contro l’Atletico Madrid ha convinto tutto il mondo Inter e non solo. A parlarne è stato anche un grande ex centrocampista nerazzurro, Nicola Berti, del quale il centrocampista sardo può essere considerato l’erede a livello di ruolo e di attaccamento alla maglia.
Queste le sue parole al Corriere dello Sport:
PALLONE D’ORO – “Nel suo ruolo, in Europa è il più forte in assoluto: gli darei il Pallone d’oro. Martedì ero a San Siro e dopo dieci minuti di partita istintivamente avrei scavalcato per raccogliere i guanti che Barella aveva appena lanciato a terra. Ho pensato di corrompere qualcuno per farmeli dare…”.
STATUS – “Ha completato la sua scalata al top? Direi di sì, avvicinando lui e Gundogan per qualità e caratteristiche tecniche. Ho visto Barella nella partita contro l’Atletico Madrid: è in formissima, nel primo tempo l’Inter attaccava vicino a dove ero posizionato io e mi sono davvero reso conto del furore che ha addosso. Un giocatore pazzesco, come sostengo da tempo. Poi penso che Barella abbia ancora dei margini di miglioramento”.
CARATTERE – “Barella si è calmato in questo senso, nel corso del tempo, e ha capito che le energie servono a rimanere dentro la partita. In quello, io e lui siamo molto simili rispetto a quando giocavo. Barella ha fatto dei grandi passi in avanti indossando la fascia da capitano. Si era capito che potesse completare anche questo step di maturazione: è un leader agli occhi dei compagni”.
SACRIFICIO BARELLA – “Spero di no: lui, Lautaro e Dumfries vanno blindati. Poi certi club, come per esempio il Manchester City, hanno i mezzi per sferrare l’assalto a un giocatore del livello di Barella. Ma spero che l’Inter resista. Anche perché la squadra può fare meglio dell’anno scorso, e con questi risultati sta lanciando un nuovo messaggio all’Europa”.
RIPOSO – “Tanto per cominciare, non lo metterei sul volo per Lecce… E’ in grande condizione ma bisogna anche pensare a conservare Barella per dare la scalata alla Champions League. Dopo aver vinto l’Europeo con la Nazionale, sarebbe la miglior guarnizione per la sua carriera”.
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