Berti: “Conte sta costruendo un’Inter a sua immagine e somiglianza. Mi rivedo in Barella”
L'ex campione nerazzurro e attuale ambasciatore parla dei nuovi nerazzurri sotto Antonio ConteNel giorno del suo 53esimo compleanno, Nicola Berti, ex campione dell’Inter e ora ambasciatore nerazzurro è stato intervistato da la Repubblica per esprimere la sua opinione sull’Inter di Conte e sulla situazione del calcio italiano. Ecco le sue parole:
SU CONTE E LA SUA SQUADRA – “Con Antonio ci vediamo. Un anno e mezzo fa, quando Spalletti già traballava sulla panchina dell’Inter, ci incontrammo in un resort in Puglia. Gli dissi: dai che ti porto alla Pinetina! Lui si mise a ridere. Sta costruendo una squadra solida e vincente, a sua immagine e somiglianza. Da tifoso, ne sono davvero contento. Somiglianze con la mia Inter guidata dal Trap? Paragonare le squadre di oggi a quelle di vent’anni fa non ha senso. È cambiato tutto, tranne lo spirito. Il merito è dei due allenatori. In questa squadra mi riconosco in Nicolò Barella. Rispetto a me è più basso e più tecnico. Io fisicamente ero dirompente, ma lo spirito è quello. Della rosa attuale è il mio preferito. Abbiamo anche le stesse cifre sulla camicia, NB. Ci siamo conosciuti, è un tipo sveglio“
SUL CAMBIAMENTO DEL CALCIO – “Oggi i campi di allenamento sono chiusi come basi spaziali, Pinetina compresa. È un peccato. Intorno al calcio c’è molta pressione, più polemica, un vortice di voci alimentate dai social network. Forse aprire gli allenamenti sarebbe dannoso, non so. Ma resto convinto che un giorno a settimana in cui i bambini possono godersi i loro campioni dal vivo nella quiete del campo d’allenamento sarebbe bellissimo farlo. A livello di guadagni preferisco non fare calcoli, anche noi guadagnavamo abbastanza per vivere bene. In generale, senza social network eravamo meno controllati. Ma per me valeva un discorso a parte. Avevo la fama di essere bizzarrino e vivace, e per questo l’Inter mi faceva pedinare! Pagavano qualcuno per starmi sempre dietro, poi in allenamento mi chiedevano: cosa ci facevi in quel locale l’altra sera? La mia risposta era sempre la stessa: se in campo corro, quel che faccio la sera sono fatti miei“
SULLA SITUAZIONE ATTUALE DEL CALCIO ITALIANO – “La salute è una cosa seria, e secondo me sarebbe più saggio aspettare settembre per provare a ripartire. In ogni caso, penso che ci proveranno. Cercheranno di giocare tante partite in pochissimo tempo, a porte chiuse, limitando i contatti delle squadre e degli staff col mondo esterno. Da un certo punto di vista, lo capisco. Il calcio, l’urlo liberatorio, il gol, mancano a tutti. Taglio degli stipendi? Ne prendono così tanti che è giusto, sì. Ma sarebbe bello che i soldi risparmiati andassero almeno in parte in solidarietà e ospedali“
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