Berti: “L’Inter deve vincere il derby. Su Gagliardini vi dico che…”
Nel giorno del suo compleanno Nicola Berti ha rilasciato una bella intervista ai microfoni de La Gazzetta dello SportNicola Berti è stato uno degli idoli indiscussi del tifo nerazzurro e soprattutto un vero e proprio uomo derby. Nel giorno del suo compleanno l’ex centrocampista dell’Inter ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport”, nella quale ha affrontato diversi temi:
DERBY – “L’Inter deve e può vincere. Magari è un bene ritrovarsi alle spalle del Milan oggi. Dopo essersi scaricati mentalmente contro Samp e Crotone, questa partita darà slancio ed entusiasmo. Pioli sta lavorando bene, è sbagliato giudicare il suo operato in un mese. Ora l’obiettivo minimo è l’Europa League. Per me il nerazzurro è tutto e ci sono rimasto male nel guardare la partita di Crotone. Dimentichiamola. Il derby è la gara ideale per dimostrare di meritare la maglia nerazzurra. Come sono cambiate ora le partite? Quando giocavo erano molto più divertenti, agonisticamente cattive. Con Paolo Maldini siamo rimasti due anni senza parlarci. Se uno entrava in un locale di Milano, l’altro evitava quel posto. In campo si litigava, ma senza esasperazione. La Nazionale ci faceva riappacificare. Ora invece sembrano tutti amici”.
CURVA NORD – “Impressionante, ancora oggi mi vengono i brividi. Cantavano “Nicola Berti facci un gol”. La mattina della finale d’andata di Coppa Uefa, 26 aprile 1994, mi sveglio a Vienna con in sottofondo quel coro. Pensavo di sognare, invece erano i tifosi sotto la finestra. E la sera ho segnato il gol vittoria contro il Salisburgo”.
LE PROPRIETA’ – “Zhang Jindong? Non l’ho ancora conosciuto, a differenza del figlio Steven. La famiglia Zhang ha portato entusiasmo, speranza e sorriso attorno a questa Inter. Siamo in rampa di lancio, si percepisce. Thohir? Io e lui al Bernabeu con Florentino Perez per Inter Forever. Alla fine del pranzo fumiamo un sigaro io e il presidente del Real. Parliamo sul divano, mi richiamò all’ordine Thohir. Moratti? Ho segnato il primo gol della sua gestione, 19 febbraio 1995, contro il Brescia. Vincemmo 1-0. Si complimentò, mi chiese se dopo quella rete avessi bisogno di una settimana di ferie. Pellegrini? Oltre ai successi, all’Inter dei record, ricordo che mi mandò in punizione a San Pellegrino Terme qualche giorno. Diceva che ero stanco, che avevo bisogno di allontanarmi dalla città che era pericolosa. Mai stato stanco.
IL BERTI DI OGGI – “Gagliardini, abbiamo caratteristiche fisiche simili, si inserisce negli spazi. Lui è più tecnico del sottoscritto. È elegante da vedere, è stato un grande acquisto e non a caso senza di lui siamo andati calando”.
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